Cardioversione elettrica (CVE)
La cardioversione elettrica (CVE) è una metodica che sfrutta l’elettricità e tramite l’erogazione di una scarica elettrica vengono corrette le aritmie cardiache, cioè i difetti del ritmo del cuore. Questa viene applicata in particolare nelle condizione di emergenza clinica, come la fibrillazione atriale.
- 1 Descrizione della cardioversione elettrica
- 2 Come si esegue la cardioversione elettrica
- 3 Curare patologie e aritmie con la cardioversione elettrica
- 4 Rischi e complicanze della cardioversione elettrica
- 5 Fonti
Descrizione della cardioversione elettrica
L’aritmia cardiaca è un’anomalia nella frequenza o nel ritmo cardiaco, dovuta a un’alterazione dei sistemi di conduzione dell’impulso elettrico del cuore. Generalmente l’aritmia è causata da modificazioni del tessuto cardiaco o da irregolarità nei segnali elettrici che controllano il battito del cuore. In questo tipo di patologie, una porzione di cuore (che dipende dal tipo di aritmia) smette di funzionare in maniera corretta, alterando l’intera conduzione dell’impulso elettrico cardiaco.
Il risultato è un battito cardiaco anomalo, con conseguenze anche importanti sulla salute. In alcuni casi, le aritmie come la fibrillazione atriale rappresentano delle vere e proprie emergenze mediche che, se non sono trattate tempestivamente, possono mettere in serio pericolo la vita del soggetto che ne è colpito. In questi casi, dal momento che si verifica di fatto un cortocircuito nel sistema elettrico che fa contrarre il cuore, è necessario un reset elettrico: la cardioversione. La cardioversione elettrica è una pratica salvavita se applicata in circostanze urgenti. Il tasso di successo della cardioversione dipende ed è aumentato da un’accurata diagnosi di tachicardia, da un’attenta selezione del paziente e da un’adeguata applicazione degli elettrodi responsabili di apportare l’elettricità al cuore.
In particolare, la cardioversione elettrica consiste nell’inviare scariche elettriche al cuore attraverso elettrodi posizionati sul torace. È possibile eseguire la cardioversione anche con appositi farmaci e in questo caso si parla di cardioversione farmacologica.
La cardioversione elettrica è una procedura programmata e poco invasiva che viene eseguita in ospedale, ripristina rapidamente, nella maggior parte dei casi, un ritmo cardiaco normale e può essere considerata una procedura di emergenza salvavita.
Come si esegue la cardioversione elettrica
La cardioversione elettrica è effettuata in ospedale o in clinica da personale medico-sanitario. Preliminarmente vengono somministrati al paziente dei farmaci antiaritmici al fine di capire se la cardioversione farmacologica può avere un buon esito. Qualora, infatti, i farmaci portassero il cuore ad un ritmo normale, la cardioversione elettrica potrebbe non essere necessaria, in caso contrario bisogna invece attivare la procedura.
L’intervento di cardioversione elettrica dura circa 30 minuti e si effettua in anestesia generale. Il medico somministra una scossa elettrica attraverso due elettrodi, costituiti da due piastre, che vengono posizionati uno sul petto e l’altro sulla schiena, oppure entrambi sulla parte anteriore del torace. A questo punto il medico dà la scarica, che dura meno di un secondo, che interrompe brevemente il ritmo cardiaco, per poi ripristinarlo.
Successivamente, il medico si accerta che il battito cardiaco sia regolare, per alcuni soggetti una scarica è sufficiente a ripristinare un battito regolare, per altri sono necessarie più scariche elettriche. Nella maggior parte dei casi, i pazienti si svegliano rapidamente e non ricordano l’intervento di cardioversione elettrica.
Curare patologie e aritmie con la cardioversione elettrica
Si ricorre alla cardioversione elettrica per trattare patologie e aritmie cardiache che non possono essere risolte con la cardioversione farmacologica. In particolare:
- tachicardia sopraventricolare;
- sindrome di wolff-parkinson-white;
- fibrillazione atriale;
- flutter atriale;
- tachicardia atriale ectopica.
Rischi e complicanze della cardioversione elettrica
La cardioversione elettrica è un intervento generalmente sicuro e le complicanze a esso associate sono minime, generalmente si può sperimentare dolore nella sede di applicazione della scarica. Le complicanze più gravi comprendono l’insorgenza di fibrillazione ventricolare durante l’anestesia generale o dopo la scarica elettrica, tromboembolia dovuta a insufficiente terapia anticoagulante orale, aritmia atriale, blocco cardiaco, bradicardia, infarto miocardico acuto, ipotensione transitoria, edema polmonare e ustione alla pelle.
La cardioversione, quindi, rappresenta un intervento per il trattamento delle aritmie cardiache. Un altro trattamento è quello dell’ablazione. Per conoscere più in dettaglio sintomi, diagnosi e trattamenti dei diversi tipi di aritmie, consulta le schede sulla tachicardia, sulla bradiaritmia, sul flutter atriale e sulla fibrillazione atriale, sulla fibrillazione ventricolare, sull’aritmia ventricolare.
Fonti
- AF-Ablation: cardioversione elettrica CVE;
- American Hearth Association – Prevention and threatment of arrhythmia – Cardioversion;
- Mayo Clinic – cardioversion;
- Sucu M, Davutoglu V, Ozer O. Electrical cardioversion. Ann Saudi Med. 2009;29(3):201-206. doi:10.4103/0256-4947.51775.