Incontinenza urinaria
Esistono diverse forme di incontinenza urinaria:
- l’incontinenza da sforzo, che si manifesta quando la vescica è sotto pressione e può essere scatenata da un colpo di tosse o da uno starnuto;
- l’incontinenza da urgenza, che comporta un improvviso e incontrollabile bisogno di urinare;
- l’incontinenza da trabocco, in cui i residui di minzioni incomplete si accumulano nella vescica e si traducono in perdite continue non associate allo stimolo di urinare;
- l’incontinenza totale, in cui la vescica non riesce a immagazzinare l’urina, con conseguenti perdite frequenti o continue di urina.
Sebbene si manifesti con maggiore frequenza con l’avanzare dell’età, l’incontinenza urinaria non è una conseguenza inevitabile dell’invecchiamento.
Quali sono le cause dell’incontinenza urinaria?
L’incontinenza urinaria è spesso causata da condizioni mediche curabili, come le infezioni delle vie urinarieo la stipsi, dato che il retto si trova vicino alla vescica e condivide molti degli stessi nervi.
Alcune bevande, cibi e farmaci possono agire come diuretici, aumentando il volume delle urine e stimolando la vescica. Tra questi figurano: alcool, caffeina, bevande gassate e acqua frizzante, dolcificanti artificiali, cioccolato, peperoncino, alimenti molto speziati o molto acidi.
Molti farmaci hanno effetti diuretici o possono comunque essere causa di incontinenza urinaria, come gli antipsicotici, le benzodiazepine, gli antidepressivi, i farmaci per il Parkinson, i farmaci utilizzati per la terapia ormonale sostitutiva.
L’incontinenza urinaria può anche essere causata da problemi o cambiamenti fisici sottostanti, tra cui: la gravidanza, il parto, l’invecchiamento, la menopausa, la prostata ingrossata, un cancro alla prostata, un tumore alle vie urinarie, malattie neurologiche come la sclerosi multipla, il morbo di Parkinson, un ictus, un tumore al cervello o una lesione spinale.
Come si effettua la diagnosi per l’incontinenza urinaria?
Il primo passo nella valutazione dei pazienti con incontinenza urinaria consiste nella in una attenta anamnesi. La storia clinica, infatti, permette di identificare la tipologia dell’incontinenza urinaria e, in caso, successivi approfondimenti specialistici. Questo accade per esempio, in presenza di dolore, ematuria, storia di infezioni delle vie urinarie ricorrenti, chirurgia pelvica, radioterapia, perdite continue di fistole, disturbi dello svuotamento o sospette malattie neurologiche. Al paziente vengono anche chieste informazioni su eventuali comorbilità e sulle terapie farmacologiche in atto.
Viene poi generalmente eseguito un esame obiettivo, con la valutazione addomino-perineale, l’esplorazione rettale o l’esplorazione vaginale. Il test della tosse può rivelare la presenza di incontinenza urinaria da sforzo se la vescica è sufficientemente piena, mentre la contrazione del pavimento pelvico, insieme alla mobilità uretrale, possono essere valutati digitalmente.
Inoltre, in alcuni casi può essere prescritta un’analisi delle urine per valutare l’eventuale presenza di una infezione delle vie urinarie, di proteinuria o ematuria.
il medico può anche chiedere di registrare, per qualche giorno, gli episodi di incontinenza: è il cosiddetto diario minzionale, che permette di valutare la frequenza e la gravità dei sintomi.
Può essere inoltre effettuata una misurazione del residuo vescicale post-minzionale, ossia la quantità di urina residua nella vescica dopo la minzione: indica una scarsa efficienza dello svuotamento e può far luce su una serie di concause.
Infine, la valutazione urodinamica è usata come integrazione alla diagnosi clinica, sia per confermare la diagnosi, che per predire l’esito del trattamento.
Qual è il trattamento dell’incontinenza urinaria?
Il primo approccio è generalmente conservativo, senza l’uso di farmaci o il ricorso alla chirurgia.
L’incontinenza urinaria può giovarsi di cambiamenti nello stile di vita: è utile ridurre l’assunzione di caffeina, modificare la quantità di liquidi assunti ogni giorno, perdere peso in caso di obesità o sovrappeso. Sono stati studiati alcuni esercizi di allenamento muscolare del pavimento pelvico (esercizi di Kegel), che consistono in contrazioni volontarie effettuate per esercitare i muscoli del pavimento pelvico. A questi esercizi, può essere abbinata la riabilitazione vescicale, tecnica che comporta un regime di svuotamento programmato della vescica.
Se l’incontinenza urinaria non migliora significativamente con i cambiamenti dello stile di vita o con gli esercizi, il passo successivo può consistere in un trattamento farmacologico.
Per il trattamento dell’incontinenza urinaria da urgenza sono indicati i farmaci antimuscarinici (anticolinergici) o il mirabegron, che rilassano i muscoli della vescica. Negli uomini che soffrono di incontinenza da urgenza o incontinenza da trabocco, gli alfabloccanti rilassano i muscoli del collo della vescica e le fibre muscolari della prostata e facilitano lo svuotamento della vescica. L’applicazione di estrogeni topici a basso dosaggio sotto forma di crema vaginale, anello o cerotto possono aiutare a tonificare e ringiovanire i tessuti nell’uretra e nelle aree vaginali.
Se anche l’approccio farmacologico non dà risultati soddisfacenti, possono essere prese in considerazione diverse alternative, come la stimolazione elettrica, l’iniezione intra o periuretrale di agenti volumizzanti, la stimolazione nervosa o diversi tipi di interventi chirurgici.
Fonti
- Sull’incontinenza urinaria dell’adulto – Società Italiana di Urologia
- Linee guida di ostetricia e ginecologia – Fondazione Ginevrina per l’Educazione e la Ricerca Medica
- Thüroff, Joachim W., et al. “EAU guidelines on urinary incontinence.” Actas Urológicas Españolas (English Edition)7 (2011): 373-388.
- Syan, Raveen, and Benjamin M. Brucker. “Guideline of guidelines: urinary incontinence.” BJU international1 (2016): 20-33.