La colangiografia è un esame radiologico che ha lo scopo di analizzare la morfologia delle vie biliari: questa metodica diagnostica consiste nell’acquisizione di immagini delle vie biliari mediante raggi X, utilizzando un colorante radiopaco come mezzo di contrasto. In particolare, durante la colangiografia si ha l’infusione, grazie a un catetere, all’interno delle vie biliari e della cistifellea di un liquido di contrasto radio-opaco a cui segue un’osservazione dell’addome attraverso una radiografia.

Indice
  • 1 In cosa consiste la colangiografia
  • 2 Come si esegue la colangiografia
  • 3 A cosa serve la colangiografia
  • 4 Rischi e complicanze della colangiografia
  • 5 Fonti

In cosa consiste la colangiografia

La radiografia è una pratica diagnostica che sfrutta il modo in cui i raggi X, radiazioni elettromagnetiche come la luce visibile o gli ultrasuoni utilizzati in tecniche diagnostiche come l’ecodoppler, colpiscono un rilevatore. I raggi X, infatti, hanno la caratteristica di attraversare gli oggetti, compresi i tessuti dell’organismo. Tuttavia, queste radiazioni attraversano il corpo in modo diverso a seconda della composizione fisica dei tessuti: infatti, a seconda della densità dell’oggetto attraversato, le radiazioni verranno più o meno impresse sul rilevatore, che restituirà quindi un’immagine “in negativo”. Nei tessuti del corpo umano, i raggi X non attraversano agevolmente tessuti densi come le ossa, che appariranno molto chiare nell’immagine radiografica; per quanto riguarda i tessuti molli, essi appariranno grigi, mentre spazi vuoti appariranno neri in quanto faranno passare tutte le radiazioni.

In base a come viene infuso il mezzo di contrasto, si può distinguere:

  • la colangiografia percutanea, in cui il mezzo radio opaco viene iniettato attraverso una puntura del fegato, nelle vie biliari e l’immagine radiologica viene ottenuta con la fluoroscopia, una particolare tecnica in grado di osservare il movimento di liquidi all’interno di un tessuto;
  • la colangiografia retrograda endoscopica, in cui una sonda è posizionata a partire dall’intestino e raggiunge il fegato dal duodeno: è l’approccio standard per valutare la struttura dei dotti biliari;
  • la colangiografia intraoperatoria, utilizzata durante gli interventi di rimozione della cistifellea per verificare se anche le vie biliari presentano delle ostruzioni.

Grazie alle immagini ottenute con la colangiografia, è possibile avere un quadro molto preciso di eventuali ostruzioni dell’albero delle vie biliari: con la colangiografia percutanea, infatti, l’albero biliare può essere visualizzato con successo in quasi il 100% dei pazienti con dotti dilatati e nel 60%-80% dei pazienti con dotti non dilatati.

Come si esegue la colangiografia

L’esame viene effettuato da svegli e a digiuno, anche se in alcuni casi, se lo desidera o se vi fosse necessità, il paziente potrebbe essere sedato. La procedura richiede dai 30 ai 60 minuti. Il paziente viene fatto sdraiare su di un tavolo radiografico, in cui sono presenti i tubi che emettono i raggi X e un rilevatore, mentre nella sala d’esame c’è il computer che elabora i dati e il monitor che, in tempo reale, fornisce l’immagine radiologica. La modalità dell’esame dipende dal tipo di colangiografia:

  • nel caso della colangiografia percutanea, il Medico infonderà il mezzo di contrasto, attraverso un’iniezione e un catetere, direttamente nel sistema del dotto biliare intraepatico periferico, sopra il dotto epatico comune;
  • nel caso della colangiografia endoscopica retrograda, il Medico inserisce un endoscopio, un tubo lungo e flessibile, in gola. L’endoscopio alla sua estremità possiede una telecamera: viene diretto nell’area dell’intestino tenue vicina ai dotti biliari e alla cistifellea, dove sarà infuso il mezzo di contrasto;
  • nel caso della colangiografia intraoperatoria, invece, durante un intervento di rimozione della cistifellea, il Medico inserisce una cannula nel dotto cistico (il dotto che collega la cistifellea con le vie biliari) e inietta il mezzo di contrasto, utilizzando poi un apparecchio a raggi X per avere immagini della pervietà delle vie biliari in tempo reale.

A cosa serve la colangiografia

La colangiografia, con la sua risoluzione eccellente nel visualizzare l’albero biliare, viene utilizzata per determinare il livello e la causa dell’ostruzione biliare, oltre a distinguere le lesioni benigne da quelle maligne. Infatti, la colangiografia rappresenta lo standard per la diagnosi del tumore alla cistifellea.

Rischi e complicanze della colangiografia

La colangiografia è un esame non molto invasivo e generalmente indolore, che, anche nella modalità percutanea e intraoperatoria, ha un eccellente tasso di successo. Per quanto riguarda la colangiografia percutanea, infatti, il tasso complessivo di complicanze maggiori è inferiore al 5%, con un tasso di mortalità dello 0,1%. Le principali complicanze possono essere dovute a infezioni delle vie biliari in seguito all’esame: è importante monitorare la temperatura corporea e, nel caso si manifesti febbre per diversi giorni, avvertire il Medico.

Per conoscere altre procedure diagnostiche che utilizzano i raggi X, consultate le pagine dedicate alla radiografia e all’isterosalpingografia.

Fonti

Autore

Osmosia s.r.l.

Osmosia s.r.l.

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