La tachicardia parossistica sopraventricolare è un tipo di tachicardia, un’anomalia del ritmo cardiaco in cui la frequenza dei battiti risulta superiore ai 120 battiti per minuto. In particolare, nella tachicardia parossistica sopraventricolare la zona del cuore a contrarsi anormalmente è una zona al di sopra dei ventricoli; ulteriore caratteristica di questa tachicardia è la sua insorgenza e la sua scomparsa improvvisa. È una tachicardia da rientro nodale e vi si include in questa categoria anche la sindrome di Wolff-Parkinson-White.

Descrizione della tachicardia parossistica sopraventricolare 

Solitamente vengono definite tachicardie sopraventricolari tutte le tachicardie che non coinvolgono il tessuto dei ventricoli; in questo caso in particolare ci si riferisce agli episodi tachicardici in cui il battito cardiaco accelera improvvisamente oltre i 200 battiti per minuto e si arresta altrettanto improvvisamente. Questa anomalia del ritmo cardiaco può verificarsi anche nelle persone giovani in seguito a uno sforzo fisico. La tachicardia parossistica sopraventricolare è l’aritmia sintomatica più comune nei neonati e nei bambini: i bambini con cardiopatia congenita sono quelli con il maggior rischio di insorgenza.

Questa aritmia si verifica a seguito di un malfunzionamento delle cellule del nodo atrioventricolare, una regione dell’atrio destro che è responsabile della propagazione dell’impulso di contrazione dagli atri ai ventricoli cardiaci.

Il ruolo del cuore nella tachicardia parossistica sopraventicolare

Il cuore è costituito da quattro camere cave, chiamate atri e ventricoli, che, rispettivamente, accolgono il sangue dalla circolazione sistemica e polmonare e lo immettono in circolo. In un ciclo cardiaco, il sangue arriva negli atri che si contraggono, in modo da spingerlo nei ventricoli; dopo di che i ventricoli, una volta che si riempiono di sangue, lo pompano attraverso la circolazione grazie a un meccanismo di contrazione. Affinché la perfusione sia dei tessuti periferici che dei polmoni sia adeguata, le contrazioni delle diverse parti del cuore devono essere ritmiche e sincronizzate, in modo che in momenti specifici si contraggano aree cardiache specifiche. Proprio per questo il tessuto cardiaco è costituito da cellule in grado di contrarsi e di integrare gli impulsi elettrici che innescano la contrazione. Perché la contrazione avvenga nella regione cardiaca giusta al momento giusto, l’impulso origina dapprima da una regione dell’atrio destro, il nodo seno atriale, dove sono presenti delle cellule specializzate che possono contrarsi autonomamente e danno l’avvio all’impulso elettrico responsabile della contrazione cardiaca.

Il battito cardiaco consiste in un intero ciclo dell’attività cardiaca: l’impulso elettrico viene generato dal nodo senoatriale, poi viene trasmesso agli atri, che si contraggono. Qualche millisecondo dopo, l’impulso viene trasmesso dagli atri ai ventricoli attraverso una regione dell’atrio destro appena sopra al ventricolo, il nodo atrio ventricolare. Da qui viene trasmesso a entrambi i ventricoli attraverso una struttura specializzata, il fascio di His: i ventricoli si contraggono e il sangue viene spinto nella circolazione. Quando si verificano dei problemi nella propagazione degli impulsi, come per esempio una continua eccitazione delle cellule del nodo atrio ventricolare, si hanno delle aritmie, ovvero delle alterazioni del battito cardiaco. In particolare, se la frequenza cardiaca (il numero di battiti al minuto) è superiore ai 120 battiti al minuto, di parla di tachicardia sopraventricolare. Viene definita anche parossistica in quanto spesso si manifesta in maniera episodica.

La diagnosi della tachicardia parossistica sopraventricolare 

La tachicardia parossistica sopraventricolare si verifica quando la frequenza cardiaca è di circa 180-220 battiti al minuto. Questo tipo di tachicardia viene accertato attraverso un elettrocardiogramma (ECG), esame che traccia l’andamento elettrico del battito cardiaco ed è in grado di segnalare eventuali anomalie. Per la natura episodica di questa tachicardia, può essere utile effettuare un ECG monitorato da un holter cardiaco, dispositivo che registra il tracciato del cuore per 24 ore.

I sintomi e le complicanze della tachicardia parossistica sopraventricolare 

I pazienti con questa tachicardia generalmente manifestano ansia, palpitazioni (sensazioni di battito accelerato), fastidio al torace, vertigini, sincope e dispnea (sensazione d’affanno). In alcuni casi, un paziente può presentarsi con complicanze della tachicardia come shock, ipotensione, segni di insufficienza cardiaca e vertigini. Alcuni pazienti invece possono essere asintomatici e la tachicardia viene scoperta durante uno screening di routine; l’insorgenza è improvvisa e può essere innescata dall’attività fisica o da stress emotivo.

Trattamento della tachicardia parossistica sopraventricolare 

Pazienti che presentano tachicardia associata a ipotensione, dolore toracico ischemico, stato mentale alterato, insufficienza respiratoria o shock sono in una condizione di emergenza medica (vengono definiti instabili) e devono essere trattati con un intervento di cardioversione elettrica. Negli altri pazienti, la tachicardia da rientro nodale può essere trattata con:

  • manovre vagali, ovvero manovre meccaniche da eseguire sul corpo quando si ha un episodio di tachicardia, in grado di stimolare il nervo vago, che regola la frequenza cardiaca;
  • farmaci antiaritmici, usati sia per prevenire che per correggere le anomalie del ritmo cardiaco.

La tachicardia parossistica sopraventricolare, quindi, può essere determinata da alterazioni nella genesi e nella conduzione dell’impulso cardiaco: consultate le pagine dedicate alla tachicardia ventricolare e alla tachicardia parossistica da rientro nodale per saperne di più sulle altre tachicardie.

Fonti 

  • European Heart Rhythm Association (EHRA)
  • Calamandrei M., Cazzaniga A. (2012) Aritmie. In: Rianimazione in età pediatrica. Springer, Milano
  • ANTUNES, E., BRUGADA, J., STEURER, G., ANDRIES, E., & BRUGADA, P. (1994). The Differential Diagnosis of a Regular Tachycardia with a Wide QRS Complex on the 12-Lead ECG: Ventricular Tachycardia, Supraventricular Tachycardia with Aberrant Intraventricular Conduction, and Supraventricular Tachycardia with Anterograde Conduction Over an Accessory Pathway. Pacing and Clinical Electrophysiology, 17(9), 1515–1524;
  • Patti L, Ashurst JV. Supraventricular Tachycardia. 2020 Aug 10. In: StatPearls [Internet]. Treasure Island (FL): StatPearls Publishing; 2021 Jan–. PMID: 28723001.