La roncopatia è un disturbo della respirazione che comporta l’emissione di suoni rauchi durante il sonno. In alcuni casi si associa all’apnea ostruttiva del sonno, perciò in un paziente sintomatico questa possibilità va indagata mediante polisonnografia. Il trattamento si basa sulla rimozione dei fattori che favoriscono il russamento, con dispositivi ortodontici, con la CPAP (Continuous Positive Airway Pressure) e talvolta con la chirurgia.

Cos’è la roncopatia

La roncopatia è un disturbo respiratorio caratterizzato dal russamento. Il russamento è un rumore generato dalla vibrazione delle strutture che sono attraversate dall’aria durante la respirazione. L’aria inspirata entra nelle vie aeree superiori che vanno restringendosi, la resistenza al passaggio dell’aria aumenta e si creano delle vibrazioni.

A vibrare sono il palato molle, la base della lingua, l’ugola o l’epiglottide (la membrana elastica che chiude la laringe quando si deglutisce). Variazioni nel tono muscolare e nella dimensione delle vie aeree contribuiscono alla modulazione di queste vibrazioni. È possibile che chi russa presenti delle anomalie nell’anatomia delle vie aeree, anche una grossa circonferenza del collo spesso si associa al russamento. Rispetto a chi non russa, in chi russa si osservano una pressione respiratoria negativa maggiore, un tempo di inspirazione prolungato e una riduzione del flusso respiratorio. Di conseguenza il flusso d’aria è turbolento e la vibrazione produce rumore. Il volume e la frequenza del suono sono irregolari e ciò rende difficile per un ascoltatore, la persona che dorme accanto a chi russa, abituarsi al russamento.

La roncopatia è un problema diffuso, che interessa circa la metà della popolazione. Gli individui che russano hanno maggiori probabilità di soffrire di apnea ostruttiva del sonno (OSA) di chi non russa. È anche probabile che la rumorosità del russamento correli con la severità dell’apnea del sonno (maggiori informazioni su questo disturbo respiratorio sono riportate nella scheda dedicata all’argomento). D’altra parte, va sottolineato che non tutte le persone che russano soffrono di apnea ostruttiva del sonno, né tutte le persone con apnea ostruttiva del sonno russano. Non è possibile distinguere con certezza il semplice russamento senza uno studio del sonno (polisonnografia).

Come si presenta la roncopatia

La roncopatia è spesso un problema più sentito da chi dorme accanto a chi ne soffre che dal paziente stesso, in quanto molti non ne sono a conoscenza. Alcuni pazienti però si accorgono di avere un sonno non riposante e possono presentare cefalea mattutina ed eccessiva sonnolenza durante il giorno, sintomi legati a una riduzione della durata e della qualità del sonno dovuta al fatto che il paziente si sveglia da solo con il russamento.

Come si diagnostica la roncopatia

Molti pazienti non sanno di soffrire di roncopatia, ad accorgersene può essere chi dorme con loro o un caregiver. I pazienti si rivolgono al medico perché si accorgono di non dormire bene e di soffrire di sonnolenza diurna. Il medico raccoglierà informazioni sulle abitudini legate al sonno (posizione in cui si dorme, durata del sonno, uso di tranquillanti, ecc.) e agli stili di vita (peso corporeo, consumo di alcol. ecc.). Sarebbe meglio che durante la visita fosse presente chi dorme con il paziente così da poter rispondere meglio di lui a domande sul russamento e su eventuali apnee notturne. Durante la visita medica si valuta il naso, l’orofaringe e la posizione della mandibola. Per potere escludere che il paziente soffra di apnea ostruttiva del sonno è necessario eseguire una polisonnografia, un esame in cui vengono monitorati l’attività cerebrale (con l’elettroencefalografia), i movimenti oculari, il ritmo cardiaco, il respiro, la saturazione di ossigeno e il tono e l’attività muscolare durante il sonno.

Come si cura la roncopatia

Cambiamenti negli stili di vita o nei comportamenti possono rivelarsi molto efficaci nella roncopatia. Essere sovrappeso o obesi contribuisce al russamento, perdere peso, anche in misura modesta, può eliminare o ridurre il problema. L’alcol causa il rilassamento dei muscoli, nella zona della lingua più che in ogni altra parte del corpo (si pensi a come farfuglia chi ha assunto una quantità eccessiva di alcol); rinunciare all’alcol può portare netti benefici alla qualità del sonno. Anche alcuni farmaci usati per facilitare l’addormentamento possono avere lo stesso effetto dell’alcol.

I trattamenti per la roncopatia sono essenzialmente gli stessi usati per le apnee ostruttive del sonno. Si può ricorrere alla pressione positiva continua delle vie aeree (CPAP, Continuous Positive Airway Pressure) notturna, in cui si utilizza un sistema di ventilazione meccanica non invasiva: il paziente indossa una maschera collegata tramite un tubo all’apparecchio che eroga un flusso d’aria che contrasta la parziale occlusione delle vie aeree. Un’altra possibilità è l’utilizzo di un dispositivo ortodontico. Un dispositivo di avanzamento mandibolare è un apparecchio indossato sulle arcate dentali che riporta in avanti la mandibola impedendo alla lingua di cadere indietro ostruendo le vie aeree. I dispositivi dovrebbero essere scelti con il supporto di un ortodontista in quanto prodotti non fatti su misura potrebbero risultare inefficaci e creare problemi di malocclusione dentale. Anche la terapia posizionale può essere d’aiuto: dormire sul fianco spesso elimina o riduce il russamento. Può essere realizzata in modi semplici, per esempio cucendo una pallina da tennis in una tasca sulla schiena del pigiama, o usando strumenti elettronici, come fasce che vibrano quando il paziente assume la posizione sfavorevole. Quando un paziente ha anomalie anatomiche evidenti che ostruiscono il naso o la faringe (es. adenoidi ingrossate, setto nasale deviato) è possibile ricorrere al trattamento chirurgico.

Fonti

  • Yaremchuck K. Why and when to treat snoring. Otolaryngol Clin North Am. 2020;53(3):351-365. doi:10.1016/j.otc.2020.02.011;
  • Hoffstein V. Snoring. 1996;109(1):201-222. doi:10.1378/chest.109.1.201;
  • Parker RJ, Hardinge M, et al. BMJ. 2005;331(7524):1063. doi:10.1136/bmj.331.7524.1063;