La sincope è un sintomo che corrisponde a una perdita di coscienza transitoria, generalmente associata a una caduta, ed è dovuta a una transitoria mancanza di sangue al cervello.

Si tratta di una sindrome clinica molto comune: si stima infatti che dall’1% al 3% delle visite al pronto soccorso e il 6% dei ricoveri ospedalieri siano dovuti a sincope, mentre il 40% della popolazione generale nel corso della vita ha avuto almeno un episodio di perdita transitoria di coscienza.

Come avviene una sincope

Il meccanismo fisiopatologico alla base della sincope è quello di ipoperfusione cerebrale transitoria: si verifica cioè una transitoria diminuzione di pressione e, quindi, di quantità di flusso sanguigno in grado di arrivare ai tessuti periferici, compresi quelli cerebrali. Di solito, in un individuo sano e adulto, le normali condizioni di pressione arteriosa garantiscono un flusso di sangue adeguato e una perfusione del cervello sufficiente. La pressione di perfusione cerebrale, (ovvero quella grandezza che determina quale forza deve vincere il sistema circolatorio per irrorare il cervello) dipende strettamente dalla pressione arteriosa di tutto l’organismo: ogni fattore quindi che agisce sulla quantità di flusso sanguigno pompato dal cuore o sulla pressione sanguigna può innescare un fenomeno di ipoperfusione.

La mancanza di sangue ha come conseguenza una carenza di ossigeno anche in tessuti che ne richiedono molto, come quelli del cervello: l’improvvisa cessazione del flusso sanguigno cerebrale, anche per 6-8 secondi, infatti, è in grado di provocare una completa perdita di coscienza. Generalmente l’episodio di sincope è associato a una caduta perché è rapido e spesso la persona che ne è colpita non fa in tempo a sedersi o a mettersi in sicurezza; anche il recupero di coscienza, comunque, di solito è rapido e completo.

Quando può avvenire una sincope

La sincope si verifica se vengono meno i meccanismi fisiologici che regolano il flusso sanguigno e la pressione arteriosa: esempi possono essere la vasodilatazione dei vasi del sistema circolatorio, che determina un crollo della pressione, oppure la modificazione del flusso di sangue pompato dal cuore a causa di cardiopatiebradiaritmieo tachicardie. Si possono distinguere principalmente tre tipi di sincopi:

  • sincope da riflesso: si verifica quando si innesca un riflesso (ovvero una risposta involontaria del corpo a uno stimolo) che causa bradicardia, cioè una frequenza cardiaca inferiore al normale e vasodilatazione, che determina una diminuzione della pressione periferica;
  • sincope ortostatica: si verifica quando il sistema nervoso autonomo (la parte del sistema nervoso che regola le funzioni base dell’organismo) ha delle mancanze nei sistemi di controllo della pressione arteriosa: quello che si determina, quindi, è una pressione arteriosa bassa e uno scarso flusso di sangue che diparte dal cuore, detto ipovolemia;
  • sincope cardiaca: si verifica quando la mancata perfusione del cervello è dovuta a cause di natura cardiaca. Tra le cause cardiovascolari, le aritmie rappresentano l’80%, mentre altre cause cardiache di sincope possono essere le malattie delle valvole, l’embolia polmonare, l’infarto del miocardio, le cardiopatie.

La diagnosi della sincope 

Trattandosi di un sintomo transitorio e non di una malattia, in caso di episodio di sincope la diagnosi può essere difficoltosa: tipicamente, infatti, i pazienti sono asintomatici al momento della valutazione diagnostica. Quello che si cerca di accertare dai test diagnostici sono gli stati patologici o fisiologici che possono aver indotto la malattia. In via generale, gli esami includono:

  • Elettrocardiogramma (ECG): esame che traccia l’andamento elettrico del battito cardiaco e serve per individuare eventuali anomalie nella conduzione cardiaca. Inoltre può essere utile effettuare un ECG monitorato da un holter cardiaco, dispositivo che registra il tracciato del cuore per 24 ore.
  • Ecocardiogramma: esame che, attraverso l’utilizzo di ultrasuoni, riesce a fornire un’immagine dettagliata dei tessuti cardiaci. Utile per individuare cardiopatie che possono causare sincopi.
  • Elettroencefalogramma: esame che traccia l’andamento elettrico del cervello; utile per individuare eventuali epilessie.
  • Tilting test: esame in cui al paziente viene indotta una sincope attraverso il posizionamento su un lettino basculante che passa da una posizione orizzontale a una verticale; nel frattempo vengono monitorati parametri come la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa.

I sintomi della sincope

Alcune forme di sincope possono presentare una fase precedente all’episodio di perdita di coscienza, in cui si manifestano sintomi come alterazione del campo visivo, nausea, sudorazione, debolezza. Di solito però la sincope si manifesta senza alcun sintomo pregresso.

Trattamento della sincope 

Il trattamento della sincope è rivolto a rimuovere la causa pato-fisiologica che genera gli episodi di perdita di coscienza transitoria, e deriva da un’adeguata e approfondita analisi diagnostica e una stratificazione del rischio, in cui il medico valuterà il trattamento migliore per il singolo paziente. Per esempio, nel caso di sincope cardiaca, i trattamenti disponibili sono quelli validi per il trattamento delle patologie cardiache che innescano gli episodi di sincope. Per saperne di più, consultate le schede sulle cardiopatie e sui disturbi del ritmo cardiaco, come la fibrillazione atriale, la fibrillazione ventricolare e il flutter atriale.

Fonti

La diagnosi della sincope 

Trattandosi di un sintomo transitorio e non di una malattia, in caso di episodio di sincope la diagnosi può essere difficoltosa: tipicamente, infatti, i pazienti sono asintomatici al momento della valutazione diagnostica. Quello che si cerca di accertare dai test diagnostici sono gli stati patologici o fisiologici che possono aver indotto la malattia. In via generale, gli esami includono:

  • Elettrocardiogramma (ECG): esame che traccia l’andamento elettrico del battito cardiaco e serve per individuare eventuali anomalie nella conduzione cardiaca. Inoltre può essere utile effettuare un ECG monitorato da un holter cardiaco, dispositivo che registra il tracciato del cuore per 24 ore.
  • Ecocardiogramma: esame che, attraverso l’utilizzo di ultrasuoni, riesce a fornire un’immagine dettagliata dei tessuti cardiaci. Utile per individuare cardiopatie che possono causare sincopi.
  • Elettroencefalogramma: esame che traccia l’andamento elettrico del cervello; utile per individuare eventuali epilessie.
  • Tilting test: esame in cui al paziente viene indotta una sincope attraverso il posizionamento su un lettino basculante che passa da una posizione orizzontale a una verticale; nel frattempo vengono monitorati parametri come la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa.

I sintomi della sincope

Alcune forme di sincope possono presentare una fase precedente all’episodio di perdita di coscienza, in cui si manifestano sintomi come alterazione del campo visivo, nausea, sudorazione, debolezza. Di solito però la sincope si manifesta senza alcun sintomo pregresso.

Trattamento della sincope 

Il trattamento della sincope è rivolto a rimuovere la causa pato-fisiologica che genera gli episodi di perdita di coscienza transitoria, e deriva da un’adeguata e approfondita analisi diagnostica e una stratificazione del rischio, in cui il medico valuterà il trattamento migliore per il singolo paziente. Per esempio, nel caso di sincope cardiaca, i trattamenti disponibili sono quelli validi per il trattamento delle patologie cardiache che innescano gli episodi di sincope. Per saperne di più, consultate le schede sulle cardiopatie e sui disturbi del ritmo cardiaco, come la fibrillazione atriale, la fibrillazione ventricolare e il flutter atriale.

Fonti