• Diffusione: L’epistassi, o sanguinamento dal naso, colpisce circa il 60% della popolazione almeno una volta nella vita, con una gravità che varia da lieve a necessitante intervento medico urgente.
  • Fattori di rischio specifici: Incide maggiormente sui bambini (2-10 anni) e sugli anziani (70-80 anni), con cause che spaziano da azioni come il mettere le dita nel naso a condizioni più serie come ipertensione e coagulopatie.
  • Diagnosi e classificazione: L’epistassi viene classificata in anteriore, più comune e facile da trattare, e posteriore, più rara e complicata, con diagnosi basata su visita medica che valuta sede del sanguinamento e storia clinica del paziente.
  • Trattamenti efficaci: Le opzioni di trattamento variano dalla compressione manuale e l’uso di vasocostrittori per epistassi anteriori, alla cauterizzazione, tamponamento nasale, e in casi severi, interventi endoscopici o embolizzazione per gestire l’epistassi posteriore.
Indice
  • 1 Cos'è l'epistassi (sangue al naso)
  • 2 Quali sono le cause dell’epistassi?
  • 3 Sintomi e caratteristiche dell’epistassi
  • 4 Come si diagnostica l’epistassi
  • 5 Come si cura l’epistassi
  • 6 Fonti

Cos'è l'epistassi (sangue al naso)

L’epistassi, o sanguinamento dal naso, si verifica quando i vasi sanguigni nel naso si rompono. Questo problema è abbastanza diffuso, toccando circa il 60% delle persone almeno una volta. Di solito, l’epistassi non è grave e si ferma da sola, ma a volte può richiedere cure mediche urgenti se il sangue non si arresta spontaneamente.

I bambini dai 2 ai 10 anni e gli adulti tra i 70 e 80 anni sono i più colpiti. Gli anziani hanno più probabilità di aver bisogno di assistenza medica. Anche se leggermente più frequente negli uomini, l’epistassi può accadere a chiunque.

Quando l’origine dell’epistassi non è chiara, si parla di “epistassi idiopatica“, la forma più comune. Se ne conosce la causa, invece, si definisce “secondaria”, dovuta a motivi locali o generali. Tra i bambini, le dita nel naso sono spesso la causa di questo fastidio.

Quali sono le cause dell’epistassi?

I fattori scatenanti l’epistassi (sangue al naso) possono essere sia locali che sistemici.

Le cause locali sono direttamente legate alla zona nasale. Includono fattori che provocano un danno o un’irritazione all’interno del naso stesso.  Tali cause includono:

  • trauma;
  • inserimento di un corpo estraneo;
  • mancanza di umidificazione della mucosa nasale;
  • uso di farmaci per via nasale;
  • interventi chirurgici e procedure quali l’intubazione;
  • infezioni;
  • infiammazioni, come la rinosinusite;
  • neoplasie;
  • uso di cocaina.

Le cause sistemiche si riferiscono a condizioni che affliggono l’intero organismo e che possono portare a epistassi come sintomo secondario. Queste cause possono includere:

  • leucemia;
  • ipertensione;
  • scompenso cardiaco;
  • emofilia;
  • telangectasia, una malattia ereditaria caratterizzata dalla dilatazione dei piccoli vasi della pelle e delle mucose e da malformazioni di arterie e vene;
  • coagulopatie, cioè disturbi della coagulazione del sangue;
  • uso di farmaci anticoagulanti.

Sintomi e caratteristiche dell’epistassi

Il segno evidente dell’epistassi è il sanguinamento dalle narici. I pazienti con epistassi posteriore possono sanguinare da entrambe le narici e presentare ematemesi o emottisi (emissione di sangue rosso vivo dalla bocca).

L’epistassi viene classificata in anteriore e posteriore:

  • In circa l’80-90% dei casi il sanguinamento avviene nella cavità nasale anteriore, dove si trova una struttura vascolare chiamata plesso di Kiesselbach in cui convergono diversi vasi; il sanguinamento anteriore è solitamente facile da controllare ed è poco probabile che il sangue venga aspirato nelle vie aeree.
  • Nel restante 10-20% dei casi ad essere interessate sono rami delle arterie palatine e sfenopalatine e l’arteria mascellare, e il sanguinamento si localizza nel setto posteriore, nella parete laterale del naso e nel pavimento nasale; il sanguinamento posteriore è più profuso e difficile da controllare. Inoltre, il sanguinamento posteriore comporta il rischio di occlusione delle vie aeree se il sangue entra nella faringe.

Come si diagnostica l’epistassi

Il medico visita il paziente per individuare la sede del sanguinamento e si informa su eventuali episodi di epistassi precedenti, sulla presenza di malattie e sui farmaci utilizzati. Il medico valuta se le vie respiratorie sono libere, perché in caso di ostruzione è necessario ricorrere immediatamente al pronto soccorso.

Come si cura l’epistassi

L’epistassi anteriore è più semplice da trattare perché in genere sono coinvolti vasi più piccoli, facili da comprimere. Per fermare il sanguinamento si applica una pressione ferma sulle narici, con le dita o una clip, per 15-20 minuti stando piegati in avanti. Dopo la compressione vanno ispezionate le narici per verificare che il sanguinamento si sia interrotto. È possibile utilizzare vasocostrittori locali come l’ossimetazolina.

Se il sanguinamento continua o è coinvolto un vaso più grande, il medico può ricorrerere alla cauterizzazione chimica con nitrato d’argento (matita caustica) o all’elettrocauterizzazione dopo applicazione di un anestetico locale. Un’altra terapia che si è mostrata efficace nell’epistassi anteriore è la somministrazione di acido tranexamico.

Se tutto ciò non funziona si inserisce nella cavità nasale un tampone che comprima completamente le narici (impaccamento anteriore) e lo si lascia in sede per 48-72 ore; esistono tamponi di materiale riassorbibile, specialmente indicati per i pazienti con problemi di coagulazione o che assumono anticoagulanti.

La gestione dell’epistassi posteriore è più complessa perché il sanguinamento è spesso vivo e la sede del sanguinamento è difficile da visualizzare; di frequente è necessario il ricovero in ospedale. L’impaccamento posteriore viene eseguito (sotto anestesia perché molto doloroso) inserendo un catetere nel naso fino all’orofaringe, facendo passare attraverso il naso un palloncino di gomma che viene gonfiato con acqua, mantenuto poi in sede con una pinza o un rotolo di garza. Siccome esiste il rischio che la medicazione venga aspirata se si muove, il paziente è trattenuto in osservazione fino alla sua rimozione.

La ligazione dell’arteria per via endoscopica e l’embolizzazione endovascolare sono trattamenti più efficaci dell’impacchettamento posteriore che vanno eseguiti da medici con esperienza. La gestione dell’epistassi è più difficoltosa nei pazienti con disturbi della coagulazione o che assumono anticoagulanti o antiaggreganti piastrinici, i quali potrebbero dover modificare o sospendere la terapia; se la perdita di sangue è rilevante può anche essere necessaria un’emotrasfusione.

Fonti

  • Seikaly H. Epistaxis. N Engl J Med. 2021;384(10):944-951. doi:10.1056/NEJMcp2019344
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