La chemioterapia antitumorale è un trattamento farmacologico per il cancro. Sono disponibili molti farmaci e protocolli terapeutici, scelti in base alle caratteristiche del tumore e del paziente. La chemioterapia comporta effetti collaterali fastidiosi, ma quasi sempre temporanei.

La chemioterapia è sempre stata, assieme alla radioterapia e alla chirurgia, uno dei pilastri del trattamento contro il cancro. Oggi a queste opzioni si sono aggiunti i farmaci a bersaglio molecolare e l’immunoterapia, tuttavia in molti casi la chemioterapia mantiene un ruolo primario. Il trattamento consiste nella somministrazione di sostanze chimiche in grado di uccidere le cellule del tumore o di impedirne la moltiplicazione. Di fatto qualunque terapia medica che si basa sulla somministrazione di sostanze chimiche è una chemioterapia, nella pratica quando si parla di chemioterapia si intende la chemioterapia antitumorale.

Indice
  • 1 I farmaci dietro la chemioterapia
  • 2 Quando si usa la chemioterapia
  • 3 Come si effettua la chemioterapia
  • 4 Fonti

I farmaci dietro la chemioterapia

Esistono moltissimi farmaci chemioterapici. La maggior parte sono stati sintetizzati in laboratorio, ma ce ne sono anche alcuni di origine naturale, come il tassolo, originariamente ottenuto da una pianta, o la trabectedina, ricavata da un mollusco marino. I farmaci chemioterapici vengono raggruppati in base al meccanismo d’azione.

In generale essi interferiscono con la moltiplicazione cellulare. Le cellule si moltiplicano (si dice anche che proliferano) mediante mitosi, un processo in cui da una cellula si formano due cellule figlie identiche alla cellula madre. La divisione è preceduta da una fase preparatoria in cui la cellula si ingrandisce, produce le strutture cellulari che serviranno alle cellule figlie e soprattutto usa il proprio DNA come stampo per sintetizzare due molecole di DNA identiche che verranno divise tra le cellule figlie.

Molti dei farmaci chemioterapici interferiscono con la sintesi del DNA, altri impediscono che il DNA venga usato per guidare la sintesi delle proteine che servono alla cellula e altri ancora rendono impossibile la fase di divisione. I chemioterapici che arrestano l’accrescimento e la divisione delle cellule sono detti citostatici, quelli che riescono a indurre la morte delle cellule sono detti citotossici.

Le cellule del tumore si moltiplicano in continuazione, perciò, sono sensibili alla chemioterapia. I farmaci chemioterapici agiscono preferenzialmente sulle cellule maligne, ma non solo su esse e ciò determina la comparsa di effetti collaterali. I tessuti sani più colpiti sono quelli che si dividono attivamente come il rivestimento interno dell’apparato gastro-intestinale, le cellule dei follicoli piliferi e le cellule del midollo osseo da cui hanno origine le cellule del sangue. Ecco perché gli effetti collaterali più comuni sono nausea, vomito, diarrea, perdita dei capelli e riduzione di globuli rossi, globuli bianchi e piastrine. Ovuli e spermatozoi sono molto sensibili alla tossicità dei farmaci, per questo motivo la chemioterapia può causare sterilità.

Quando si usa la chemioterapia

La chemioterapia viene usata per curare sia i tumori del sangue sia i tumori solidi. In linea di massima se il tumore è in stadio iniziale ed è possibile intervenire chirurgicamente la chemioterapia può essere evitata.

Negli altri casi, a meno che non siano disponibili trattamenti che agiscono in modo specifico su quel tipo di tumore (come farmaci a bersaglio molecolare o anticorpi monoclonali specifici) o che la radioterapia sia per qualche motivo più indicata, è molto probabile che il paziente debba sottoporsi a chemioterapia.

In alcuni casi la chemioterapia viene fatta prima dell’intervento chirurgico (chemioterapia neo-adiuvante) per ridurre la massa tumorale e facilitarne l’asportazione, in altri viene fatta dopo l’intervento di resezione del tumore (chemioterapia adiuvante) per cercare di eliminare tutte le cellule maligne eventualmente rimaste e ridurre così il rischio di ricaduta.

Per approfondire: Chemioterapia neoadiuvante: cos’è? quali differenze con la adiuvante?

Come si effettua la chemioterapia

Normalmente la chemioterapia viene somministrata per via endovenosa, mediante fleboclisi (flebo), o per via orale, in capsule o compresse, e raggiunge tutto l’organismo. Raramente la chemioterapia viene somministrata in una cavità corporea, è questo il caso della somministrazione intratecale (nel liquido che riempie gli spazi attorno al cervello e al midollo spinale) per i tumori del sistema nervoso o della somministrazione in vescica o nel peritoneo, come si fa, rispettivamente, nella chemioipertermia e nella chemioipertermia intraperitoneale (HIPEC).

Il trattamento chemioterapico viene eseguito a cicli, in ogni ciclo vi sono giorni di somministrazione del farmaco e giorni di sospensione, per dare all’organismo il tempo di riprendersi dagli effetti tossici della chemio. Solitamente non si usa un solo farmaco chemioterapico, ma una combinazione di farmaci con meccanismi d’azione differenti per massimizzare l’efficacia della terapia. Per ogni tipo di tumore sono stati messi a punto dei protocolli standard che definiscono quali farmaci vengono usati (il cosiddetto regime chemioterapico, talvolta indicato con le iniziali dei farmaci, es. FOLFOX) e lo schema di trattamento (dosi, tempi di somministrazione, numero di cicli). La scelta del protocollo dipende sia dal tipo, dallo stadio e dalle peculiarità molecolari del tumore, sia dalle caratteristiche del paziente (età, sesso, presenza di altre patologie, trattamenti precedenti).

Per approfondire:

La chemioterapia endovenosa viene somministrata in regime di day hospital, mentre la chemioterapia orale può essere assunta a domicilio. Dopo la chemioterapia il paziente può soffrire di vari disturbi, tra cui nausea, vomito, diarrea, perdita dei capelli (alopecia) e infiammazione del cavo orale. La tossicità dei farmaci sulle cellule del sangue può causare anemia, facilità di sanguinamento e formazione di ematomi e indebolire le risposte del sistema immunitario (i pazienti in chemioterapia sono immunodepressi). La chemioterapia può provocare un’intensa sensazione di stanchezza che i medici chiamano “fatigue”.  Tipo e intensità degli effetti collaterali dipendono dal farmaco e dalla sua dose e anche dalle condizioni di salute generali del paziente. I protocolli utilizzati oggi sono stati ottimizzati per limitare il più possibile gli effetti collaterali pur garantendo l’efficacia.