La malattia di Alzheimer, o Morbo di Alzheimer, è una patologia degenerativa neurologica progressiva che non fa parte dell’invecchiamento fisiologico umano ma che generalmente compare in età avanzata. La malattia prende il nome dal neurologo tedesco Alois Alzheimer che per primo ne descrisse i sintomi e gli aspetti anatomopatologici all’inizio del XX secolo.

La malattia di Alzheimer è la forma più diffusa di demenza, colpendo il 10% delle persone dopo i 65 anni e quasi il 50% dei soggetti con più di 85 anni di età. In Italia si ritiene che siano circa 500.000 le persone affette da questa patologia neurologica. La malattia tende a progredire in modo più o meno rapido e le alterazioni cerebrali che provoca determinano con il tempo un completo decadimento mentale e fisico. Attualmente, il numero di individui che vengono colpiti da questo morbo è in aumento a livello globale, e l’Alzheimer’s Association ritiene che entro il 2050, se non si potrà disporre di cure efficaci, saranno più di 100 milioni le persone ammalate in tutto il pianeta.

Quali sono le cause della malattia di Alzheimer?

Le cause della malattia di Alzheimer non sono attualmente note. L’origine sembra legata al metabolismo alterato di una proteina precursore della beta amiloide, che provoca l’accumulo progressivo di questa sostanza neurotossica nel cervello sotto forma di placche e di grovigli, che determinano la morte delle cellule neuronali.

Quali sono i sintomi della malattia di Alzheimer?

I sintomi della malattia di Alzheimer sono numerosi, possono variare da persona a persona e peggiorano nel tempo. Tra questi vi sono:

  • perdita di memoria, in genere il sintomo di esordio della malattia;
  • problemi legati alla gestione del denaro e delle normali attività quotidiane;
  • disorientamento temporo-spaziale;
  • difficoltà di apprendimento;
  • reiterazione frequente di affermazioni e domande;
  • insonnia;
  • dimenticare la strada per tornare a casa perdendosi in luoghi abituali e ben conosciuti;
  • mutamenti di comportamento contrassegnati a volte da irrequietezza e aggressività;
  • problemi a ricordare avvenimenti recenti;
  • difficoltà ingravescente a riconoscere familiari ed amici;
  • allucinazioni;
  • perdita progressiva della capacità di svolgere compiti abituali, come ad esempio vestirsi;
  • difficoltà a leggere, a parlare e a scrivere;
  • problemi della deambulazione;
  • problemi nella deglutizione.

Dal punto di vista biologico, si possono riscontrare bassi livelli dei neurotrasmettitori che permettono la normale comunicazione tra le cellule del sistema nervoso centrale, come ad esempio l’acetilcolina.

Come si esegue la diagnosi di malattia di Alzheimer?

La diagnosi in vita della malattia di Alzheimer è solamente di natura probabilistica, dato che la certezza deriva solamente da un riscontro diagnostico post mortem che permette di verificare la presenza di placche amiloidi nel tessuto cerebrale.

Il medico può però eseguire una serie di accertamenti che consentono di ritenere plausibile l’esistenza del morbo di Alzheimer. Tra questi vi sono:

  • test per la valutazione neuropsicologica, che sono in grado di esplorare le capacità mnesiche, la concentrazione, l’abilità di leggere, parlare, contare e risolvere problemi;
  • esami delle urine, analisi del sangue o del liquido cerebrospinale;
  • tomografia assiale computerizzata, condotta soprattutto per la diagnosi differenziale rispetto ad altri quadri patologici che comportano sintomi analoghi alla demenza di Alzheimer. Tra questi possiamo annoverare le malattie della tiroide, le malattie vascolari, e i tumori cerebrali.

La diagnosi precoce della malattia è importante, perché permette di mettere in atto il prima possibile la miglior terapia disponibile per rallentare la progressione dei disturbi e consentendo al malato di prendere decisioni importanti per il suo futuro e per quello dei suoi cari, quando è ancora in condizione di poterlo fare.

Come si cura la malattia di Alzheimer?

Non esiste una cura specifica contro il morbo di Alzheimer, anche se sono in corso numerosi studi per la ricerca di rimedi efficaci contro la malattia. I farmaci attualmente in uso hanno la capacità di rallentare il peggioramento delle manifestazioni cliniche e dei disturbi comportamentali correlati con questo disturbo neurologico. Tra questi vi sono:

  • la memantina, un antagonista del recettore per l’N-metil-D-aspartato (NMDA), somministrabile anche in associazione con gli inibitori della colinesterasi;
  • gli inibitori della colinesterasi, tra cui il donepezil, che utilizzato nella terapia di forme da moderate a gravi della malattia, la galantamina e la rivastigmina;
  • Aducanumab, un anticorpo monoclonale con azione diretta contro la beta amiloide.

Decorso e aspettative di vita dell'Alzheimer

Il decorso del morbo di Alzheimer è progressivo e peggiora nel tempo in modo inesorabile portando alla morte, che è attualmente un’inevitabile conseguenza. La durata di vita dei malati è mediamente di 8-10 anni dal momento della diagnosi, con casi eccezionali nei quali la sopravvivenza può raggiungere anche i 20 anni.

 

Fonti