Il tumore alle ovaie è un tumore che non dà sintomi se non in fase avanzata. Viene spesso scoperto quando si è già diffuso nell’organismo e le opzioni di guarigione sono basse. Viene trattato con la chirurgia e la chemioterapia.

Descrizione del tumore alle ovaie

Il tumore alle ovaie è un tumore che ha origine dalla trasformazione maligna delle cellule del tessuto ovarico. L’ovaia (o ovaio) è l’organo che produce i gameti femminili (ovuli) e gli ormoni sessuali (estrogeni, progesterone e una piccola quantità di androgeni). Le due ovaie, che in una donna adulta sono lunghe 3-4 centimetri, si trovano ai lati dell’utero. Lo strato esterno dell’ovaia contiene i follicoli ovarici: ogni mese un follicolo va incontro a maturazione e rilascia un ovulo che migra in una delle due tube di Falloppio dove può essere raggiunto dagli spermatozoi per la fecondazione. Lo strato interno dell’ovaia contiene tessuto connettivo e vasi sanguigni.

Solitamente i tumori ovarici derivano dalla trasformazione delle cellule dell’epitelio ovarico, tuttavia possono insorgere anche in seguito a trasformazione delle cellule germinali (quelle che danno origine gli ovuli) e delle cellule stromali (che forniscono sostegno all’organo e producono gli ormoni).

Tipologie e classificazioni dei tumori dell’ovaio

Si distinguono quindi tre tipi di tumori dell’ovaio:

  • tumori epiteliali, i più frequenti (90%);
  • tumori germinali, tipici delle donne con meno di 20 anni di età;
  • tumori stromali, i più rari (1% circa).

I tumori alle ovaie vengono classificati in quattro stadi di gravità crescente, indicati con i numeri romani (I-IV), usando due diversi sistemi di classificazione, quello della FIGO (Fédération Internationale de Gynécologie et d’Obstétrique) o quello dell’AJCC (American Joint Committee on Cancer). La classificazione FIGO si basa sull’estensione della malattia: il tumore è in stadio I se è limitato alle ovaie, stadio II se è limitato alla pelvi, stadio III se ci sono metastasi peritoneali e stadio IV se ci sono metastasi a distanza. Il sistema di classificazione TNM dell’AJCC si basa sulle dimensioni del tumore, sul coinvolgimento dei linfonodi e sulla presenza di metastasi. Le sedi di metastatizzazione del tumore ovarico più comuni sono polmone, fegato e peritoneo (lo spazio virtuale compreso all’interno della membrana che riveste gli organi addominali); la disseminazione delle cellule maligne nel peritoneo viene detta carcinosi peritoneale.

Incidenza e fattori di rischio del tumore alle ovaie

Si stima che nel corso della vita una donna su 74 sviluppi un tumore alle ovaie. In Italia, nel 2020 erano attesi 5.200 nuovi casi, il 3% di tutti i tumori diagnosticati in un anno. Dato che spesso il cancro viene scoperto troppo tardi, il tasso di sopravvivenza è insoddisfacente: solo il 40% delle pazienti è ancora vivo a 5 anni dalla diagnosi.

I fattori di rischio includono:

  • età, in genere insorge dopo i 50 anni di età;
  • familiarità, in alcuni casi il tumore alle ovaie ricorre all’interno dello stesso nucleo familiare;
  • predisposizione genetica, sono stati identificati alcuni geni, BRCA1 e BRCA2, che rendono più suscettibili al tumore alle ovaie e al tumore della mammella;
  • fattori legati alla sfera riproduttiva, il rischio aumenta se il periodo ovulatorio (quello che intercorre tra la prima mestruazione e la menopausa) è lungo (quindi se il menarca precoce e/o la menopausa è tardiva) e se non si hanno avuto gravidanze; il rischio si riduce se si hanno avuto più gravidanze, se si è allattato al seno e con l’uso a lungo termine di contraccettivi estroprogestinici;
  • obesità.

Come si presenta il tumore alle ovaie

Il tumore alle ovaie è spesso detto “killer silenzioso” perché non causa nessun sintomo se non quando è già in fase avanzata e ha iniziato a diffondersi nell’organismo. I sintomi del tumore ovarico includono gonfiore addominale, meteorismo (accumulo di gas nel tratto gastrointestinale), bisogno di urinare spesso, disturbi intestinali, dolore addominale o pelvico, stanchezza, nausea, mancanza di appetito e senso di sazietà precoce. Il gonfiore addominale può dipendere dall’ascite, l’accumulo di liquido nella cavità peritoneale, frequente nei pazienti con tumore ovarico metastatico.

Come si diagnostica il tumore alle ovaie

La diagnosi si basa sulla visita ginecologica con palpazione dell’addome e sull’ecografia. L’ecografia transvaginale è preferibile a quella transaddominale. Il dosaggio del marcatore CA125 (dall’inglese Cancer Antigen 125) nel sangue non è molto utile per la diagnosi, in quanto i livelli di questa proteina possono variare anche per altre cause; l’esame è invece indicato per monitorare l’efficacia dei trattamenti e la ripresa della malattia. La tomografia computerizzata – TC e la risonanza magnetica – RM consentono di accertare l’estensione del tumore al resto dell’organismo.

Non esiste una strategia di screening affidabile che consenta una diagnosi precoce del tumore alle ovaie. Le donne che presentano specifici fattori di rischio (varianti dei geni BRCA1 e BRCA2) vanno monitorate attentamente nel tempo.

Come si cura il tumore alle ovaie

Quando è possibile si procede con l’asportazione chirurgica del tumore. Se il tumore è in stadio iniziale in sette casi su dieci l’intervento chirurgico è curativo. Per ridurre il rischio che il tumore si riformi (recidiva) si utilizza la chemioterapia. Se l’asportazione chirurgica completa del tumore non è fattibile perché il tumore è in fase avanzata si ricorre alla chemioterapia standard, all’HIPEC (la chemioipertermia intraperitoneale – HIPEC è descritta nella scheda dedicata all’argomento) o a terapie a bersaglio molecolare (es. inibitori di PARP). Per dare sollievo dai sintomi causati dall’ascite si utilizza la paracentesi evacuativa.