Psicosi
La psicosi è una condizione caratterizzata da alterazioni evidenti nel pensiero, nella percezione della realtà e nei comportamenti. La psicosi viene distinta in primaria, se rappresenta il sintomo di un disturbo psichiatrico, e secondaria, se è una delle manifestazioni di una specifica condizione medica o conseguente all’assunzione di alcune sostanze.
- 1 Cosa causa la psicosi
- 2 Sintomi della psicosi
- 3 Come viene effettuata la diagnosi di psicosi
- 4 Come si cura la psicosi
- 5 Fonti
Cosa causa la psicosi
La psicosi può interessare persone di ogni età, anche bambini e adolescenti. E’ molto diffusa tra le persone anziane, arrivando ad interessare nel corso della vita quasi un anziano su quattro, ed in tre casi su cinque si tratta di psicosi secondaria e la demenza è la causa più comune.
Le cause psichiatriche della psicosi includono:
- disturbo bipolare;
- depressione;
- depressione post partum;
- disturbo psicotico breve, un episodio psicotico che si risolve entro un mese, con completo ritorno alla normalità;
- schizofrenia;
- disturbo schizoaffettivo, un disturbo che combina alcuni aspetti della schizofrenia e altri del disturbo bipolare.
Le cause non psichiatriche della psicosi includono:
- ipoglicemia e iperglicemia;
- deprivazione del sonno;
- malattie autoimmuni, come ad esempio la sclerosi multipla e il lupus eritematosi sistemico;
- disturbi endocrini, come ad esempio il diabete mellito, i disturbi della tiroide e la sindrome di Cushing;
- malattie neurologiche, come ad esempio la demenza, l’epilessia e il morbo di Parkinson;
- malattie genetiche, che includono la malattia di Huntington e il morbo di Wilson;
- sepsi;
- infezioni, come la sifilide e l’infezione da HIV;
- alcuni tumori, come il teratoma, il tumore al cervello e il tumore al polmone;
- carenze nutrizionali, ed in particolare una carenza di vitamina B12 o di altre vitamine del gruppo B;
- assunzione o sospensione di farmaci;
- assunzione di droghe, tra cui cannabis, cocaina e anfetamine;
- abuso di alcol.
Sintomi della psicosi
I sintomi psicotici includono:
- allucinazioni, cioè una percezione di stimoli sensoriali inesistenti ma considerati reali, come ad esempio sentire delle voci o vedere delle persone che in realtà non ci sono;
- delusioni, che sono false convinzioni strenuamente sostenute dal paziente a dispetto di quanto gli altri possano dire o dimostrare;
- pensiero disorganizzato, reso manifesto da discorsi confusi che passano da un argomento all’altro, privi di collegamenti e che possono risultare incomprensibili per chi li ascolta;
- comportamento motorio anormale, che può andare dall’eccitazione e iperattività alla catatonia;
- sintomi negativi, come mancanza di interesse, mancanza di volontà, o incapacità di portare avanti anche compiti molto semplici.
I pazienti con disturbi psicotici primari presentano più spesso allucinazioni uditive, alterazioni del pensiero e delusioni. Spesso l’aspetto personale può essere trasandato per mancanza di igiene personale e cura della persona. I pazienti con psicosi secondaria possono mostrare allucinazioni visive, difficoltà cognitive (come problemi di concentrazione e disturbi della memoria) e segni vitali alterati.
Come viene effettuata la diagnosi di psicosi
La diagnosi di psicosi richiede innanzitutto un’attenta valutazione della storia personale e medica e un esame fisico del paziente. Il medico si informa su eventuali malattie recenti o in atto, su sintomi e segni, sulla qualità del sonno, sui farmaci utilizzati, e sull’uso delle cosiddette droghe ricreative (sostanze stupefacenti e alcol).
Il medico può richiedere alcuni esami di laboratorio come l’emocromo, gli esami ematochimici (pannello metabolico completo, profilo tiroideo, livelli di vitamina B12 e folati) e, se indicati, i test infettivologici (es. test HIV) e tossicologici. Si possono anche eseguire l’elettroencefalografia, la risonanza magnetica o la tomografia computerizzata del cranio, la polisonnografia o altri esami che permettano di individuare una possibile causa non psichiatrica della psicosi.
È essenziale la valutazione dello stato mentale del paziente. Colloquiando con il paziente ed eventualmente sottoponendolo a test psicodiagnostici standardizzati, il medico analizza una serie di aspetti che includono, tra gli altri, il tono dell’umore, lo stato di coscienza, la memoria, l’attenzione, la capacità di giudizio, l’affettività. Se necessario il medico interroga i famigliari e i conoscenti del paziente per avere un quadro completo.
Come si cura la psicosi
È importante rivolgersi tempestivamente al medico, anche dopo un singolo episodio psicotico, perché identificarne la causa consente di iniziare subito le cure adeguate ed evitare pesanti ripercussioni sulla vita lavorativa, sociale e di relazione. Il trattamento dipende dalla causa della psicosi. Se la psicosi è secondaria si interviene innanzitutto per curare la causa acuta, portando al miglioramento o alla scomparsa dei sintomi.
Il medico potrebbe prescrivere dei farmaci antipsicotici. Si tratta di farmaci che bloccano gli effetti della dopamina, una molecola che funge da messaggero chimico tra le cellule nervose, coinvolta nella genesi dei sintomi psicotici.
Esistono diversi farmaci, classificati in antipsicotici di prima e seconda generazione (anche detti antipsicotici tipici e atipici); rispetto ai farmaci di prima generazione (es. clorpromazina, aloperidolo), i farmaci di seconda generazione (es. olanzapina, risperidone) causano meno effetti collaterali extrapiramidali, ossia disturbi come parkinsonismo (sintomi tipici del morbo di Parkinson) e discinesia tardiva (movimenti involontari e ripetitivi di lingua e labbra e talvolta degli arti).
I farmaci di seconda generazione, tuttavia, possono aumentare il rischio cardiovascolare provocando disfunzioni metaboliche. Sono disponibili formulazioni a lento rilascio che hanno il vantaggio di richiedere una somministrazione ogni 2-4 settimane. La terapia farmacologica non va interrotta se non gradualmente e sotto controllo medico.
Un’altra modalità di intervento utile nella psicosi è la psicoterapia, per esempio la terapia cognitivo-comportamentale. Il paziente può trarre beneficio da interventi di sostegno sociale, che lo supportino nella vita lavorativa e nella gestione della vita quotidiana. Se il paziente manifesta intenzioni suicidarie è fondamentale ricorrere immediatamente al consulto psichiatrico e se è il caso al ricovero in una struttura adeguata.
Fonti
- Rheinhardt MM, Cohen. CI. Late-life psychosis: diagnosis and treatment. Curr Psychiatry Rep. 2015;17(2):1. doi:10.1007/s11920-014-0542-0
- Griswold KS, Del Regno PA, et al. Recognition and differential diagnosis of psychosis in primary care. Am Fam Physician. 2015;91(12):856-863.