Bypass aorto-coronarico
Il bypass aorto-coronarico è un intervento chirurgico che consiste nell’innesto di un collegamento artificiale (il bypass) tra arteria aorta e coronarie che ha come scopo la rivascolarizzazione del cuore, in seguito a malattia coronarica.
- 1 Cos'è il bypass aorto-coronarico
- 2 Come avviene l’intervento di bypass aorto-coronarico
- 3 Esiti e rischi del bypass aorto-coronarico
Cos'è il bypass aorto-coronarico
Il cuore è un organo altamente vascolarizzato, le arterie responsabili di tale vascolarizzazione sono le coronarie, che dipartono dall’aorta, arteria che raccoglie il sangue ossigenato che fuoriesce dal cuore. In presenza di malattia coronarica, dovuta a processi patologici come l’aterosclerosi, le coronarie si possono occludere parzialmente o totalmente, impedendo di fatto l’apporto di sangue al cuore. Quando si verifica un evento del genere le cellule muscolari del cuore cessano di apportare ossigeno e nutrienti alle cellule cardiache, mettendo a repentaglio la salute del paziente e generando due possibili condizioni: l’angina pectoris e l’infarto del miocardio.
Per trattare l’occlusione coronarica si può intervenire chirurgicamente, attraverso l’impianto del bypass-aorto coronarico, che consiste nella creazione di un nuovo collegamento sanguigno tra aorta e coronarie, aggirando l’occlusione presente. Nonostante nel corso del tempo siano stati messi a punto altri sistemi meno invasivi per trattare l’occlusione coronarica, l’intervento di bypass aorto-coronarico rimane lo standard di cura per pazienti con lesioni coronariche complesse.
Si interviene quindi sul cuore del paziente affetto da malattia coronarica che presenta un occlusione parziale o totale, e si crea un passaggio collaterale artificiale che sia in grado non solo di aggirare i vasi sanguigni “malati”, ma anche di rivascolarizzare tutto il tessuto cardiaco interessato. Il collegamento artificiale (quindi il vero e proprio bypass) può essere costituito da:
- tratti di vena safena prelevati dal paziente. Inizialmente tutti i bypass aorto-coronarici venivano effettuati con questo vaso sanguigno;
- tratti di arteria mammaria, arteria della parte interna della parete toracica, che sembra migliorare l’accessibilità dell’innesto. Diversi studi hanno dimostrato, infatti, che i pazienti che ricevevano un bypass mammario hanno una sopravvivenza a 10 anni significativamente migliore, rispetto a quelli con bypass da vena safena;
- combinazione di tratti derivanti da arteria mammaria e vena safena, oppure da arteria mammaria e altre arterie, come l’arteria radiale: ad oggi è la pratica più utilizzata.
Come avviene l’intervento di bypass aorto-coronarico
L’intervento di bypass aorto-coronarico è largamente utilizzato in cardiochirurgia da più di cinquant’anni, e si è evoluto di pari passo con i più recenti sviluppi della medicina e della tecnologia. L’intervento di bypass aorto-coronarico tradizionale prevede che:
- il paziente venga sottoposto ad anestesia generale
- il chirurgo esegua l’intervento con un’incisione verticale del torace, attraverso lo sterno (sternotomia mediana verticale) incidendo il torace. Quindi, l’innesto può essere applicato a partire dall’aorta sul cuore;
- venga eseguita quella che è definita circolazione extra-corporea: affinché l’intervento possa procedere in maniera ottimale, il cuore del paziente viene collegato a una macchina cuore-polmoneche, per tutta la durata dell’intervento, si occupa di ricevere il sangue poco ossigenato proveniente dalle vene, ossigenarlo e infonderlo di nuovo nelle arterie. A questo punto, la circolazione nel cuore viene temporaneamente bloccata grazie ad un farmaco, senza che questo crei danni all’organismo;
- il chirurgo impianti il bypass aorto-coronarico a cuore fermo e, una volta conclusa l’operazione, il cuore ricominci spontaneamente a contrarsi. Infine, il paziente viene staccato dalla macchina cuore-polmone.
L’intervento di bypass aorto-coronarico tradizionale rimane lo standard tecnico, tuttavia, gli sviluppi tecnologici hanno consentito ai chirurghi di utilizzare approcci diversi e talvolta meno invasivi. Per esempio, in pazienti con determinati profili di rischio, è possibile effettuare l’intervento di bypass aorto-coronarico senza circolazione extracorporea: il chirurgo in questo caso opererà sul cuore che continua a battere. Inoltre, il bypass può essere eseguito attraverso piccole incisioni sul lato destro del torace: questa tecnica viene detta chirurgia cardiaca mininvasiva.
Esiti e rischi del bypass aorto-coronarico
Le probabilità di successo del trattamento, in assenza di complicanze, sono dell’83%. Nel complesso, il tasso di mortalità della chirurgia coronarica è basso, intorno al 2% –3%, nonostante questo beneficio sia compensato da un tasso di complicanze del 20% –30%. Il rischio di sviluppare complicanze a seguito di un intervento di by-pass coronarico dipende dall’età avanzata, dalla presenza di altri fattori di rischio (come il fumo di sigaretta) e dalla presenza di altre malattie. Le complicanze più frequenti sono:
- Emorragie e infezioni post-intervento;
- Eventi cerebro-vascolari (ictus);
- Insufficienza renale;
- Insufficienza respiratoria;
- Infarto miocardico durante o dopo l’intervento.
Il bypass aorto-coronarico, quindi, è un intervento chirurgico mirato alla rivascolarizzazione del cuore in presenza di malattia coronarica, patologia da tenere sotto controllo in quanto può condurre a condizioni come l’angina pectoris e l’infarto del miocardio. Nonostante rimanga lo standard tecnico per la rivascolarizzazione cardiaca, negli ultimi decenni sono stati sviluppate anche altre tecniche chirurgiche meno invasive, come l’angioplastica coronarica.
Fonti
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- Hawkes AL, Nowak M, Bidstrup B, Speare R. Outcomes of coronary artery bypass graft surgery. Vasc Health Risk Manag. 2006;2(4):477-484. doi:10.2147/vhrm.2006.2.4.477
- Programma EuroAction – Prendetevi cura del vostro cuore