L’alcolizzazione è una procedura terapeutica che consiste nell’iniezione percutanea di alcool al 95% in sedi del corpo che presentano formazioni o difetti che devono essere eliminati, come tumori solidi, noduli o strutture fibrose.

Mentre l’alcolizzazione in passato era molto utilizzata per trattare i tumori solidi, adesso è principalmente utilizzata per ridurre o eliminare i noduli della tiroide, del fegato in caso di carcinoma epatico (un tipo di neoplasia che colpisce il tessuto del fegato) e per ripristinare il flusso di sangue nel ventricolo sinistro in caso di cardiomiopatia restrittiva. Generalmente l’infusione percutanea viene eseguita accompagnandosi con una sonda ecografica, che possa indicare con precisione la sede da trattare.

Indice
  • 1 Come si esegue l’alcolizzazione
  • 2 Perché si utilizza l’alcol?
  • 3 A cosa serve l’alcolizzazione
  • 4 Rischi e conseguenze dell’alcolizzazione
  • 5 Fonti

Come si esegue l’alcolizzazione

L’alcolizzazione può essere eseguita sia in ricovero che in day hospital, generalmente è solo lievemente dolorosa e dura dai 10 ai 20 minuti, anche se questo dipende molto dalle condizioni del paziente e dalla sua collaborazione. Si tratta di una procedura poco invasiva, di facile esecuzione e facilmente ripetibile. In base alla sede di alcolizzazione, la procedura cambia leggermente, anche se di base si tratta sempre di un’iniezione percutanea di etanolo al 95% di volume. Per individuare con precisione il punto in cui effettuare l’iniezione, viene utilizzata una sonda ecografica: un piccolo dispositivo portatile delle dimensioni di una saponetta in grado di fornire gli ultrasuoni, che poi, rielaborati al computer, daranno informazioni preziose sulla struttura del tessuto e sul posizionamento del nodulo. Il medico spalma del gel che favorisce il passaggio degli ultrasuoni sulla pelle immediatamente sopra alla struttura da trattare e, attraverso un monitor, guarda le strutture interne.

Per quanto riguarda l’alcolizzazione epatica, l’intervento viene eseguito in anestesia locale; sotto la guida ecografica viene inserito un ago sottile a livello percutaneo, che permette l’iniezione di una piccola quantità di alcool direttamente sui noduli. La procedura viene ripetuta due volte la settimana per un numero totale di trattamenti che in genere è compreso tra 3 e 10, in base alle dimensioni dei noduli.

Per quanto riguarda l’alcolizzazione tiroidea, sotto guida ecografica viene individuato il nodulo o la cisti, e aspirato il liquido al suo interno con un ago sottile. Dopo di che il medico inietta una quantità di etanolo sterile al 95% pari a circa metà del volume di liquido aspirato; dopo qualche minuto, l’alcool viene parzialmente aspirato. Generalmente, è sufficiente una sola seduta di alcolizzazione, ma in alcuni casi può essere necessario ripetere la stessa procedura più volte (da 2 a 4).

Nel caso invece di trattamento della cardiomiopatia, la tecnica è più invasiva e si effettua in sala di emodinamica. Come prima cosa il cardiologo effettua una coronarografia e un’ecocardiografia, per individuare la zona del setto interventricolare che ostruisce il flusso di sangue, e i vasi che la irrorano. Dopo di che si inietta una piccola quantità di alcol che provoca una necrosi di tessuto (infarto), solo nella zona in cui serve. L’ostruzione si riduce o scompare immediatamente.

Perché si utilizza l’alcol?

L’alcol, o etanolo, è una sostanza organica che, in base alle sue caratteristiche chimiche, è capace di penetrare in maniera molto efficace all’interno delle cellule, e di indurre fenomeni di cicatrizzazione, ovvero un processo di riparazione delle lesioni in cui entrano in gioco numerosi componenti cellulari e molecolari.

Particolarità del processo di cicatrizzazione è che, quando viene riparata una ferita o una lesione, il tessuto finale non è quello di partenza, ma un tessuto detto fibrotico, ricco di fibre collagene ma scarsamente innervato e irrorato. Se, quindi, viene somministrato dell’alcol a noduli che possono formarsi nel fegato, o nella tiroide, esso genera un processo di cicatrizzazione che porta alla riduzione e infine al riassorbimento del nodulo.

 

 

A cosa serve l’alcolizzazione

L’alcolizzazione serve per ridurre o eliminare, nel caso dell’alcolizzazione epatica e tiroidea, noduli e cisti. In particolare, l’alcolizzazione epatica è molto utilizzata per trattare le lesioni da epatocarcinoma, il tipo più comune di tumore al fegato. L’alcolizzazione tiroidea, invece, è utilizzata nel trattamento di noduli tiroidei cistici benigni, ripieni di liquido. Per quanto riguarda l’alcolizzazione settale, è utilizzata per trattare la cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva.

Rischi e conseguenze dell’alcolizzazione

L’alcolizzazione è un processo sicuro e poco invasivo, ma, nell’1-2% dei casi, si possono generare delle complicanze. Le più comuni sono:

L’alcolizzazione, quindi, è una pratica terapeutica che consiste nell’infusione di alcool a livello percutaneo per ridurre o eliminare noduli, cisti o parti di tessuto che causano un’ostruzione.

Fonti