Ascesso
L’ascesso è una raccolta di pus causata da un’infezione batterica, generalmente da stafilococchi. Può interessare qualsiasi parte del corpo umano, sia superficiale come la pelle, sia profonda come gli organi o gli spazi tra varie strutture anatomiche.
Quando gli agenti patogeni penetrano nell’organismo e determinano un’infezione, il sistema immunitario reagisce combattendo i microrganismi, tramite l’azione dei globuli bianchi, nella zona dove il processo infettivo si manifesta. Questo processo risulta nella necrosi, ossia la morte, dei tessuti coinvolti nell’infezione e la conseguente formazione del cosiddetto pus, un materiale costituito da leucociti, batteri vivi e morti, detriti di tessuti in disfacimento e plasma. La sua consistenza è di tipo cremoso, mentre il suo colore varia dal giallo al verdastro.
Più raramente che gli ascessi sono causati da parassiti, come ad esempio l’ameba, o da funghi patogeni. La via di ingresso dei microrganismi è rappresentata di solito da ferite superficiali o profonde. Gli ascessi che si formano in queste strutture possono anche essere causati da interventi chirurgici, oppure possono sopravvenire per diffusione dell’infezione da altri focolai situati al di fuori degli organi in cui si manifesta.
- 1 Quali sono i sintomi dell’ascesso?
- 2 Come si esegue la diagnosi di ascesso?
- 3 Come si cura un ascesso?
- 4 Quali sono le complicanze dell’ascesso?
- 5 Fonti
Quali sono i sintomi dell’ascesso?
I segni e i sintomi di un ascesso cutaneo comprendono:
- dolore, gonfiore e arrossamento della zona colpita;
- raccolta di materiale purulento visibile;
- brividi;
- febbre.
Tra le manifestazioni cliniche generali degli ascessi profondi vi sono:
- febbre elevata;
- malessere generale;
- dolore viscerale;
- ipersudorazione;
- brividi;
- diminuzione dell’appetito (inappetenza);
- astenia;
- perdita di peso.
In aggiunta a questi disturbi, possono anche essere presenti sintomi e segni più specifici riferibili all’organo colpito, come ad esempio l’ittero, che causa un caratteristico colore giallastro della cute, che si presenta nei casi di ascesso epatico; oppure, tosse e difficoltà respiratoria nel caso dell’ascesso polmonare.
Come si esegue la diagnosi di ascesso?
La diagnosi di un ascesso cutaneo si basa sulla visita medica e sui sintomi lamentati dal paziente. È inoltre possibile prelevare materiale purulento con lo scopo di identificare in laboratorio gli agenti batterici responsabili, e stabilire di conseguenza il miglior trattamento da mettere in atto.
In caso di ascessi ricorrenti, può essere opportuno effettuare analisi del sangue e delle urine per verificare l’eventuale presenza di diabete, una patologia metabolica associata a un rischio aumentato di sviluppare queste forme patologiche.
Per quanto riguarda invece la diagnosi di ascessi profondi (epatici, cerebrali, ecc.) la loro identificazione è più difficile ed è necessario l’impiego di mezzi diagnostici più sofisticati quali ad esempio la risonanza magnetica e/o la tomografia computerizzata.
Come si cura un ascesso?
La terapia degli ascessi superficiali di lieve entità può avvalersi di rimedi semplici come impacchi caldi, che riducono l’edema dei tessuti e rendono più veloce il processo di guarigione.
Per la cura di formazioni ascessuali di dimensioni maggiori o che non tendono a migliorare, il medico può prescrivere antibiotici per risolvere la situazione. Talvolta, come ad esempio nel caso degli ascessi dentali, oltre all’utilizzo di antibiotici risulta anche necessaria l’incisione della cavità ascessuale e il drenaggio del pus in essa contenuto.
Per trattare un ascesso profondo è invece necessario procedere al drenaggio del pus accompagnato da trattamento antibiotico somministrato per bocca o per via endovenosa. In alcuni casi è anche necessario il ricovero in ospedale. In questi casi, le metodiche di svuotamento delle cavità ascessuali sono il drenaggio percutaneo e l’intervento chirurgico vero e proprio.
Il drenaggio percutaneo è impiegato negli ascessi relativamente poco profondi e di piccole dimensioni. Consiste nell’inserimento di un ago nella sacca colma di pus, facendolo penetrare attraverso la cute dopo aver eseguito un’anestesia locale o generale. Una volta raggiunto l’obiettivo, eventualmente con l’ausilio di un’ecografia o di scansioni tomografiche, si può procedere allo svuotamento del contenuto. In alcuni casi è utile il posizionamento di un piccolo catetere di drenaggio che agevola il procedimento;
L’intervento chirurgico è invece necessario quando le dimensioni dell’ascesso sono eccessive per poterlo svuotare con un semplice ago, oppure quando non è possibile raggiungere la sacca ascessuale, oppure se un tentativo preliminare di drenaggio percutaneo non è andato a buon fine. La complessità dell’atto operatorio varia a seconda dell’organo colpito, così come la tecnica chirurgica da impiegare.
Quali sono le complicanze dell’ascesso?
Le complicanze degli ascessi possono essere anche molto gravi e possono mettere in pericolo la vita del paziente. Tra questi si possono elencare:
- diffusione batterica sistemica con setticemia;
- shock settico;
- rottura della cavità ascessuale e dispersione del contenuto nei tessuti circostanti;
- emorragia da erosione di vasi sanguigni;
- alterazioni della funzionalità dell’organo colpito.
Fonti
- NHS – Abscess
- National Library of Medicine – Abscess
- Hardgrib N, Petersen KK. [Treatment of simple subcutaneous abscesses]. Ugeskr Laeger. 2017 Jul 10;179(28):V03170175. Danish.
- Kobayashi SD, Malachowa N, DeLeo FR. Pathogenesis of Staphylococcus aureus abscesses. Am J Pathol. 2015 Jun;185(6):1518-27.