Fibrillazione atriale (FA)
La fibrillazione atriale (FA) è la forma di aritmia cardiaca più comune nella popolazione generale. La FA è un’alterazione della conduttività del cuore, che insorge quando gli atri non si contraggono adeguatamente e i ventricoli lo fanno in modo irregolare ed eccessivamente rapido, impedendo così il normale funzionamento cardiaco. Negli anni, dati indicano un aumento dell’incidenza di FA associato all’invecchiamento della popolazione: in Italia ne soffre 1 anziano su 12.
Sintomi della fibrillazione atriale
I pazienti affetti da FA presentano spesso palpitazioni, sensazione di soffocamento, dolore toracico, affaticamento, vertigini. Tutti sintomi questi che possono pregiudicare lo svolgimento delle semplici attività di vita quotidiana. La fibrillazione atriale può essere caratterizzata dall’alternanza di periodi sintomatici e asintomatici e, nel tempo, le palpitazioni possono addirittura scomparire.
Diagnosi della fibrillazione atriale
La diagnosi di questa patologia può essere effettuata semplicemente attraverso la misurazione del polso o in seguito ad elettrocardiogramma. Alla palpazione, l’arteria radiale del paziente con fibrillazione atriale presenta un ritmo irregolare. L’elettrocardiogramma permette di confermare la diagnosi, di valutare le cause dell’aritmia ed escludere la presenza di coaguli nelle camere cardiache.
Trattamento della fibrillazione atriale
Trattamento farmacologico
Il trattamento farmacologico, attraverso l’utilizzo di farmaci antiaritmici, costituisce la prima scelta terapeutica per la fibrillazione atriale. Sebbene la percentuale di efficacia sia elevata, in alcuni casi il trattamento farmacologico non è in grado di risolvere il problema nei pazienti con aritmia persistente. Inoltre, gli antiaritmici possono produrre effetti collaterali che ne impediscono l’uso come trattamento cronico.
Il controllo della frequenza cardiaca si ottiene con beta-bloccanti, antagonisti dei canali del calcio e digossina.Nonostante la loro efficacia, non sono in grado di ripristinare da soli il ritmo sinusale o di ridurre significativamente il rischio di incidenti embolici, quindi sono necessari anticoagulanti orali, in modo che il sangue abbia meno facilità di coagulazione e non si producano coaguli nell’atrio.
Crioablazione
La crioablazione è una tecnica avanzata per il trattamento di alcune tipologie di fibrillazione atriale.
L’applicazione del freddo si ottiene introducendo, attraverso un catetere, un palloncino riempito di protossido di azoto che raggiunge l’intersezione delle vene polmonari nell’atrio sinistro per isolare e prevenire la diffusione dell’impulso elettrico anomalo.
Pacemaker
I pacemakers – generalmente impiantati in anestesia locale – sono piccoli dispositivi elettronici in grado di analizzare il ritmo cardiaco e trattare le aritmie mediante stimoli elettrici. Questi sono recupero dall’intervento è rapido e consente la dimissione dall’ospedale in due o tre giorni. Quando le batterie si scaricano, circa ogni sei anni, il pacemaker deve essere sostituito.
Il funzionamento delle apparecchiature impiantate nei pazienti può essere rilevato in remoto. In questo modo si ottiene un controllo costante della malattia.
Defibrillatori cardiaci impiantabili
I defibrillatori cardiaci impiantabili si rendono necessari in alcuni pazienti con aritmie gravi e pericolose per la vita. Il defibrillatore cardiaco impiantabile, infatti, ripristina il normale ritmo cardiaco erogando automaticamente scosse elettriche e controlla il ritmo cardiaco in modo permanente. Quando rileva un aritmia, utilizza impulsi elettrici per sopprimerla. Inoltre, a seconda della gravità dell’aritmia, il defibrillatore applica automaticamente trattamenti più morbidi o più radicali che, occasionalmente, possono essere percepiti dal paziente.
Chirurgia
Quando le tecniche meno invasive non danno i risultati sperati, esistono diverse opzioni chirurgiche per trattare la fibrillazione atriale, rimuovere l’area del tessuto cardiaco che causa i segnali elettrici irregolari e, ripristinare il ritmo normale del cuore. Oltre alla crioablazione, le due tecniche principali sono la procedura del labirinto e l’ablazione del nodo atrioventricolare.
Procedura del labirinto
Con questa procedura il chirurgo tenta di risolvere l’aritmia interrompendo gli impulsi elettrici anomali che la generano. Esistono numerose varianti della procedura del labirinto, a seconda delle quali il chirurgo può utilizzare un bisturi, radiofrequenza o crioterapia.
Le procedure del labirinto hanno un alto tasso di successo, ma la fibrillazione atriale può ripresentarsi. In tal caso, potrebbe essere necessaria un’altra ablazione cardiaca o un nuovo intervento.
Ablazione del nodo atrioventricolare
L’ablazione del nodo atrioventricolare può essere un’altra opzione per il trattamento della fibrillazione atriale. La procedura prevede l’uso di un catetere per fornire energia a radiofrequenza al nodo che collega le camere superiori e inferiori del cuore.
La procedura distrugge una piccola area del tessuto cardiaco, prevenendo così segnalazioni anomale. Dopo questa procedura, sarà necessario assumere anticoagulanti per ridurre il rischio di ictus.
Fonti
- Bosch NA, Cimini J, Walkey AJ. Atrial Fibrillation in the ICU. Chest. 2018 Dec;154(6):1424-1434. doi: 10.1016/j.chest.2018.03.040;
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