I fibromi uterini sono una delle condizioni più comuni nelle donne in età riproduttiva: si tratta di tumori benigni costituiti da tessuto muscolare e fibroso (chiamati anche leiomiomi o miomi) che si sviluppano nell’utero. Sebbene la maggior parte delle donne con fibromi sono asintomatiche, a volte possono manifestare sintomi anche gravi, come sanguinamento uterino anomalo, anemia, dolore e pressione pelvici. Inoltre, i fibromi sono stati associati a infertilità. Molte donne possono manifestare fibromi uterini durante l’arco della loro vitae, essendo  spesso asintomatici,  possono essere individuati in maniera accidentale durante un esame pelvico di routine o un ecografia prenatale. Le attuali opzioni per il trattamento dei fibromi includono la somministrazione di farmaci o nei casi più gravi interventi chirurgici.

Contesto anatomo-funzionale

L’utero è un organo che fa parte dell’apparato genitale femminile. L’utero è costituito da uno strato più interno (endometrio), che si ispessisce durante il ciclo mestruale ed è responsabile del sanguinamento durante le mestruazioni; uno strato muscolare (miometrio) che è in grado di contrarsi e che contiene la maggior parte dei vasi sanguigni e nervi; e un rivestimento di tessuto connettivo esterno, detto perimetrio.

Descrizione dei fibromi uterini

I fibromi sono dei tumori benigni (cioè una crescita anomala di cellule, che però non cambiano caratteristiche dal tessuto di partenza e che non sono capaci di invadere gli altri tessuti) che originano dal miometrio e la cui crescita dipende dalla presenza di ormoni femminili in circolo, soprattutto estrogeni e progesterone. Le formazioni tumorali sono costituite da tessuto muscolare e fibroso e sono di dimensioni variabili.

 

In base alla loro localizzazione, i fibromi si distinguono in:

  • fibromi intramurali, quando si sviluppano all’interno della parete uterina;
  • fibromi sottosierosi, quando si sviluppano al di fuori della parete dell’utero, sono i più comuni e possono diventare molto grandi;
  • fibromi sottomucosi, quando si sviluppano sotto lo strato interno dell’utero.

Epidemiologia dei fibromi uterini

I fibromi sono rari prima della pubertà, aumentano di prevalenza durante gli anni riproduttivi e diminuiscono di volume dopo la menopausa; vengono diagnosticati fino al 70% delle donne caucasiche e oltre all’80% delle donne afrodiscendenti durante la loro vita. Sebbene tuttora non sia molto studiata, questa condizione è molto comune nelle donne e ha un profondo impatto sull’assistenza sanitaria e sui costi sanitari in tutto il mondo.

La diagnosi dei fibromi uterini

Poichè i fibromi uterini sono spesso asintomatici, generalmente vengono diagnosticati in maniera accidentale durante un esame ginecologico di routine. Se invece sono presenti sintomi, il medico accerterà la presenza di fibromi attraverso i seguenti test diagnostici:

  • ecografia: esame di imaging che sfrutta gli ultrasuoni per ottenere un’immagine della cavità uterina, per confermare la diagnosi e per mappare e misurare i fibromi; l’ecografia può essere effettuata esternamente, posizionando il rilevatore sull’addome (ecografia transaddominale) oppure all’interno della vagina (ecografia transvaginale);
  • esami del sangue, volti a diagnosticare un’anemia dovuta a eccessivo sanguinamento, o per escludere altre patologie;
  • isterosalpingografia, esame radiologico con mezzo di contrasto che indaga la struttura di utero e tube;
  • isteroscopia, esame endoscopico in cui il medico inserisce una sonda con fibre ottiche attraverso la cervice dell’utero, e le immagini vengono inviate a un monitor. Viene poi infusa della soluzione salina che espande la cavità uterina e permette l’esplorazione delle pareti dell’utero e delle altre strutture della cavità uterina.

I sintomi e le complicanze dei fibromi uterini

I fibromi uterini generalmente non danno sintomi; tuttavia, quando insorgono, i sintomi possono essere dovuti alla posizione, alle dimensioni e al numero dei fibromi. I più comuni sono:

  • sanguinamento mestruale abbondante;
  • mestruazioni prolungate (più di una settimana);
  • dolore pelvico;
  • necessità di fare pipì frequentemente (minzione frequente);
  • costipazione;
  • mal di schiena.

Anche la possibile insorgenza di complicanze è dovuta alla posizione e alla dimensione dei fibromi. Tra le complicanze più comuni:

Trattamento dei fibromi uterini

I fibromi uterini, se di dimensioni ridotte e se asintomatici non necessitano di un trattamento medico, ma esclusivamente di un monitoraggio nel corso del tempo.

Al contrario, se sono presenti i sintomi, i fibromi uterini possono essere trattati con:

  • trattamenti farmacologici (per esempio la pillola contraccettiva o i farmaci antiprogestrinici) che prendono di mira gli ormoni che regolano il ciclo mestruale, trattando alcuni sintomi associati ai fibromi uterini. Questi farmaci non eliminano i fibromi, ma possono ridurli;
  • chirurgia a ultrasuoni, pratica non invasiva eseguita ambulatorialmente in grado di rimuovere i fibromi;
  • chirurgia mini-invasiva, permette la rimozione dei fibromi senza incidere direttamente l’utero; tra queste procedure c’è l’ablazione a ultrasuoni, la miectomia laparoscopica;
  • chirurgia a cielo aperto, nei casi più gravi prevede anche la rimozione dell’intero utero, con l’intervento di isterectomia.

Per saperne di più sulle formazioni tumorali, consulta la scheda sul tumore.

Fonti