La rabbia è una zoonosi virale, cioè una malattia che può essere trasmessa in maniera diretta o indiretta tra l’uomo e animali attraverso l’ingestione di cibo contaminato o tramite contatto con animale infetto dalla malattia.

Indice
  • 1 Come si manifesta la rabbia?
  • 2 Sintomi della rabbia
  • 3 Quali sono le cause della rabbia?
  • 4 Come viene diagnosticata la rabbia?
  • 5 Come si cura la rabbia?
  • 6 Fonti

Come si manifesta la rabbia?

La rabbia presenta un periodo di incubazione generalmente piuttosto lungo, da 1-3 mesi (in circa il 60% dei casi) a più di 1 anno (in circa il 6-7% dei casi).

Quasi la totalità delle persone che arrivano a manifestare sintomi clinici della rabbia muoiono a causa di encefalomielite fatale causata dal virus, per la quale, ad oggi, non vi sono trattamenti efficaci e risolutivi.

Nella maggioranza dei casi la trasmissione dell’infezione all’uomo avviene tramite il cane domestico, anche se il virus può essere trasmesso anche tramite altri animali selvatici. L’infezione si diffonde tramite morsi o graffi, attraverso la saliva. Quest’ultima può facilmente entrare all’interno dell’organismo umano tramite un morso, mentre i graffi e tagli possono invece aprire un varco nella cute, aumentando il rischio di contatto e ingresso della saliva.

Sintomi della rabbia

I sintomi della rabbia, almeno nella fase iniziale della malattia, possono assomigliare e sovrapporsi a quelli dellinfluenza. Successivamente la rabbia presenta dei segni e sintomi tardivi più specifici, che includono:

  • febbre;
  • mal di testa (cefalea);
  • vomito;
  • ansia;
  • agitazione;
  • nausea;
  • eccessiva salivazione;
  • difficoltà nell’ingoiare;
  • confusione;
  • insonnia;
  • allucinazioni;
  • paralisi parziale;
  • idrofobia, cioè contrazioni involontarie dei muscoli respiratori e del diaframma quando si assumono liquidi;
  • aerofobia, contraddistinta da contrazioni involontarie dei muscoli respiratori e del diaframma dopo esposizione ad un flusso d’aria.

La complicanza più grave della rabbia è certamente l’encefalomielite, un’infiammazione acuta del sistema nervoso centrale che risulta fatale quasi nella totalità dei pazienti.

Quali sono le cause della rabbia?

La rabbia è causata da un virus del genere Lyssavirus. L’uomo può contrarre questa malattia attraverso ferite da morso di animali infetti dal virus, dato che è particolarmente concentrato nella saliva degli animali infetti. Anche se molto più raramente, la rabbia può essere trasmessa per via aerea, per esempio in caso di inalazione di aerosol (particelle del virus disperse nell’aria), di tessuto cerebrale di animale infetto (nel contesto di un laboratorio di ricerca o analisi), o in caso di aria contaminata in grotte abitate da pipistrelli infetti.

Gli animali domestici che possono trasmettere la malattia sono principalmente i cani e i gatti, come anche, in contesti più rurali, le mucche e i cavalli. Gli animali selvatici che possono infettare l’uomo col virus rabbico sono i pipistrelli, le scimmie, i castori, i procioni e le volpi. Queste ultime rappresentano il principale animale selvatico vettore della malattia in Europa.

Come viene diagnosticata la rabbia?

Ad oggi non vi sono strumenti diagnostici adatti per rilevare l’infezione da rabbia prima dell’esordio delle sue manifestazioni cliniche tipiche. La rabbia nell’uomo può essere confermata, dopo la comparsa dei sintomi, da tecniche diagnostiche di laboratorio. Viene principalmente utilizzata la Real-Time Polymerase Chain Reaction (Real-Time PCR), che viene praticata su un campione dopo un prelievo di tessuto colpito dall’infezione; questa tecnica permette di rilevare la presenza di RNA virale nei tessuti infetti, come il cervello, la pelle e la saliva.

Come si cura la rabbia?

Una volta che le manifestazioni cliniche della rabbia sono comparse, non esiste alcun trattamento specifico. Il trattamento è basato sulla riduzione dei segni e sintomi clinici, ed in particolare sulla riduzione del dolore fisico e psicologico. La somministrazione endovena di morfina può essere efficace per alleviare l’ansia, l’agitazione, l’idrofobia e l’aerofobia.

Un intervento tempestivo immediatamente successivo all’eventuale morso risulta essenziale contro la rabbia. La profilassi post-esposizione (PEP) viene eseguita proprio a questo scopo, e cioè per prevenire l’ingresso del virus nel sistema nervoso centrale del paziente, che porterebbe ad un esito fatale. La PEP prevede:

  • un immediato lavaggio estensivo ed il trattamento locale del morso o del graffio;
  • la vaccinazione contro la rabbia, in modo da aiutare l’organismo ad identificare più facilmente e rapidamente il virus e a combatterlo al meglio;
  • la somministrazione di immunoglobuline antirabbiche (RIG), che possono aiutare, in combinazione col vaccino, il sistema immunitario a combattere l’infezione.

Iniziare questo tipo di trattamento il prima possibile dopo l’eventuale esposizione al virus può avere un effetto efficace e preventivo contro l’insorgenza dei sintomi e la morte.

Fonti

Autore

Osmosia s.r.l.

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