• L’Insufficienza Venosa Cronica (IVC) è una condizione caratterizzata da un insufficiente ritorno del sangue venoso dagli arti inferiori al cuore, potenzialmente debilitante e con possibili gravi conseguenze
  • L’IVC colpisce prevalentemente le donne e aumenta con l’età, stimando che circa il 50% degli adulti italiani ne sia affetto. Altri fattori di rischio includono storia familiare, gravidanza, obesità e lavori che implicano posture prolungate in piedi
  • La diagnosi avviene tramite valutazione clinica e ecocolordoppler, mentre la terapia ha l’obiettivo di migliorare i sintomi, ridurre l’edema e prevenire o curare le complicanze
Indice
  • 1 Cos’è l’insufficienza venosa cronica
  • 2 Classificazione dell'insufficienza venosa cronica 
  • 3 Diffusione dell'insufficienza venosa cronica
  • 4 Fattori di rischio e cause dell'insufficienza venosa cronica 
  • 5 Sintomi e segni clinici dell’insufficienza venosa cronica 
  • 6 Diagnosi dell’insufficienza venosa cronica 
  • 7 Terapia dell’insufficienza venosa cronica
  • 8 Fonti 

Cos’è l’insufficienza venosa cronica

L’Insufficienza venosa cronica (IVC) è una malattia venosa cronica in stadio avanzato causata da un inadeguato ritorno di sangue venoso dagli arti inferiori verso il cuore. Questa condizione è spesso sottovalutata o associata erroneamente ad un problema di natura estetica. Al contrario, l’insufficienza venosa cronica è una condizione clinica di grande impatto sociale e sanitario, con ricadute importanti sulla qualità di vita della persona, così come sul piano dei costi per l’individuo e per la collettività.

Classificazione dell'insufficienza venosa cronica 

L’insufficienza venosa cronica viene classificata in due grandi categorie in base alla causa prevalente:

  1. Primitiva: apparentemente non associata a cause scatenanti (la più comune);
  2. Secondaria: associata a cause acute, come episodi di trombosi venosa profonda o traumi.

La classificazione più comunemente usata della IVC nella pratica clinica quotidiana è quella CEAP, ovvero una classificazione basata su quattro parametri: clinica, eziologia, anatomia, e patogenesi.

Classe 0 Assenza di segni clinici visibili di malattie venose
Classe 1 Presenza di teleangectasie o vene reticolari, comunemente definite “capillari” (diametro < 3 mm)
Classe 2 Vene varicose (con diametro > 3 mm)
Classe 3 Vene varicose con edema 
Classe 4 a Pigmentazione e/o eczema
Classe 4 b Lipodermatosclerosi e/o atrofia bianca
Classe 5 Ulcere cicatrizzate
Classe 6 Ulcere in fase attiva

Tabella 1: Classificazione CEAP

Diffusione dell'insufficienza venosa cronica

La prevalenza della IVC mostra una grande variabilità. Complessivamente, tuttavia, si trovano vene varicose con o senza edema (stadio CEAP C2-C3) circa nel 25% della popolazione mondiale; alterazioni trofiche della pelle comprese ulcere alle gambe (C4-C6) si riscontrano nel 5% degli individui >65 anni.

L’IVC colpisce prevalentemente le donne con un rapporto di quasi 3 a 1 rispetto agli uomini e con un rischio di insorgenza che aumenta proporzionalmente all’età. L’Associazione contro le Malattie Vascolari (AmaVas) sostiene che l’insufficienza venosa cronica rappresenti un problema molto diffuso nella popolazione italiana, stimando che quasi il 50% degli italiani adulti soffra di qualche disturbo attribuibile all’IVC.

Fattori di rischio e cause dell'insufficienza venosa cronica 

L’insufficienza venosa cronica è associata alla mancata chiusura delle valvole venose, fenomeno che determina l’incapacità delle vene degli arti inferiori di riportare verso il cuore il sangue periferico, facendolo “precipitare” e causando sintomi e segni venosi. L’IVC è associata a diversi fattori di rischio tra cui:

  • storia familiare di malattia venosa;
  • sesso femminile;
  • gravidanze;
  • obesità;
  • lavori che prevedono una prolungata postura in posizione eretta;
  • posture non corrette;
  • calzature e indumenti eccessivamente stretti;
  • stipsi cronica;
  • trombosi venosa profonda;
  • insufficienza valvolare;
  • vene varicose;
  • precedente infortunio alle gambe.

Sintomi e segni clinici dell’insufficienza venosa cronica 

Le fasi iniziali, classe CEAP C0-C, della malattia venosa cronica sono associate a sintomi specifici come “gambe pesanti”, edema, prurito, dolore o crampi notturni alle gambe. A partire dalla classe CEAP C1-C2 compaiono anche dei segni di insufficienza venosa.

I segni della IVC includono:

  • teleangectasie (note come “capillari”) e vene reticolari: le teleangectasie sono vene intradermiche dilatate con un diametro inferiore a 1 mm, mentre le vene reticolari corrono per via sottocutanea e hanno un diametro di 1–3 mm. Sebbene questa tipologia di vene non provochi particolari allarmi, esse possono essere considerate a tutti gli effetti segni di insufficienza venosa;
  • vene varicose: conosciute anche come varici sono vene sottocutanee con un diametro superiore a 3 mm. Se la disfunzione rimane non trattata, il loro diametro può aumentare notevolmente fino al punto in cui le vene varicose diventano visibili ad occhio nudo;
  • edema alle gambe;
  • alterazioni della cute;
  • ulcere cutanee.

Diagnosi dell’insufficienza venosa cronica 

La diagnosi di IVC avviene attraverso una completa valutazione obiettiva e della storia clinica del paziente. Successivamente può essere eseguito l’ecocolordoppler, un esame ecografico indolore e non invasivo, che valuta la morfologia e la funzionalità delle vene degli arti inferiori. Attraverso l’ecografia, il personale medico può

  • determinare la presenza e la direzione del flusso sanguigno nelle vene;
  • la presenza di reflusso o ostruzione al flusso sanguigno;
  • analizzare la gravità e l’estensione di vene varicose e soprattutto escludere la presenza di trombosi venosa profonda.

Terapia dell’insufficienza venosa cronica

La terapia della malattia IVC può essere di due tipologie:

  • Conservativa: attraverso atteggiamenti comportamentali (attività fisica mirata anche in acqua, elevazione degli arti ecc), terapia farmacologica ed elastocompressiva con calze a compressione graduata;
  • Invasiva: riservata ai casi avanzati (classe CEAP C2-6), si avvale di interventi mini-invasivi come il laser e la radiofrequenza per la cura dell’insufficienza della vena safena, la scleroterapia (utile anche in caso di inestetismi come le teleangectasie), la chirurgia (stripping, flebectomie).

A queste si affiancano la cura delle ulcere cutanee con medicazioni avanzate per i casi più gravi (CEAP C6).

Fonti 

  1. De Maeseneer MG, Kakkos SK, Aherne T, et al. Editor’s Choice – European Society for Vascular Surgery (ESVS) 2022 Clinical Practice Guidelines on the Management of Chronic Venous Disease of the Lower Limbs. Eur J Vasc Endovasc Surg. 2022 Feb;63(2):184-267.
  2. Bissacco D, Mosti G, D’Oria M, et al. Rationale and current evidence of aquatic exercise therapy in venous disease: A narrative review. Vascular. 2023 Oct;31(5):1026-1034.
  3. Ortega MA, Fraile-Martínez O, García-Montero C, et al. Understanding Chronic Venous Disease: A Critical Overview of Its Pathophysiology and Medical Management. J Clin Med. 2021 Jul 22;10(15):3239. doi: 10.3390/jcm10153239. PMID: 34362022; PMCID: PMC8348673.
  4. Vitale C, Lucchi M, Bissacco D, et al. Expert consensus on the conservative management of patients with chronic venous disease in CEAP clinical classes C0s-C3 in Italy. Phlebology. 2020 Jun;35(5):316-324. doi: 10.1177/0268355519895669. Epub 2019 Dec 18. PMID: 31852345.

Autore

Daniele Bissacco

Daniele Bissacco

Il Dott. Daniele Bissacco si è specializzato con il massimo dei voti e lode in Chirurgia Vascolare presso l’Università degli Studi di Milano con una tesi dal titolo “Predittori di recidiva ecografica, clinica e sintomatologica dopo termoablazione mediante radiofrequenza della...