Arteriosclerosi
L’arteriosclerosi è una malattia cronica e progressiva a carico delle arterie, che diventano sempre meno elastiche e più rigide. A lungo andare, la malattia causa un restringimento del lume delle arterie che può portare all’insorgenza di malattie cardiovascolari e anche a eventi cardiovascolari e cerebrovascolari importanti, come l’infarto o l’ischemia.
- 1 Cos'è l’arteriosclerosi
- 2 La differenza tra arteriosclerosi e aterosclerosi
- 3 La diagnosi dell’arteriosclerosi
- 4 I sintomi e le complicanze dell’arteriosclerosi
- 5 Trattamento dell’arteriosclerosi
Cos'è l’arteriosclerosi
Secondo i dati del Ministero della Salute, nel 2014 si sono verificati in Italia complessivamente 220.200 decessi per malattie del sistema circolatorio (96.071 negli uomini e 124.129 nelle donne); di questi, 69.653 decessi sono stati attribuiti a malattie ischemiche del cuore (35.714 negli uomini e 33.939 nelle donne) e 57.230 a malattie cerebrovascolari (22.609 negli uomini e 34.621 nelle donne). La causa principale di queste malattie è proprio l’arteriosclerosi.
I vasi sanguigni sono le strutture responsabili dell’irrorazione sanguigna di tutti i tessuti del corpo. In particolare, le arterie sono i vasi sanguigni che hanno lo scopo di trasportare il sangue ricco di ossigeno dal cuore ai tessuti periferici, mentre le vene sono i vasi sanguigni responsabili di riportare il sangue, povero di ossigeno, dai tessuti fino al cuore. In particolare, le pareti delle arterie sono formati da tre strati l’uno sull’altro: la tonaca intima (a contatto con il sangue), la tonaca media e la tonaca avventizia (lo strato più esterno).
La differenza tra arteriosclerosi e aterosclerosi
Per arteriosclerosi ci si riferisce a tutte le patologie che causano un ispessimento e irrigidimento delle pareti delle arterie, e conseguentemente una diminuzione del loro lume: tra le arteriosclerosi vi è l’aterosclerosi, l’arteriolosclerosi e la sclerosi calcifica.
Spesso i termini arteriosclerosi e aterosclerosi vengono usati in maniera intercambiabile, perché l’aterosclerosi è il tipo di arteriosclerosi più comune, e la causa principale di insorgenza di malattie cardiovascolari e morte nei paesi occidentali.
Con aterosclerosi, infatti, ci si riferisce all’irrigidimento delle pareti delle arterie provocato dal deposito di grassi, colesterolo e tessuto fibroso su di esse, che forma delle vere e proprie placche, chiamate ateromi. Solitamente il processo di aterosclerosi inizia con delle lesioni sulle pareti delle arterie e il deposito di grassi e colesterolo, che richiamano alcune cellule del sistema immunitario, i macrofagi.
Più si accumulano i lipidi e i macrofagi, che rilasciano materiale fibroso, più la placca aterosclerotica aumenta le sue dimensioni e l’arteria perde elasticità: questo è un processo cronico e molto lento, che dura interi decenni. Man mano che le placche aterosclerotiche diventano più grandi e le arterie inducono una diminuzione dell’elasticità, il passaggio di sangue attraverso questi vasi diventerà, quindi, sempre più difficoltoso, e si potranno avere episodi di ischemia. Non solo: le placche possono essere instabili e, a causa di ulteriori fattori di rischio, come l’ipertensione arteriosa, il flusso vorticoso del sangue può colpire la placca aterosclerotica, e romperne una parte, che finirà in circolo, dando luogo a coaguli di sangue detti trombi. I trombi possono raggiungere qualsiasi organo, impedendo l’irrorazione di sangue e l’apporto di ossigeno ai tessuti, che andranno in sofferenza e, nei casi più gravi, moriranno: si ha un infarto, di cui i più comuni sono l’infarto miocardico acuto e l’ictus.
La diagnosi dell’arteriosclerosi
Come prima cosa il medico curante valuterà se il paziente può essere affetto da arteriosclerosi a seconda dei fattori di rischio che presenta, tra cui età, sesso, stile di vita (per esempio la sedentarietà, oppure il fumo di sigaretta), la presenza di ipertensione arteriosa, l’ipercolesterolemia (la presenza di alti livelli di colesterolo nel sangue) e la familiarità con malattie cardiovascolari. In seguito, l’arteriosclerosi potrà essere accertata con esami diagnostici come l’ecodoppler (esame che sfrutta gli ultrasuoni per valutare la struttura delle arterie e il flusso sanguigno) e la coronarografia diagnostica (esame radiologico che consente di valutare la struttura dei vasi sanguigni).
I sintomi e le complicanze dell’arteriosclerosi
L’arteriosclerosi è un processo lento, ed è principalmente asintomatico; nel momento in cui compaiono i sintomi la malattia cardiovascolare si trova già in uno stadio avanzato. Come già descritto in precedenza, il processo di arteriosclerosi può portare a ischemia ed eventi cardiovascolari e cerebrovascolari, come ictus e infarto, oppure alla rottura di aneurismi.
Trattamento dell’arteriosclerosi
Il processo di arteriosclerosi non è reversibile, ma può essere rallentato di molto grazie alla modificazione degli stili di vita che rappresentano dei fattori di rischio (e quindi diventare meno sedentari, alimentarsi in maniera corretta, abolire il fumo, tenere sotto controllo l’ipertensione arteriosa) ed eventualmente anche grazie all’assunzione di farmaci che riducono il livello di colesterolo nel sangue, come le statine.
Quando l’arteriosclerosi è avanzata, invece, il medico può decidere se intervenire chirurgicamente, attraverso angioplastica (intervento mini-invasivo che consiste nell’allargare l’arteria grazie a un palloncino gonfiabile, lo stent, inserito con un catetere) oppure l’impianto di un bypass, che permette di aggirare l’ostruzione.
L’arteriosclerosi, quindi, è una malattia cronica progressiva in cui c’è un irrigidimento delle pareti dei vasi. Consultate le schede su infarto, ischemia, ictus e infarto miocardico acuto per scoprire di più sulle possibili complicanze di questa condizione.