Resezione epatica
La resezione epatica è un intervento di chirurgia maggiore in cui si asporta una porzione di fegato. È il trattamento di elezione per i tumori del fegato. Consente di prelevare la parte di fegato da utilizzare per il trapianto da vivente. Può essere eseguita con la tecnica laparotomica o con quella laparoscopica.
Si tratta del trattamento preferenziale per i tumori del fegato, primitivi e secondari. Per le sue proprietà rigenerative uniche, infatti, l’asportazione del fegato ha infatti ripercussioni minori rispetto a tutti gli altri organi: anche asportandone parti consistenti esso si rigenera a partire dal tessuto sano rimasto.
- 1 Tipologie di resezioni epatiche
- 2 Quando si effettua la resezione epatica
- 3 Come si effettua la resezione epatica
- 4 Fonti
Tipologie di resezioni epatiche
Il fegato è tradizionalmente diviso in 8 segmenti (moduli indipendenti ciascuno dotato di un’arteria, di una vena e di una via biliare). Si distinguono poi due porzioni funzionalmente indipendenti: l’emifegato destro e l’emifegato sinistro.
A seconda della porzione di fegato asportata la resezione epatica è detta:
- segmentectomia, asportazione di un segmento;
- bisegmentectomia, asportazione di due segmenti adiacenti che non sono vascolarizzati dallo stesso vaso proveniente dalla vena porta;
- settoriectomia, asportazione di due segmenti adiacenti vascolarizzati dallo stesso vaso proveniente dalla vena porta;
- epatectomia destra o sinistra, asportazione di tutti i segmenti che compongono l’emifegato destro o l’emifegato sinistro;
- epatectomia destra o sinistra allargata, asportazione di tutti i segmenti che compongono uno dei due emifegati più altri due segmenti dell’altro emifegato.
Più l’intervento è demolitivo, maggiore è il rischio che il fegato rimasto non sia sufficiente per garantire le normali funzioni (insufficienza epatica). In generale un tumore del fegato è considerato resecabile (ossia idoneo alla resezione epatica) se dopo la chirurgia rimane un volume di organo sufficiente (superiore al 25%) con un’adeguata circolazione sanguigna; nei pazienti che hanno un fegato compromesso dalla steatosi epatica (il cosiddetto “fegato grasso”, una condizione caratterizzata dall’accumulo di grassi nelle cellule epatiche), dalla cirrosi epatica o dalla chemioterapia è necessario che il volume di fegato rimanente dopo la resezione sia maggiore di quello necessario se il fegato è sano. Le alternative terapeutiche per i tumori del fegato includono l’ablazione, l’embolizzazione (radioembolizzazione, chemioembolizzazione trans-arteriosa) e il trapianto di fegato.
I miglioramenti nelle tecniche chirurgiche hanno ridotto drasticamente il tasso di mortalità che in passato raggiungeva il 20% e che oggi è inferiore all’1% nei pazienti sani in cui non si asporta più del 70% del volume d’organo. Per ridurre il rischio di mortalità da insufficienza epatica postoperatoria – se la porzione di fegato residuo non è ottimale prima della resezione epatica – il paziente può essere sottoposto a embolizzazione della vena porta per stimolare l’incremento del volume e della funzione epatica della parte del fegato che sarà conservata.
Quando si effettua la resezione epatica
Le principali indicazioni per l’esecuzione di una resezione epatica sono:
- asportazione di un tumore maligno primitivo: i tumori primitivi del fegato (ossia tumori che hanno avuto origine in quest’organo) comprendono il carcinoma epatocellulare (HCC, dall’inglese HepatoCellular Carcinoma) e il colangiocarcinoma. Ll’HCC ha origine dalla trasformazione maligna di un epatocita, mentre il colangiocarcinoma è un tumore delle vie biliari. Nei paesi Occidentali il 90% dei tumori primitivi del fegato è rappresentato dall’HCC;
- asportazione di un tumore maligno secondario: con tumore secondario si intendono le metastasi, ossia masse tumorali che hanno origine dalla migrazione di una cellula di un tumore che si è sviluppato altrove; il fegato è una delle sedi di metastatizzazione più comuni: tra i tumori che danno frequentemente metastasi al fegato vi sono i tumori di colon-retto, stomaco, esofago, pancreas, rene, polmone, mammella e il melanoma;
- asportazione di una lesione benigna del fegato, per esempio un angioma;
- riparazione chirurgica di una lesione epatica, conseguenza di una contusione o di trauma penetrante (es. ferita di arma da fuoco);
- trapianto di fegato da vivente, si preleva un emifegato o una porzione più piccola di fegato da una persona sana per trapiantarlo in un paziente con grave insufficienza epatica.
Come si effettua la resezione epatica
La resezione epatica è un intervento chirurgico eseguito in anestesia generale. Classicamente viene eseguito per via laparotomica (la tecnica chirurgica standard “a cielo aperto”, in cui si effettua un’ampia incisione nell’addome), tuttavia oggi quando è possibile le resezioni epatiche vengono effettuate per via laparoscopica (introducendo gli strumenti chirurgiche attraverso piccole incisioni, senza aprire completamente l’addome). I vantaggi della tecnica laparoscopica includono minore dolore postoperatorio, minore perdita di sangue e tempi di ricovero più brevi. Un’ulteriore evoluzione della tecnica è rappresentata dalla chirurgia robotica, in cui il chirurgo è assistito da un robot.
A volte la resezione epatica viene eseguita in due tempi, prima si asporta la malattia localizzata e poi, trascorso un certo periodo di tempo che serve al fegato residuo per crescere a sufficienza per supportare le funzioni vitali, si interviene nuovamente per asportare la malattia residua.
Le possibili complicanze delle resezioni epatiche includono infezioni, emorragie, trombosi, trombosi venosa profonda, insufficienza epatica, fistole biliari (fuoriuscita di bile dalla superficie di sezione), ascite (accumulo di liquido nella cavità peritoneale) e versamento pleurico.
Fonti
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- Associazione EpaC – Tumore fegato -Terapia chirurgica.