Candida (Candidosi o Candidiasi)
La candidosi è un’infezione dovuta alla proliferazione eccessiva del fungo Candida albicans, normalmente presente nelle mucose del cavo orale, dei genitali o dell’intestino.
L’infezione può essere favorita da cure cortisoniche e antibiotiche, immunosoppressione, diabete e alterazioni ormonali.
I sintomi della candidosi variano a seconda della mucosa colpita e si curano con trattamenti antimicotici. Rimedi naturali e stile di vita possono contribuire a ridurre il rischio di infezione e recidiva.
- 1 Cos’è la candidosi o infezione da Candida
- 2 Quali sono le cause della candidosi
- 3 Come si esegue la diagnosi di candidosi
- 4 Quali sono i sintomi della candidosi
- 5 Come si trasmette la candidosi
- 6 Come si cura la candidosi
- 7 Candidosi e dieta: non serve eliminare zuccheri e lieviti
- 8 Quanto dura la candidosi
- 9 Quali sono le complicanze della candidosi
- 10 Fonti
Cos’è la candidosi o infezione da Candida
La candidosi, o candidiasi, è un’infezione causata dal fungo saccaromicete Candida albicans (C. Albicans).
Nell’80% dei casi la candidosi si sviluppa a partire da una proliferazione di C.albicans, nel restante 20%, invece, l’infezione può essere ricondotta ad altre specie micotiche anche se sempre appartenenti alla stessa famiglia di funghi (come la Candida tropicalis 1%-5% o la Candida glabrata 10%).
- albicans si trova comunemente sulla pelle e a livello delle mucose del corpo umano di molti individui sani come bocca e gola, mucosa genitale e del tratto gastrointestinale (si calcola, infatti, che nell’ 80% degli individui siano presenti colonie di Candida). Qui, si nutre principalmente di materiale organico e collabora con i processi di fermentazione degli zuccheri.
In condizioni di salute, i microrganismi della flora batterica e il sistema immunitario provvedono a contenere un’eventuale proliferazione indesiderata. Quando, però, si verificano situazioni per cui questi sistemi di controllo perdono la loro efficacia, Candida può diventare patologica e causare sintomi da lievi a severi. 1-2
Attenzione, “candida“, “candidosi” e “candidiasi” vengono spesso utilizzati colloquialmente come sinonimi. Il termine “candida”, però, identifica l’agente infettivo, il fungo C.albicans, mentre candidosi è l’infezione ad esso associata.
Quali sono le cause della candidosi
Le cause della candidosi sono principalmente due. L’infezione può insorgere secondariamente ad uno stato di debolezza immunitaria, oppure può essere trasmessa da una persona infetta. Nel primo caso, vi sono condizioni altamente predisponenti alla candidosi, tra cui:
- infezioni virali, come l’influenza stagionale;
- cure prolungate con farmaci cortisonici che sopprimono la reazione immunitaria fisiologica;
- soffrire di malattie croniche infiammatorie o autoimmuni, come il diabete;
- essere pazienti oncologici sotto radioterapia, chemioterapia o immunoterapia;
- aver subito interventi chirurgici all’intestino;
- aver contratto l’AIDS.1
Oltre a queste cause occorre considerare altri fattori di rischio che contribuiscono ad alterare il microbiota delle mucose e facilitare la moltiplicazione della Candida albicans. Ad esempio, l’uso di detergenti aggressivi per l’igiene intima o una scarsa igiene orale. Le donne sono particolarmente vulnerabili alla candidosi genitale per cause ormonali legate alle fasi del ciclo mestruale. Si stima che il 75% delle donne abbia avuto almeno un episodio di candidosi vulvo-vaginale nella vita. Ulteriori fattori di rischio per la popolazione femminile sono: la gravidanza, la contraccezione ormonale e la terapia ormonale, la menopausa.3
Come si esegue la diagnosi di candidosi
La diagnosi di candidosi locale può essere effettuata dal medico curante o dallo/a specialista in dermatologia osservando l’aspetto caratteristico delle lesioni presenti sulle mucose causate dall’agente patogeno. Il fungo Candida albicans può essere identificato con un esame diretto utilizzando il microscopio ottico oppure tramite un esame colturale specifico dopo aver prelevato materiale dalle lesioni mediante l’ausilio di un tampone.
Il riconoscimento di una forma sistemica (invasiva) di candidosi richiede invece la valutazione clinica dei sintomi e dei segni presentati dal/la paziente, l’esecuzione di accertamenti strumentali, quali ad esempio la colposcopia, e la ricerca del micete nel sangue mediante opportune emocolture che ne dimostrino la presenza.
È comunque importante eseguire test antigenici e molecolari sul sangue finalizzati alla ricerca di materiale proteico e genetico della Candida albicans. Accade non di rado, infatti, che le emocolture diano risultati falsamente negativi.1
Quali sono i sintomi della candidosi
I sintomi locali della candidosi variano a seconda della mucosa colpita dalla micosi. Quando è interessata la mucosa del cavo orale l’aspetto macroscopico dell’infezione locale è dato dalla comparsa di strie di colore biancastro spesso pruriginose. La candidosi del cavo orale è comunemente chiamata “mughetto”, ed è abbastanza frequente in età neonatale.4
Quando ad essere colpite da candidosi sono invece le mucose genitali maschili e femminili, ovvero vagina, vulva e glande, i sintomi principali sono: bruciore e dolore durante la minzione e i rapporti sessuali, arrossamento e gonfiore. La candidosi vulvo-vaginale inoltre comporta la produzione di abbondanti secrezioni biancastre con un caratteristico odore di lievito e la consistenza di ricotta.
Se la candidiasi interessa l’apparato digerente (esofago, stomaco, intestino tenue e crasso) sono spesso presenti sintomi che variano a seconda del tratto interessato. Questi includono: disfagia e disturbi della deglutizione, bruciore e crampi gastrici, meteorismo, contrazioni intestinali dolorose e diarrea.
Nelle forme sistemiche l’infezione micotica può dare luogo a febbre e astenia profonda. La sintomatologia può durare a lungo, anche per settimane, specialmente nelle persone immunocompromesse, ed è quindi necessario iniziare il trattamento con tempestività.1,4
Come si trasmette la candidosi
La candidosi è contagiosa e la sua trasmissione può avvenire attraverso scambi salivari o tramite rapporti sessuali non protetti dall’uso di un preservativo.1 Durante il parto vaginale la madre può trasmettere la Candida al/la neonato/a, che quindi può manifestare l’infezione nei primi mesi di vita, avendo un sistema immunitario ancora immaturo.4
Come si cura la candidosi
Per curare la candidosi si deve seguire una terapia farmacologica prescritta dal/la medico/a. A seconda della severità dei sintomi, delle condizioni generali di salute, o della tendenza alle recidive dell’infezione, occorre però anche abbattere i fattori di rischio/precipitanti e proteggersi dal possibile contagio. Vediamo come.
Terapia farmacologica
La candidosi viene curata con farmaci che possiedono un’azione antimicotica specifica. Tra questi si possono menzionare i preparati imidazolici, l’amfotericina B, la nistatina e la ciclopiroxolamina. I farmaci possono essere utilizzati in forma topica, quindi applicati localmente sulle lesioni fungine, oppure assunti per via orale. Nel caso della candidosi vaginale si utilizzano gli ovuli. In caso di candidosi genitale, la terapia farmacologica potrebbe essere consigliata anche al partner, ma questo dovrebbe accadere solo in caso di verifica di un’infezione in atto nel soggetto asintomatico.
Nei casi più severi si può ricorrere a un trattamento per via iniettiva che però deve essere condotto preferibilmente in ambiente ospedaliero. Attualmente è in sperimentazione un vaccino anti-candidosi, che potrebbe rappresentare lo strumento ideale per proteggersi una volta per tutte dall’infezione. 1,2,3,4
Rimedi casalinghi e naturali
Un trattamento coadiuvante della candidosi, soprattutto in caso di recidive, può puntare anche su rimedi naturali. L’assunzione di supplementi e integratori, ad esempio, è utile a contrastare i sintomi e riequilibrare il microbiota delle mucose. A tal fine sono consigliati:
- probiotici o fermenti lattici a base di lattobacilli e bifidobatteri, che contrastano la riproduzione incontrollata dalla Candida albicans a livello di mucose. I probiotici possono essere assunti per via orale, o applicati localmente sotto forma di preparati topici;
- prebiotici, ovvero fibre alimentari benefiche per la salute della mucosa genitale e intestinale. Si trovano sotto forma di integratori o nei cibi di origine vegetale;
- vitamina D, utile soprattutto in caso di malattie croniche infantili e quando si seguono cure antibiotiche;
- spezie, erbe aromatiche e altre sostanze naturali con azione antimicrobica tra cui: aglio, curcuma, timo, cannella, zenzero, menta, origano, rosmarino.5
Va precisato che nessuno dei rimedi naturali elencati è in grado di curare la candidosi, quello che possono fare è ridurre i fattori di rischio e potenziare o prolungare gli effetti della terapia farmacologica.
Comportamenti e stili di vita
La candidosi è un’infezione opportunistica, legata spesso a squilibri nel microbiota delle mucose. Le persone a rischio possono adottare una profilassi preventiva adottando comportamenti virtuosi. Ad esempio:
- scegliendo per l’igiene personale e intima prodotti che non alterino troppo il microambiente delle mucose;
- adottando uno stile di vita sano e seguendo una dieta equilibrata;
- indossando biancheria intima di cotone, che è una fibra traspirante, perché i miceti si riproducono in ambiente privo di ossigeno;
- evitando di esporsi a condizioni di stress intensi e prolungati;
- utilizzando il preservativo nei rapporti sessuali.
Candidosi e dieta: non serve eliminare zuccheri e lieviti
È un’idea molto diffusa che per combattere la candidosi, soprattutto vaginale (una delle forme di candidosi più comune), si debba eliminare o ridurre gli zuccheri dalla dieta allo scopo di togliere nutrimento al fungo. Questa strategia, in realtà, non è supportata da evidenze scientifiche. Non esiste, infatti, un collegamento diretto tra apparato gastrointestinale e urogenitale e, ancor più importante, abbiamo bisogno di carboidrati per supportare una dieta sana.
Escludere un’intera categoria alimentare sulla base di false credenze potrebbe, quindi, generare ulteriori problemi di salute. Altre scuole di pensiero suggeriscono invece l’esclusione di lieviti (microrganismi appartenenti al regno dei funghi) dal piano alimentare, ma anche in questo caso non ci sono evidenze scientifiche a supporto di questa indicazione.6
Quanto dura la candidosi
La durata della candidosi è estremamente variabile e dipende dalla risposta al trattamento farmacologico. La cura standard antimicotica va seguita per un minimo di 1 giorno fino ad un massimo di sette. Dopodiché in genere i sintomi scompaiono del tutto. Va specificato che la Candida albicans, essendo un fungo polimorfo, ha una grande facilità a replicarsi e colonizzare ambienti biologici diversi. Il farmaco agisce non eliminando del tutto il micete, che resta un organismo comunque presente nel microbiota della mucosa.
Pertanto, anche dopo la guarigione, se si ripetono le condizioni predisponenti, la Candida albicans può ritornare patogena e l’infezione diventa ricorrente presentandosi anche più volte in un anno. In caso di candidosi vaginale recidivante, ad esempio, dopo la terapia d’urto, si prescrive una terapia di profilassi preventiva settimanale che può durare fino a sei mesi.4
Quali sono le complicanze della candidosi
La complicanza più comune della candidosi non curata è la sua cronicizzazione che comporta disturbi persistenti. Se contratta in gravidanza, la candidosi può trasmettersi da madre a feto, e in caso di parto pretermine può condurre a infezioni sistemiche nel/la neonato/a.
L’intertrigine è una complicanza abbastanza frequente della candidosi nelle persone con diabete o immunodepresse. Si tratta di una malattia infiammatoria della pelle che causa arrossamento, prurito e dolore, e che si cura con antinfiammatori topici.
Nei casi più gravi, la candidosi può diffondersi nell’organismo diventando sistemica. Potenzialmente, questa è una delle più temibili complicanze perché può portare al decesso . Per questo motivo la terapia antifungina specifica deve essere intrapresa tempestivamente all’insorgere dei sintomi dell’infezione.1,2,3,4
Fonti
- Istituto Superiore di Sanità: candidosi o candidiasi
- Wang Y. Looking into Candida albicans infection, host response, and antifungal strategies. Virulence. 2015;6(4):307-8.
- Mayer FL, Wilson D, Hube B. Candida albicans pathogenicity mechanisms. Virulence. 2013 Feb 15;4(2):119-28.
- R AN, Rafiq NB. Candidiasis. [Updated 2023 May 29]. In: StatPearls [Internet]. Treasure Island (FL): StatPearls Publishing; 2023 Jan-. Available from: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK560624/
- Very Well Health How to Cure Candida Naturally
- Pappas, P. G., Kauffman, C. A., Andes, D. R., Clancy, C. J., Marr, K. A., Ostrosky-Zeichner, L., … & Sobel, J. D. (2016). Clinical practice guideline for the management of candidiasis: 2016 update by the Infectious Diseases Society of America. Clinical Infectious Diseases, 62(4), e1-e50;
Autore
Paola Perria