Clamidia (Clamidiosi)
La clamidia (o clamidiosi) è un’infezione trasmessa sessualmente causata dal batterio Chlamydia trachomatis, è molto frequente tra la popolazione ed è spesso asintomatica o caratterizzata da manifestazioni lievi. L’infezione può anche essere trasmessa durante il parto dalla madre al nascituro provocando in quest’ultimo congiuntivite o polmonite.
- 1 Quali sono i sintomi della Clamidia?
- 2 Come si prende la clamidia (clamidiosi)?
- 3 Come si fa la diagnosi di Clamidia?
- 4 Come si cura la Clamidia?
- 5 Si può prevenire la Clamidia?
- 6 Fonti
Quali sono i sintomi della Clamidia?
L’infezione da Chlamydia trachomatis può essere del tutto asintomatica o paucisintomatica. Infatti, nel 70% delle donne e nel 50% degli uomini, l’infezione decorre senza nessun disturbo particolare o con pochi sintomi spesso trascurabili. In alcuni casi, invece, le manifestazioni della malattia possono essere più evidente e, dopo un periodo di tempo che va dalle due alle sei settimane dal momento del contagio, possono manifestarsi:
- bruciore e dolore alla minzione;
- perdite vaginali;
- secrezioni uretrali.
- prurito genitale e pubico;
- rapporti sessuali dolorosi (nelle donne) (dispareunia);
- dolore rettale;
- dolore ai testicoli (negli uomini);
- ingrossamento dei linfonodi inguinali
Una clamidiosi può essere trasmessa attraverso rapporti sessuali non protetti di qualunque tipo (vaginale, orale e orale) anche se non sono presenti i sintomi. In alcuni casi l’infezione si risolve spontaneamente e non è necessaria alcuna terapia specifica. Molto spesso però, in assenza di trattamento, l’infezione si complica portando a segni e sintomi di una certa gravità. Nella donna la clamidiosi non trattata può portare, nell’1-30% casi, all’insorgenza della malattia infiammatoria pelvica detta anche “Mip” o “Pid“.
Malattia infiammatoria pelvica e Clamidia: sintomi e segni
La malattia infiammatoria pelvica è caratterizzata dai seguenti sintomi e segni:
- perdite vaginali;
- dolori addominali e pelvici;
- febbre;
- occlusione delle tube ovariche con conseguente rischio di infertilità (nel 10-20% dei casi) e/o di gravidanze extrauterine;
Nell’uomo, invece, può manifestarsi, anche se di rado, una forma infiammatoria dell’epididimo potenzialmente in grado, di condurre alla sterilità.
Quando la clamidia colpisce un neonato, sono possibili polmoniti (10-20% dei casi) o infiammazioni della congiuntiva (30-50% dei casi).
Nel caso in cui l’infezione sia stata trasmessa in seguito a un rapporto anale non protetto, può manifestare la proctite, malattia caratterizzata da sintomi quali dolori, perdite muco-purulenti e sanguinamenti. Se invece il contagio è avvenuto secondariamente a un rapporto orale è possibile contrarre un’importante faringite.
Un rara complicanza della clamidia, che può coinvolgere sia la donna che l’uomo, è costituita dalla cosiddetta sindrome di Reiter o artrite reattiva, una forma generalizzata dell’infezione contrassegnata dalla presenza di congiuntivite, uretrite e artrite. In Africa e in Asia è presente un forma particolare di clamidia, chiamata linfogranuloma venereo, causata da alcuni sierotipi del batterio.
Come si prende la clamidia (clamidiosi)?
La clamidia si trasmette principalmente per via sessuale o materno-fetale, con la prima modalità che rappresenta sicuramente la via più frequente di diffusione di questa patologia, specie considerando che molto spesso la clamidiosi risulta completamente asintomatica.
I rapporti sessuali non protetti dove vi sia uno scambio di fluidi sia diretto sia indiretto sono ad alto rischio di trasmissione se uno dei due partner soffre di clamidiosi. L’utilizzo del preservativo riduce significativamente le possibilità di contagio.
La trasmissione materno-fetale, invece avviene prevalentamente durante il parto e più raramente durante la gestazione (nei quali casi aumentano i rischi di aborto e parto prematuro).
Tra i fattori di rischio, oltre alla promiscuità sessuale, è da annoverare la coesistenza di altre malattie sessualmente trasmesse come tricomoniasi, infezioni da ureaplasma e gonorrea.
Come si fa la diagnosi di Clamidia?
La diagnosi di clamidia viene posta grazie a test di laboratorio basati sulla ricerca e l’amplificazione degli acidi nucleici (Naat) del microrganismo Chlamydia trachomatis. Questi test molecolari sono molto sensibili e specifici e per questa ragione vengono ritenuti il gold standard diagnostico per la clamidia. I test vengono condotti su campioni provenienti da tamponi vaginali, uretrali, endocervicali, rettali, orali.
La clamidia può essere cercata anche in campioni di urina tramite analisi delle urine e urinocoltura.
Qualora il test risultasse positivo, è necessario che anche i partner sessuali della persona positiva vengano sottoposti ad accertamenti ed è comunque consigliato un test per la ricerca dell’HIV.
Come si cura la Clamidia?
La terapia per curare la clamidiosi si basa sull’impiego di antibiotici specifici. In assenza di complicazioni particolari, i farmaci utilizzati sono generalmente azitromicina o doxiciclina somministrati per via orale o in alternativa eritromicina, ofloxacina o levofloxacina anch’essi da assumere per bocca. In modo analogo devono essere trattati tutti i soggetti con cui il paziente ha avuto rapporti sessuali negli ultimi tre mesi a partire dal momento in cui viene posta la diagnosi della malattia. I test specifici devono comunque essere ripetuti tre mesi dopo il trattamento antibiotico per essere certi della scomparsa dell’agente batterico. L’azitromicina è anche indicata per le donne in gravidanza e per il trattamento dei neonati.
Si può prevenire la Clamidia?
La prevenzione di clamidia si basa su una corretta condotta sessuale, principalmente quindi sul corretto uso del preservativo durante i rapporti sessuali con partner occasionali o comunque dei quali non si conosce lo stato di salute. È anche opportuno recarsi quanto prima dal proprio medico nel caso si abbiano dubbi sulla possibilità concreta di essere stati infettati perché una diagnosi precoce è importante al fine di prevenire spiacevoli conseguenze. L’uso del profilattico, tuttavia, non garantisce la prevenzione dell’infezione in modo assoluto pur diminuendo in modo significativo la possibilità di contrarre la malattia.
Fonti
- Lab Test Online;
- Istituto Superiore di Sanità;
- Zarco Montejo P. Diagnóstico y tratamiento de la artritis relacionada con la infección por Clamidia [Diagnosis and treatment of Chlamydia-induced reactive arthritis]. Reumatol Clin. 2012 Mar;8 Suppl 1:S20-5. Spanish;
- Choroszy-Król IC, Frej-Mądrzak M, Jama-Kmiecik A, Bober T, Jolanta Sarowska J. Characteristics of the Chlamydia trachomatis species – immunopathology and infections. Adv Clin Exp Med. 2012 Nov-Dec;21(6):799-808.
Autore
Osmosia s.r.l.