La tracheotomia è una operazione chirurgica che consiste nell’incisione e nell’apertura del canale tracheale con posizionamento di una cannula che permetta al paziente di respirare.

Indice
  • 1 Cos'è e a che cosa serve la tracheotomia?
  • 2 Chi esegue la tracheotomia?
  • 3 Quando si fa la tracheotomia?
  • 4 Come si esegue la tracheotomia?
  • 5 Quali sono le possibili complicazioni della tracheotomia?
  • 6 Fonti

Cos'è e a che cosa serve la tracheotomia?

La tracheotomia è una manovra chirurgica, effettuata nella trachea, che consiste nell’incisione e nell’apertura del canale tracheale con successivo posizionamento di una cannula per permettere la respirazione. Si tratta di una procedura che esclude le vie aree superiori attraverso le quali passa normalmente l’aria durante l’inspirazione e l’espirazione. Serve quindi per garantire la possibilità di continuare a respirare permettendo l’ingresso dell’ossigeno nei polmoni e la sua successiva distribuzione ai tessuti del corpo umano.

Si tratta in definitiva di un atto chirurgico che può avere un ruolo salvavita ed è temporaneo e reversibile. Si differenzia dalla tracheostomia che ha invece carattere permanente in quanto la parete della trachea viene definitivamente saldata alla cute della regione cervicale. La trachea è un organo di forma tubolare costituito da una ventina di anelli cartilaginei collegati tra loro.

Chi esegue la tracheotomia?

Si tratta di una procedura invasiva che in emergenza può essere fatta da chiunque abbia le competenze per metterla in atto. Nei casi in cui la tracheotomia sia invece pianificata, ad esempio per un intervento chirurgico o in pazienti ricoverati e intubati in reparti di terapia intensiva, in genere è eseguita dal medico specialista in otorinolaringoiatria.

Quando si fa la tracheotomia?

Vi sono due tipi di tracheotomia, che rispecchiano le due circostanze principali in cui è necessario procedere all’apertura della trachea:

  • la tracheotomia d’urgenza, è attuata quando un soggetto si trova in una situazione di difficoltà respiratoria acuta che può mettere in pericolo immediato la sua vita e non è possibile eseguire l’intubazione orotracheale;
  • la tracheotomia elettiva, viene messa in atto quando è necessario assistere la respirazione di un paziente per un periodo di tempo troppo lungo per mantenere in sede il tubo endotracheale, ad esempio nel caso di paziente ricoverati in terapia intensiva e sottoposti a ventilazione meccanica, oppure prima di un intervento chirurgico demolitivo nella regione testa-collo o ancora, qualora un soggetto presenti gravi malfunzionamenti del meccanismo della deglutizione e quindi vi sia una probabilità elevata di polmoniti ab ingestis.

Come si esegue la tracheotomia?

La tracheotomia può essere eseguita con due tecniche, percutanea dilatativa o chirurgica, la prima presenta la stessa sicurezza ed alcuni vantaggi rispetto alla seconda. La  tracheotomia percutanea dilatativa consente, infatti, di risparmiare tempo tra il momento in cui si decide di procedere e quello in cui si esegue in pratica l’atto chirurgico ed è correlata a un numero inferiore di complicanze infettive postoperatorie della ferita. Inoltre, ha un costo inferiore e il tasso di mortalità è più basso rispetto alla procedura chirurgica. È comunque opportuno svolgere l’intervento per via percutanea sotto controllo broncoscopico, in modo da ridurre le probabilità di effetti avversi non voluti. Viene condotta con due tecniche diverse che prevedono due differenti tipologie di accesso alla trachea: 

  • anteriore;
  • attraverso la laringe (translaringeo).

La tracheotomia percutanea dilatativa viene eseguita tramite una puntura, eseguita tra il secondo e il terzo anello della trachea, attraverso la cute utilizzando un particolare tipo di ago di calibro adeguato e tale da permettere lo scorrimento al suo interno di una guida in metallo (se utilizzata). Dopo le opportune manovre di dilatazione strumentale viene prodotto, alla fine, uno spazio sufficiente alla posa della cannula endotracheale. Nel caso si usi la guida metallica, questa viene posizionata all’interno del lume tracheale, sempre utilizzando l’apposito ago, ma poi, rinunciando alle manovre dilatorie, essa viene fatta scorrere lungo le vie aeree fino dell’orofaringe. In seguito, la cannula endotracheale viene legata al capo della sonda giunto nell’orofaringe e poi posizionata e fissata nel punto voluto della trachea tirando dal basso l’altra estremità della sonda che funge da guida. 

La tracheotomia chirurgica prevede invece l’incisione delle cute e del sottocutaneo della regione anteriore del collo in corrispondenza dei primi anelli della trachea, il taglio può essere orizzontale o verticale. Dopo aver separato le strutture muscolari presenti sotto la pelle, viene praticata chirurgicamente una piccola breccia nella parete tracheale anteriore. Il posizionamento di questa soluzione di continuo può essere sopra, sotto o attraverso l’istmo tiroideo. Viene infine infilata e posizionata attraverso la breccia così prodotta la cannula endotracheale.

Quali sono le possibili complicazioni della tracheotomia?

Le complicanze della tracheotomia possono essere intraoperatorie, post-operatorie precoci o post-operatorie tardive.

Tra le complicanze intraoperatorie si ricordano:

  • lesioni delle strutture prossime alla trachea quali ad esempio esofago, pleura, nervi;
  • sanguinamenti;
  • pneumotorace (ingresso dell’aria nello scavo pleurico).

Tra le complicanze post-operatorie precoci:

  • disfagia (difficoltà a deglutire);
  • occlusione della cannula posizionata in trachea;
  • spostamento accidentale della cannula endotracheale; 
  • infezioni di vario tipo che possono essere locali (ascessi) o generalizzate (sepsi);
  • enfisema sottocutaneo (presenza di aria sotto la pelle);
  • pneumotorace;
  • sanguinamenti;
  • pneumomediastino (raccolta di aria nello spazio mediastinico).

Tra le complicanze post-operatorie tardive:

  • stenosi della trachea;
  • polmoniti;
  • infiammazioni della trachea con possibile tracheomalacia;
  • fistola esofagotracheale (presenza di comunicazione anomala tra il canale esofageo e la trachea);
  • spostamento della cannula endotracheale;
  • accumuli di muco;
  • cicatrici esuberanti (cheloidi);
  • lesioni cutanee erosive;
  • granulomi.