La sindrome di Wolff-Parkinson-White (o sindrome wpw, o semplicemente WPW) è una malattia congenita cardiaca, in cui fin dalla nascita si ha un’anomalia nel sistema di conduzione dell’impulso elettrico che fa contrarre il cuore, in quanto si generano delle vie collaterali di trasmissione dell’impulso.

Questa patologia causa episodi di tachicardia parossistica ventricolare (un’anomalia del ritmo cardiaco in cui improvvisamente la frequenza dei battiti aumenta oltre i 200 battiti al minuto) e può condurre ad aritmie sintomatiche che mettono a repentaglio la vita del paziente.

Indice
  • 1 Cos’è la sindrome di Wolff-Parkinson-White 
  • 2 La diagnosi della sindrome di Wolff-Parkinson-White 
  • 3 I sintomi e le complicanze della sindrome di Wolff-Parkinson-White 
  • 4 Trattamento e cura della WPW
  • 5 Fonti

Cos’è la sindrome di Wolff-Parkinson-White 

La prevalenza della sindrome di Wolff-Parkinson-White è stimata tra lo 0,3% e lo 0,4% nella popolazione generale. Probabilmente questi numeri sono sottostimati, perché l’identificazione dei pazienti con questa patologia ma asintomatici è difficoltosa. Si ritiene che l’incidenza di pazienti con la sindrome di Wolff-Parkinson-White che progredisce verso l’aritmia sia compresa tra l’1% e il 2% all’anno, con picchi dai 20 ai 24 anni. Esiste anche una forma ereditaria della sindrome in cui i parenti di primo grado del paziente mostrano una prevalenza del 3,4%: la condizione è associata a cardiopatie strutturali congenite, inclusa l’anomalia di Ebstein e la cardiomiopatia ipertrofica.

Il cuore è costituito da quattro camere cave, chiamate atri e ventricoli, che, rispettivamente, accolgono il sangue dalla circolazione sistemica e polmonare e lo immettono in circolo. Perché funzioni correttamente, il cuore è in grado di contrarsi ritmicamente e in specifiche regioni perché i tessuti che lo costituiscono possiedono cellule in grado di generare e trasmettere impulsi elettrici, che innescano la contrazione. In un intero ciclo cardiaco, quindi, una regione dell’atrio destro, il nodo seno atriale dà l’avvio all’impulso, che poi viene trasmesso agli atri che si contraggono. Poco dopo, l’impulso viene trasmesso dagli atri ai ventricoli attraverso una regione dell’atrio destro appena sopra al ventricolo, il nodo atrio ventricolare. Da qui viene trasmesso a entrambi i ventricoli attraverso una struttura specializzata, il fascio di His: i ventricoli si contraggono e il sangue viene spinto nella circolazione. Questi sono gli eventi che si susseguono in un battito cardiaco.

Nella sindrome di Wolff-Parkinson-White, tuttavia, si verifica una trasmissione dell’impulso elettrico anormale, attraverso la generazione di una via accessoria che aggira il normale sistema di conduzione cardiaca. Questa via accessoria consente all’impulso di arrivare precocemente al ventricolo: il risultato è una contrazione dei ventricoli caotica e accelerata, determinando episodi di tachicardia. Le contrazioni accelerate dei ventricoli, infine, possono degenerare in fibrillazione ventricolare e arresto cardiaco.

La diagnosi della sindrome di Wolff-Parkinson-White 

La sindrome di Wolff-Parkinson-White viene diagnosticata attraverso elettrocardiogramma (ECG), esame che traccia l’andamento elettrico del battito cardiaco. In presenza di questa patologia, il tracciato dell’elettrocardiogramma presenterà alcune anomalie. Inoltre, per accertare la condizione clinica del paziente con tachicardia indotta dalla sindrome, il medico consiglierà di eseguire altri esami diagnostici, come una radiografia del torace, un’ecocardiografia, un emocromo completo, una misurazione degli enzimi cardiaci.

I sintomi e le complicanze della sindrome di Wolff-Parkinson-White 

I pazienti con sindrome di Wolff-Parkinson-White, che però non hanno sviluppato la tachicardia parossistica sopraventricolare sono asintomatici: pertanto, la loro diagnosi presumibilmente sarà accidentale. I pazienti che invece, a seguito della sindrome hanno sviluppato un aritmia, presenteranno i sintomi tipici di questi disturbi del ritmo cardiaco, come palpitazioni, dolore toracico, dispnea (sensazione di affanno), vertigini, sincope.

L’insorgenza di tachicardia, e in generale di disturbi del ritmo cardiaco dovuti a questa patologia, possono condurre a complicanze quali frequenti svenimenti, collasso e soprattutto morte improvvisa da arresto circolatorio, dovuta a fibrillazione ventricolare.

Trattamento e cura della WPW

Pazienti asintomatici che presentano questa sindrome, non necessitano di alcun trattamento medico immediato: è opportuno però che siano monitorati costantemente attraverso esami diagnostici e che facciano attenzione all’insorgenza di aritmia. I pazienti a cui è stata diagnosticata la sindrome di Wolff-Parkinson-White e che hanno avuto qualche episodio sintomatico, oppure che si presentano con una tachiaritmia acuta (alterazione del ritmo cardiaco in cui il battito risulta irregolare e accelerato) devono essere trattati; in particolare gli ultimi devono essere sottoposti a trattamento urgente, perché un episodio di tachiaritmia acuta può condurre a complicanze anche gravi. Il trattamento d’elezione della sindrome di Wolff-Parkinson-White è l’ablazione transcatetere, ovvero l’introduzione di un catetere in un vaso sanguigno per fargli raggiungere il cuore, dove viene posizionato nel punto in cui si origina l’aritmia e ciò permette di aggirare la zona responsabile del disturbo del ritmo.

I pazienti possono essere trattati anche con:

  • manovre vagali, ovvero manovre meccaniche da eseguire sul corpo quando si ha un episodio di tachicardia, in grado di stimolare il nervo vago che regola la frequenza cardiaca;
  • farmaci antiaritmici, usati sia per prevenire che per correggere le anomalie del ritmo cardiaco, come i farmaci beta-bloccanti.

La sindrome di Wolff-Parkinson-White, quindi, è una cardiopatia che può generare episodi di tachicardia: consultate le pagine dedicate alla tachicardia ventricolare e alla tachicardia parossistica da rientro nodale per saperne di più sulle altre tachicardie.

Fonti