La quadrantectomia è l’intervento chirurgico di prima scelta eseguito per la rimozione del tumore della mammella e comporta l’asportazione di un solo quadrante mammario.

Cos’è e a cosa serve la quadrantectomia?

La quadrantectomia è l’intervento chirurgico di elezione eseguito per la rimozione radicale del tumore della mammella. L’operazione consiste nell’asportazione di uno solo dei quattro quadranti mammari, e non dell’intero organo, permettendo quindi di risparmiare una notevole quantità di tessuto. In questo modo viene facilitata la ricostruzione del seno e sono evitati molti problemi psicologici ed estetici legati alla mastectomia radicale. Eseguendo una quadrantectomia possono anche essere asportati i linfonodi ascellari, se colpiti dalla neoplasia, unitamente ai tessuti di rivestimento della parete toracica. Con questo approccio chirurgico è possibile lasciare intatta buona parte della mammella.

Il tumore della mammella è la forma neoplastica più comune nelle donne, rappresenta un quarto di tutti i tumori maligni ed è responsabile del 14,3% delle morti per cancro. Nell’intero continente europeo vengono diagnosticati annualmente, secondo i dati dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, 464.000 nuovi casi di carcinoma mammario e il 99% di questi coinvolge le donne. Quelli registrati nella sola Italia nel 2018 sono stati 52.800 e le morti avvenute nel nostro Paese a causa di questa malattia sono state 12.274. Negli Stati Uniti vengono scoperti ogni anno circa 211.300 nuovi casi mentre i decessi sono 39.800. La sopravvivenza della paziente dopo la diagnosi rappresenta uno degli indicatori più importanti dell’efficacia del sistema sanitario in questo settore oncologico. Per quanto riguarda il periodo 2005-2009, i dati in Italia dimostrano che la sopravvivenza dopo 5 anni dalla diagnosi ha raggiunto l’87%. Si tratta di numeri superiori alla media europea che è dell’82% (per maggiori informazioni consulta la scheda relativa al tumore alla mammella).

Il carcinoma mammario viene sospettato anche sulla base di un semplice esame obiettivo locale condotto dal medico o persino tramite una corretta autopalpazione della mammella. La diagnosi può essere posta grazie a una mammografia di controllo o nell’ambito di una campagna di screening mammografico. La sintomatologia spesso è molto sfumata inizialmente. I segni e i sintomi del tumore possono essere:

  • dolore al seno;
  • cambiamenti di forma e di dimensione della mammella;
  • arrossamenti, rigonfiamenti, avvallamenti o corrugamenti della cute mammaria.

Come si esegue l’intervento chirurgico di quadrantectomia?

L’intervento chirurgico richiede un ricovero ospedaliero di qualche giorno e viene eseguito in anestesia generale. È necessario il digiuno completo in genere dalla mezzanotte del giorno dell’operazione. Dopo aver asportato il quadrante mammario interessato dal tumore, ed eventualmente anche i linfonodi contenuti nell’ascella omolaterale tramite una seconda incisione chirurgica locale, la mammella viene ricostruita immediatamente per ridurre al minimo e rapidamente gli inestetismi.

Possono essere posizionati dal chirurgo alcuni drenaggi temporanei che andranno quindi rimossi successivamente e che sono utili a migliorare il decorso postoperatorio. I tessuti asportati durante l’operazione vengono successivamente inviati presso centri specializzati e analizzati da un anatomopatologo.

Quali sono i rischi associati alla quadrantectomia?

Le complicanze correlate alla rimozione chirurgica del tessuto mammario possono essere:

  • infezioni locali;
  • sanguinamento;
  • disturbi della sensibilità cutanea;
  • alterazione della forma della mammella;
  • reazioni anomale nei confronti dell’anestesia generale.

Qualora siano stati estratti chirurgicamente anche i linfonodi dell’ascella, è possibile la comparsa di danni nervosi e di gonfiore al braccio omolaterale (linfedema). Quest’ultima evenienza può manifestarsi subito dopo l’intervento operatorio o anche a distanza di mesi o di anni.

Cosa succede dopo l’intervento di quadrantectomia?

In genere il rientro a casa può avvenire, se non lo stesso giorno dell’intervento, dopo uno o due giorni di ricovero. Al momento della dimissione dall’ospedale, la paziente riceve tutte le istruzioni necessarie per affrontare in modo corretto il periodo post-operatorio. Viene spiegato, in particolare, come medicare le ferite chirurgiche, quali attività è meglio evitare per un po`di tempo e come controllare il dolore. In genere, viene anche fissato l’appuntamento per una visita di controllo che avviene dopo circa 14 giorni dall’operazione.

Qualora l’intervento abbia comportato anche la rimozione del pacchetto linfonodale ascellare, è necessario ricorrere a misure specifiche (ad esempio eseguire esercizi, evitare scottature da sole e attività pesanti) per ridurre al minimo la possibilità che si manifesti un linfedema del braccio dello stesso lato della mammella operata.

Generalmente, la maggior parte delle pazienti viene sottoposta a radioterapia che fa parte integrante del piano terapeutico. Il trattamento comincia in genere molto precocemente, immediatamente o poco dopo l’intervento chirurgico. A seconda dei casi, possono essere prescritte altre cure con farmaci chemioterapici o ormonali. Tutto dipende dalla grandezza e dalla stadiazione del carcinoma.

Fonti