Il difetto interventricolare è una delle malattie cardiache congenite più comuni, in cui si verifica una comunicazione anomala tra ventricolo destro e ventricolo sinistro, le due camere del cuore che pompano il sangue rispettivamente attraverso la circolazione polmonare e la circolazione sistemica.

Indice
  • 1 Descrizione del difetto interventricolare 
  • 2 Tipologie di difetti intraverticolari
  • 3 La diagnosi del difetto interventricolare 
  • 4 I sintomi e le complicanze del difetto interventricolare 
  • 5 Trattamento del difetto interventricolare 
  • 6 Fonti

Descrizione del difetto interventricolare 

I difetti interventricolari hanno un’incidenza di 3,4 su 1.000 neonati (anche se indagini diagnostiche più approfondite hanno attestato la prevalenza di queste anomalie superiore al 5%) e rappresentano più del 20% delle cardiopatie congenite, rendendole di fatto le malformazioni cardiache più comuni. Queste possono presentarsi in maniera isolata o possono essere associate ad altre anomalie, come la tetralogia di Fallot o il canale atrio-ventricolare. Spesso si tratta di piccole anomalie presenti alla nascita, che, durante la crescita, guariscono spontaneamente.

Il cuore, l’organo responsabile dell’afflusso di sangue in tutti i tessuti del corpo umano, è suddiviso in quattro cavità, separate da strutture anatomiche dette setti: gli atri, destro e sinistro, che accolgono rispettivamente il sangue proveniente dalla circolazione sistemica (che è povero di ossigeno) e polmonare (ricco di ossigeno), e i ventricoli, destro e sinistro, che rispettivamente, contraendosi, spingono il sangue attraverso la circolazione polmonare e sistemica; data la sua natura contrattile, il cuore è costituito da tessuto muscolare, detto tessuto miocardico. È importante che lato sinistro e lato destro del cuore rimangano separati, perché accolgono due tipi diversi di sangue, che non devono mescolarsi. Tuttavia, può capitare che il setto che separa i ventricoli (detto appunto setto ventricolare) non sia perfettamente integro. Si ha allora un difetto interventricolare, che può causare un mescolamento del sangue tra ventricolo destro e ventricolo sinistro (shunt cardiaco): il risultato è un aumento del flusso di sangue ai polmoni e un sovraccarico della circolazione polmonare.

Tipologie di difetti intraverticolari

In base alla localizzazione della lesione si distinguono:

  • Difetto interventricolare muscolare, interamente circondato dal tessuto muscolare del cuore, il miocardio: i difetti interventricolari muscolari sono i più comuni, non richiedono alcun trattamento e vanno incontro a chiusura spontanea più velocemente e più precocemente degli altri.
  • Difetto interventricolare membranoso, circondato parzialmente da una struttura fibrosa e localizzato in prossimità dei lembi di una valvola atrioventricolare e di una valvola arteriosa (strutture fibrose che evitano il reflusso di sangue). Queste malformazioni vanno seguite perché possono portare a degenerazione della valvola aortica e sviluppo di insufficienza valvolare.
  • Difetto interventricolare sotto arterioso, circondato parzialmente da una struttura fibrosa e localizzato in continuità con la valvola aortica e polmonare (le strutture fibrose che regolano il reflusso di sangue nell’arteria aorta e nell’arteria polmonare).

La diagnosi del difetto interventricolare 

I difetti interventricolari possono essere accertati con i seguenti esami diagnostici:

  • Elettrocardiogramma (ECG): si tratta di un esame che traccia l’andamento elettrico del battito cardiaco. In caso di difetti interventricolari, il tracciato può avere un andamento anomalo.
  • Radiografia del torace: questo esame può evidenziare, in pazienti con difetti interventricolari significativi, sia la presenza di shunt cardiaco che la presenza di ipertensione polmonare.
  • Ecocardiogramma toracico: esame che, attraverso l’utilizzo di ultrasuoni, riesce a fornire un’immagine dettagliata dei tessuti. Questo esame individua la localizzazione, le dimensioni e le caratteristiche del flusso sanguigno nel difetto interventricolare.
  • Cateterismo cardiaco diagnostico: questa pratica diagnostica invasiva deve essere eseguita per determinare la severità di una malattia vascolare polmonare.

I sintomi e le complicanze del difetto interventricolare 

I difetti interatriali sono per lo più asintomatici e in ogni caso la loro manifestazione clinica dipende dalla fisiopatologia della malformazione, dalle sue dimensioni e dalla relazione con i vasi sanguigni del cuore. I sintomi si manifestano tipicamente tra le 4 e le 8 settimane dopo la nascita e sono: ritardo della crescita, difficoltà respiratorie (dispnea), inappetenza, diminuzione del flusso sanguigno sistemico.

Tra le complicanze che possono sopraggiungere, il sovraccarico della circolazione arteriosa polmonare può causare edema polmonare e, combinato con la compressione delle vie aeree, provoca malattie delle vie aeree inferiori e provoca i sintomi di respiro sibilante e tachipnea (aumento della frequenza degli atti respiratori). Inoltre, questa condizione può portare a endocarditi batteriche e degenerazioni della valvola aortica. In seguito a intervento chirurgico bisogna sottoporsi a follow-up perché potrebbero sopraggiungere complicanze cardiache come insufficienza cardiaca, aritmie o blocchi cardiaci.

Trattamento del difetto interventricolare 

Il trattamento di questa condizione dipende dal tipo e dall’entità di difetto interventricolare: se si tratta di difetti interventricolari poco gravi, spesso si risolvono in maniera spontanea. Diverso il discorso se, solitamente nei primi mesi di vita, il neonato si presenta come sintomatico e inizia a manifestare insufficienza cardiaca: in quel caso è necessario un intervento chirurgico entro il primo anno di vita. Generalmente l’intervento consiste nell’inserzione sul difetto di una “patch”, ovvero una porzione di materiale biocompatibile che funziona da toppa. Questo tipo di trattamento viene eseguito a cuore fermo, in circolazione extracorporea conta il 98% degli esiti positivi.

Per saperne di più su altre malattie cardiache congenite, consultate anche le voci riguardo la cardiomiopatia, cardiomiopatia dilatativa e ipertrofica il difetto interatriale.

Fonti