La paracentesi consiste nel prelievo o nell’eliminazione, a seconda che sia eseguita a scopo diagnostico o terapeutico, del liquido accumulato nella cavità peritoneale di pazienti con ascite.

A cosa serve la paracentesi?

La paracentesi è una procedura medica che viene effettuata a scopo diagnostico o terapeutico sui pazienti che presentano ascite, ossia un accumulo di liquido nella cavità peritoneale. La cavità peritoneale è lo spazio compreso all’interno del peritoneo (la membrana che avvolge gli organi addominali) dove normalmente è contenuta solo una piccola quantità di liquido. In seguito ad alcune malattie, la cavità peritoneale si riempie di liquido ascitico.

Il volume del liquido ascitico può andare da pochi centilitri a diversi litri. I sintomi di cui può soffrire il paziente dipendono quindi dalla gravità dell’ascite: lieve (I grado), moderata (II grado) o tesa (III grado). Se è lieve, il paziente può non accusare nessun disturbo. Quando diventa moderata, il paziente comincia a presentare una distensione della parete addominale (“ascite” viene dalla parola greca che significa “otre”, proprio ad indicare l’aspetto gonfio assunto dai pazienti); in questo caso l’aumento del volume addominale può ostacolare i movimenti. Quando è tesa, il paziente può sentirsi affaticato, avere difficoltà a respirare, avere poco appetito e sentirsi subito sazio e conseguentemente può perdere massa muscolare; in questo caso, l’ascite può ostacolare il transito intestinale portando persino a un’occlusione intestinale.

L’ascite non solo peggiora la qualità della vita del paziente ma lo mette a rischio di infezioni e problemi renali. Se il liquido ascitico si infetta (peritonite batterica spontanea), il paziente presenta febbre, dolore addominale, nausea e vomito.

A chi è utile la paracentesi?

L’ascite è la complicanza più frequente della cirrosi epatica: almeno il 50% dei pazienti con cirrosi va incontro ad ascite nel corso della vita. Nel paziente cirrotico l’ascite è causata dall’aumento della pressione nella vena che porta il sangue al fegato (ipertensione portale). È indice del fatto che la cirrosi è a uno stadio avanzato (cirrosi scompensata). Altre malattie epatiche che si associano all’ascite sono l’epatite cronica, la colangite sclerosante primitiva, la cirrosi biliare primitiva e la sindrome di Budd-Chiari (una rara malattia in cui si assiste a un ostruzione quasi completa delle vene sovraepatiche provocata dalla formazione di coaguli).

L’ascite può comparire in pazienti che presentano tumori della zona addominale e pelvica (ascite neoplastica), tra cui il tumore dell’ovaio, del colon, dello stomaco, del pancreas e il mesotelioma peritoneale. L’ascite è frequente nei pazienti con carcinosi peritoneale, ossia pazienti in cui le cellule di un tumore originatosi in un altro organo si sono localizzate nel peritoneo.

Possono andare incontro ad ascite anche i pazienti affetti da alcune malattie sistemiche, come lo scompenso cardiaco, o infiammazioni acute, come la pancreatite.

Come si esegue la paracentesi?

La paracentesi può essere di due tipi: esplorativa o evacuativa.

La paracentesi esplorativa è una procedura diagnostica che viene effettuata quando si vuole indagare la natura dell’ascite, per esempio per capire se è dovuta alla cirrosi o a un tumore, o se si sospetta una peritonite batterica spontanea. Si introduce un ago nella parte in basso a sinistra dell’addome e si aspira con una siringa una piccola quantità di liquido (50-100 ml). Il campione di liquido ascitico viene utilizzato per valutare il numero e il tipo di cellule presenti, la concentrazione delle proteine totali, la concentrazione dell’albumina (il rapporto della concentrazione nel siero e nell’ascite è utile per classificare l’ascite) e la presenza di microrganismi (l’esame colturale permette di confermare la diagnosi di infezione e identificare l’agente infettante).

La paracentesi evacuativa è una procedura terapeutica praticata per alleviare i sintomi del paziente con ascite tesa. La paracentesi terapeutica è detta parziale o totale a seconda che il volume di liquido ascitico rimosso sia inferiore o superiore a 4 litri.  Normalmente viene eseguita in day hospital. Si inserisce nel quadrante addominale inferiore sinistro, eventualmente usando un ecografo per scegliere il punto di inserzione, un ago collegato a un tubo di drenaggio e il liquido viene fatto uscire per caduta o utilizzando una pompa aspirante (usando la pompa la procedura è più veloce). Le complicanze (infezioni, emorragie, perforazioni) sono rare (meno di 1/1000 paracentesi). Per evitare che il paziente vada incontro a shock ipovolemico, in caso di paracentesi totale, viene somministrata per via endovenosa una soluzione contenente albumina o colloidi. Dato che questa procedura non rimuove le cause che l’hanno provocata, l’ascite si riforma ed è quindi necessario ripeterla.

Fonti