La conizzazione è una procedura chirurgica che consiste nella rimozione di una porzione di tessuto anomalo dal collo dell’utero (cervice uterina). Per rimuovere il tessuto di solito viene utilizzato un bisturi, un coltello laser o un anello di filo sottile riscaldato da una corrente elettrica (ansa diatermica). Il tessuto viene quindi controllato al microscopio per la ricerca di eventuali segni di malattia. La conizzazione può essere, infatti, utilizzata per verificare la presenza di cancro alla cervice uterina (biopsia) o per trattare determinate condizioni cliniche che colpiscono questo organo.

Indice
  • 1 Cos'è e a cosa serve la conizzazione
  • 2 Come si esegue la conizzazione
  • 3 Conizzazione diagnostica e terapeutica
  • 4 Rischi e complicanze della conizzazione
  • 5 Fonti

Cos'è e a cosa serve la conizzazione

La cervice uterina è la porzione inferiore dell’utero e fa parte dell’apparato genitale femminile. L’apparato genitale femminile, infatti, è costituito dalle ovaie, dalle tube di Falloppio (canali che mettono in comunicazione le ovaie con la cavità uterina), dall’utero (organo cavo che accoglierà il feto), dalla vagina e dagli organi genitali esterni (le grandi e piccole labbra).

In particolare la cervice uterina è la porzione dell’utero che confina con il tessuto vaginale ed è composta da due regioni che sono l’ectocervice (che comunica con la vagina) e il canale endocervicale (che comunica con l’utero). Endocervice ed ectocervice sono costituiti da due tessuti di rivestimento diversi, la porzione di transizione tra i due è quella più sensibile all’infezione da Papillomavirus umano (HPV), che può portare a lesioni e modificazioni maligne del tessuto.

Durante la vita di una donna, infatti, il tessuto cervicale può presentare delle lesioni che possono evolvere in un cancro. Il tumore del collo dell’utero (o carcinoma della cervice uterina) rappresenta, secondo i dati del Ministero della Salute, il quinto tumore più frequente nelle donne sotto i 50 anni, colpendo l’1,3% della popolazione.

Come si esegue la conizzazione

L’intervento di conizzazione generalmente viene eseguito in anestesia generale, ma può anche essere eseguito in anestesia locale, soprattutto se la procedura viene effettuata con l’aiuto del laser o dell’ansa diatermica. In questo ultimo caso, l’intervento dura meno di un’ora e spesso viene eseguito contestualmente ad una colposcopia, esame endoscopico in cui, grazie a un sottile tubicino flessibile dotato di una sonda, è possibile visualizzare in dettaglio la parete della cervice uterina. La conizzazione classica, invece, non può essere eseguita contestualmente alla colposcopia.

L’intervento prevede che la paziente venga fatta sdraiare su un lettino ginecologico con staffe, per facilitare l’azione del medico che dilata il canale vaginale attraverso uno strumento chiamato speculum, come accade per il pap test e, a seconda della modalità scelta per la procedura, rimuove la porzione di cervice uterina che presenta anomalie al tessuto. La maggior parte delle volte viene utilizzato il laser o l’ansa diatermica, ma la conizzazione può anche contemplare l’uso del bisturi. Dopo l’intervento, in base alle situazioni, la paziente può tornare direttamente a casa o passare una notte in ospedale. Viene consigliato di astenersi dai rapporti sessuali, non utilizzare assorbenti interni, fare il bagno o nuotare per le tre settimane successive alla conizzazione.

Conizzazione diagnostica e terapeutica

La conizzazione è indicata a scopo diagnostico ma anche a scopo terapeutico. Da un punto di vista diagnostico, si esegue una conizzazione se il medico ha il sospetto di una lesione maligna o un adenocarcinoma nel tessuto della cervice, soprattutto se c’è una discrepanza tra i risultati del pap test e quelli della biopsia della cervice. La procedura è indicata anche per trattare la displasia grave e il cancro cervicale a cellule squamose a stadi iniziali, soprattutto se la paziente vuole mantenere la possibilità di concepire.

Rischi e complicanze della conizzazione

Sebbene la conizzazione sia una procedura chirurgica poco invasiva, essa può comunque dare luogo alle seguenti complicanze:

  • sanguinamenti interni sia durante l’operazione che dopo, soprattutto se la conizzazione viene eseguita con il bisturi;
  • infezioni;
  • stenosi (restringimento) della cervice uterina;
  • un leggero aumento di rischio di parto prematuro in caso di successiva gravidanza.

La conizzazione, quindi, è una procedura chirurgica che viene utilizzata per rimuovere una porzione di tessuto anomalo della cervice uterina. Per conoscere altre procedure diagnostiche in ginecologia, consultate le schede sul pap test, sul tampone vaginale e sul tampone cervicale.

Fonti