Calazio
Il calazio è una cisti della palpebra in genere di piccole dimensioni, che si forma per ostruzione delle ghiandole congiuntivali.
Il calazio generalmente non è doloroso e tende a riassorbirsi da solo. È più frequente tra i 30 e i 50 anni nelle persone con una storia di infiammazioni oculari e malattie delle palpebre.
Quando il calazio aumenta di dimensioni può causare dolore e problemi alla visione per cui deve essere asportato chirurgicamente.
- 1 Cos’è un calazio e come si manifesta?
- 2 Quali sono le cause di un calazio?
- 3 Come capire se ho un calazio?
- 4 Come si cura un calazio?
- 5 Che differenza c’è tra un calazio e un orzaiolo?
- 6 Quanto dura un calazio?
- 7 Quali complicazioni può dare un calazio?
- 8 Ho avuto un calazio, significa che mi tornerà?
- 9 Fonti
Cos’è un calazio e come si manifesta?
Il calazio è un rigonfiamento di natura benigna che si forma sulla superficie interna della palpebra. Sebbene sia più probabile che si formi sulla palpebra superiore, in realtà un calazio può presentarsi anche lungo la palpebra inferiore.
Si tratta di un lipogranuloma, ovvero una cisti per lo più dura al tatto e non dolorosa, di origine infiammatoria, che si presenta con i seguenti sintomi:
- nodulo o protuberanza visibile sulla palpebra;
- talvolta arrossamento della palpebra nella zona tumefatta;
- talvolta moderata irritazione oculare con lacrimazione;
- offuscamento della vista in caso di calazio di grandi dimensioni.
Il suo accrescimento può essere lento, tanto da non essere percepito per settimane o mesi. Infatti, spesso calazi di piccole dimensioni restano pressoché asintomatici e si riassorbono da soli senza che la persona neppure se ne accorga. In rari casi, però, un grosso calazio può ostacolare la capacità visiva e diventare doloroso estendendosi a gran parte della palpebra. Solo raramente può diventare cronico o essere spia di un accrescimento tumorale.
Dal punto di vista epidemiologico, il calazio è una lesione infiammatoria della palpebra molto comune, soprattutto tra i 30 e i 50 anni, sebbene possa formarsi anche nell’infanzia.1,2
Quali sono le cause di un calazio?
Il calazio è causato dall’ostruzione delle ghiandole di Meibomio, che hanno lo scopo di produrre la parte oleosa della lacrime necessaria a mantenere lubrificato l’occhio. Quando il materiale lipidico delle ghiandole di Meibomio non viene riassorbito dai tessuti palpebrali come dovrebbe accadere normalmente, tende a spargersi negli spazi intercellulari causando un processo infiammatorio con formazione di edema.1
La disregolazione delle ghiandole di Meibomio che è all’origine del calazio, può a sua volta dipendere da altre cause o fattori di rischio, tra cui:
- diabete;
- precedenti patologie infiammatorie della palpebre come blefariti ricorrenti;
- malattie dermatologiche della palpebre tra cui dermatiti e rosacea;
- infezioni virali;
- malattie infettive come la tubercolosi o la leishmaniosi;
- precedente formazione di lesioni infiammatorie delle palpebre di altra natura, come ad esempio l’orzaiolo;
- traumi oculari.1,2
Come capire se ho un calazio?
La diagnosi di calazio spetta al/la oculista che, ispezionando la palpebra esternamente ed internamente e osservando la tumefazione, è in grado di capirne la natura. In genere non c’è bisogno di ulteriori indagini per diagnosticare un calazio. Tuttavia, nei casi dubbi, può essere utile procedere ad una biopsia della lesione per l’analisi istologica al microscopio.1.2
Come si cura un calazio?
Il trattamento del calazio dipende dalle sue dimensioni e caratteristiche. Calazi di piccole dimensioni, non dolorosi, in genere guariscono da soli, pertanto si predilige un approccio conservativo che favorisca il riassorbimento spontaneo della cisti.
Le cure casalinghe efficaci a tale scopo sono:
- applicazione di compresse tiepide sulla palpebra per 15 minuti 2-4 volte al giorno;
- massaggi delicati sulla palpebra, da effettuare più volte al giorno;
- igiene scrupolosa con disinfezione quotidiana delle palpebre. Il make up andrà evitato fino alla risoluzione del calazio.
Nei casi in cui la cisti non dovesse riassorbirsi, o tendesse ad ingrandirsi, si dovrà intervenire in altro modo. Una delle soluzioni possibili è il trattamento con corticosteroidi inoculati direttamente nella cisti tramite iniezioni. Quando vi sia una concomitante infezione batterica è necessaria anche una terapia con pomate antibiotiche. Infine, per calazi voluminosi che non guariscono, che dolgono o creano disturbi alla vista, la soluzione è di tipo chirurgico con drenaggio della cisti o asportazione della stessa tramite incisione.
Importante: mai provare a “spremere” un calazio con le dita, perché si corre il rischio di procurarsi delle serie lesioni oculari o di causare un’infezione. 1,2,3
Che differenza c’è tra un calazio e un orzaiolo?
Orzaiolo e calazio sono molto simili nell’aspetto, ma hanno cause e sintomi diversi. L’orzaiolo è infatti una piccola protuberanza che si forma sul margine palpebrale o sotto la palpebra. In genere è causato da un’infezione batterica delle ghiandole di Zeis, che si trovano a ridosso dei follicoli piliferi. Pertanto molti orzaioli spuntano tra le ciglia e somigliano ai calazi, ma presentano sintomi specifici che sono:
- dolore;
- infezione del bordo ciliare con formazione di crosticine;
- presenza di pus, segnalato dal tipico puntino bianco della protuberanza, un po’ come si osserva nei brufoli acneici infiammati;
- prurito intorno agli occhi;
- sensazione di avere un corpo estraneo nell’occhio;
- fotosensibilità, fastidio alle luci;
- lacrimazione abbondante.
Rispetto al calazio, l’orzaiolo è quindi molto più fastidioso, proprio perché la sua natura è infettiva. Tuttavia, non è consigliabile effettuare un’autodiagnosi di calazio o di orzaiolo, bensì è opportuno rivolgersi prontamente ad un/a oculista per una visita di controllo.3
Quanto dura un calazio?
Un calazio non problematico si riassorbe rapidamente con il solo trattamento conservativo non farmacologico nel giro di qualche settimana, un mese al massimo. La prognosi, pertanto, è eccellente. Tuttavia, in assenza di miglioramento dopo quattro-sei settimane, è necessario rivolgersi al/la oculista per rivalutare la situazione e capire se è necessario fare ulteriori indagini diagnostiche o predisporre una cura più adeguata.1,2
Quali complicazioni può dare un calazio?
Un calazio non trattato può incapsulare una o più ghiandole di Meibomio e cronicizzarsi. In questi casi è opportuno intervenire chirurgicamente per asportare il calazio e le ghiandole incapsulate. Altre possibili complicanze di un calazio sono:
- evoluzione verso la cellulite presettale, seria infezione della palpebra che si cura con antibiotici o eventuale drenaggio del pus;
- visione offuscata in caso di grossi calazi che occupino la parte centrale della palpebra, per contatto diretto con la cornea;
- deformazione della palpebra;
- comparsa o aggravamento di difetti della vista tra cui l’astigmatismo.1
Ho avuto un calazio, significa che mi tornerà?
Aver avuto un calazio una volta nella vita non significa in alcun modo che debba ripresentarsi. Vi sono, tuttavia, delle condizioni preesistenti che aumentano il rischio di recidiva del calazio, o addirittura di cronicizzazione. Ciò dipende dalla tendenza all’infiammazione delle palpebre e all’occlusione delle ghiandole di Meibomio.
Persone con blefariti ricorrenti, ovvero infiammazioni palpebrali dovute a uso improprio di lenti a contatto e sindrome dell’occhio secco, sono più a rischio di calazio. Anche seguire una dieta troppo ricca di alimenti unti e di insaccati può interferire con la funzionalità delle ghiandole palpebrali e favorire episodi di calazio.
Infine, difetti della vista comuni come la miopia e la presbiopia possono costituire fattori di rischio del calazio. La difficoltà della messa a fuoco, infatti, comporta una continua contrazione dei muscoli oculari che a sua volta può occludere i dotti delle ghiandole di Meibomio.2,4
Per prevenire un calazio in presenza di fattori predisponenti si può:
- curare l’igiene evitando di toccare gli occhi o di mettere e togliere le lenti a contatto senza prima aver lavato le mani con il sapone;
- evitare di sfregare o grattare gli occhi in continuazione;
- correggere i difetti della vista usando lenti e occhiali adeguati;
- struccarsi prima di andare a dormire;
- evitare l’uso indiscriminato delle lenti a contatto;
- usare lacrime artificiali per contrastare la secchezza oculare.2
Fonti
- Jordan GA, Beier K. Chalazion. [Updated 2023 Jul 31]. In: StatPearls [Internet]. Treasure Island (FL): StatPearls Publishing; 2023 Jan-. Available from: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK499889/
- Cleveland Clinic Chalazion
- American Academy of Ophthalmology What is the Difference Between a Stye and a Chalazion?
- Agenzia internazionale per la Prevenzione della Cecità, Calazio