La fascite plantare è un’infiammazione molto dolorosa della banda di tessuto che collega il tallone alle dita del piede, detta legamento arcuato. Questa condizione morbosa può colpire chiunque, ma si presenta con maggior frequenza negli atleti che corrono e nelle persone che camminano molto, soprattutto se sovrappeso.

La fascia plantare ha il compito di sostenere l’arco plantare, ammortizzando e assorbendo le sollecitazioni e gli urti; quando la fascia plantare si infiamma, provoca inevitabilmente un’importante sintomatologia dolorosa.

Indice
  • 1 Quali sono le cause della fascite plantare?
  • 2 Quali sono i sintomi della fascite plantare?
  • 3 Come si esegue la diagnosi di fascite plantare?
  • 4 Come si cura la fascite plantare?
  • 5 Quali sono le conseguenze della fascite plantare?
  • 6 Fonti

Quali sono le cause della fascite plantare?

Le cause precise della fascite plantare non sono sempre identificabili, anche se, in generale, è riconosciuto che questo problema sia determinato da un eccessivo e prolungato sovraccarico della fascia plantare.

Tra i motivi più probabili alla base di questa condizione patologica possiamo elencare:

  • l’uso di calzature non adatte, che non sostengono correttamente il piede durante l’attività fisica;
  • piedi dotati di arco plantare alto e/o piedi piatti;
  • sovrappeso e/o obesità: il 70% dei pazienti affetti da fascite plantare si trova in una di queste condizioni;
  • attività sportive agonistiche legate alla corsa e al salto;
  • stazione eretta mantenuta per troppo tempo;
  • allenamenti su superfici troppo dure o mal eseguiti.

Quali sono i sintomi della fascite plantare?

I segni e i sintomi principali della fascite plantare sono:

  • dolore, accompagnato talvolta da gonfiore, localizzato sotto al tallone e sotto l’arco del piede, che aumenta dopo l’esercizio fisico;
  • irradiazione del dolore alle dita dei piedi, al polpaccio, alla caviglia e alla schiena, dovuta a contrazioni muscolari secondarie e a cambiamenti di postura legati a movimenti antalgici involontari, messi in atto per attenuare la sintomatologia dolorosa.

Il dolore può essere lancinante e insopportabile, e si manifesta generalmente al mattino quando si scende dal letto e si fanno i primi passi. In seguito tende ad attenuarsi, ma ricompare quando si mantiene la posizione eretta a lungo, o quando ci si rimette in piedi dopo essere rimasti seduti per un tempo prolungato.

Come si esegue la diagnosi di fascite plantare?

La diagnosi di fascite plantare si basa sulla storia clinica dal paziente, e si focalizza in particolare sulle caratteristiche del dolore, sull’esame obiettivo e sull’esclusione di altre patologie che possono dar luogo alla stessa sintomatologia, come nel caso della spina calcaneare, il morbo di Haglund o la sindrome del tunnel tarsale.

Pertanto, il medico può prescrivere alcuni accertamenti, tra i quali la radiografia, l’ecografia e la risonanza magnetica del piede.

Come si cura la fascite plantare?

La maggior parte di coloro che sono colpiti da fascite plantare trae giovamento utilizzando alcuni semplici rimedi, tra i quali possiamo annoverare:

  • l’utilizzo di calzature robuste, in grado di fornire un adeguato sostegno al piede ed evitando di indossare ciabatte o infradito che non sono in grado di garantire un buon appoggio del piede sul terreno;
  • evitare di camminare scalzi;
  • impiegare appositi plantari o inserti posizionati all’interno delle calzature;
  • indossare una stecca per allentare la tensione dei muscoli del polpaccio durante il sonno;
  • massaggi locali;
  • applicare impacchi freddi con ghiaccio diverse volte al giorno, per una durata non superiore ai 15 minuti ciascuna;
  • limitare l’attività fisica e anche la stazione eretta prolungata;
  • dimagrire.

I presidi medici a disposizione per la cura della fascite sono:

  • farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS);
  • infiltrazione di corticosteroidi;
  • fisioterapia.

Qualora i disturbi persistano o siano particolarmente intensi, si può ricorrere alla chirurgia, che consiste nell’incisione parziale della fascia plantare per ridurre la tensione e/o nell’allungamento del polpaccio per ridurre le sollecitazioni meccaniche sulla fascia.

Quali sono le conseguenze della fascite plantare?

In più del 90% dei casi la fascite plantare migliora nell’arco di 10 mesi utilizzando semplici accorgimenti.

Quando alla base del disturbo esiste una patologia non emendabile perché non esistono trattamenti disponibili, come ad esempio il piede piatto, c’è il rischio che la fascite non guarisca mai completamente, e in questo caso occorre mettere in atto in modo continuativo tutti i comportamenti utili per poter convivere con la fascite plantare nel miglior modo possibile.