AIDS (Sindrome da immunodeficienza acquisita)
La sindrome da immunodeficienza acquisita (Aquired ImmunoDeficiency Syndrome, AIDS) è lo stadio clinico più avanzato dell’infezione da HIV, il virus dell’immunodeficienza umana (Human Immunodeficiency Virus). Si parla di immunodeficienza quando il sistema immunitario non funziona, per nulla o in parte, ed ogni infezione potenzialmente innocua può potenzialmente pericolosa o persino fatale.
Non tutte le persone che si infettano con l’HIV sviluppano l’AIDS. Essere “sieropositivo”, ossia avere nel sangue anticorpi diretti contro l’HIV, e questo non significa automaticamente essere malati di AIDS.
- 1 Descrizione dell'AIDS
- 2 Come si presenta l’AIDS
- 3 Come si diagnostica l’AIDS
- 4 Come si cura l’AIDS
- 5 Fonti
Descrizione dell'AIDS
L’AIDS è stata riconosciuta come malattia nel 1981 negli Stati Uniti, dove erano stati osservati numerosi casi di polmoniti da Pneumocystis carinii (oggi P. jirovecii) e di sarcoma di Kaposi in giovani omosessuali e tossicodipendenti. Nel 1983 fu isolato l’agente patogeno che provocava la malattia, documentata anche in persone che avevano ricevuto trasfusioni, bambini nati da madri tossicodipendenti e partner di soggetti bisessuali.
In seguito, venne chiarito il fatto che l’infezione da HIV riguarda anche i soggetti eterosessuali; oggi la trasmissione attraverso rapporti eterosessuali non protetti è la principale via di trasmissione dell’HIV. Si stima che dall’inizio della pandemia da HIV circa 75 milioni di persone abbiano contratto l’infezione e più di 32 milioni di persone siano decedute per questo motivo. Grazie alle cure che sono state rese disponibili, la mortalità per AIDS si è notevolmente ridotta, sebbene nel mondo l’infezione da HIV sia ancora molto diffusa.
In Italia, nel 2020 sono stati diagnosticati oltre 1.300 nuove infezioni da HIV e 350 nuovi casi di AIDS.
Come si presenta l’AIDS
A distanza di 1-6 settimane dal contagio il paziente può manifestare i seguenti sintomi dell’infezione acuta da HIV:
- febbre;
- faringite;
- linfoadenopatia;
- mal di testa (cefalea);
- astenia;
- rash (a livello del tronco, del capo e della regione cervicale);
- dolori articolari e muscolari;
- disturbi gastroenterici.
Dopo i primi sintomi dell’infezione acuta, generalmente si assiste ad una fase di latenza clinica, che è solitamente asintomatica; questo arco temporale può anche durare degli anni. Quando il numero dei linfociti T CD4-positivi si abbassa a valori critici si entra nella fase clinicamente manifesta che culmina con l’AIDS. Livelli di immunodeficienza pari a 200-350 cellule/mm3 si associano a sintomi come:
- febbre e/o diarrea persistente;
- perdita di peso;
- infezioni batteriche a livello delle vie respiratorie;
- infezioni da Candida;
- neuropatia
Quando i linfociti T crollano sotto i 200/mm3 il paziente va incontro a:
- infezioni (es. toxoplasmosi, tubercolosi);
- infezioni opportunistiche (infezioni causate da microbi poco virulenti, che non causano problemi ai soggetti con un sistema immunitario ben funzionante, es. citomegalovirus, Pneumocystis jirovecii);
- neoplasie (sarcoma di Kaposi, linfoma cerebrale, linfomi non Hodgkin, tumore della cervice uterina);
- polmoniti batteriche;
- encefalopatia (demenza da AIDS);
- cachessia.
Come si diagnostica l’AIDS
La diagnosi si basa sulla ricerca di anticorpi specifici contro l’HIV (test per l’HIV). Per stabilire il livello di gravità dell’immunodeficienza si effettua la conta dei linfociti T CD4+ nel sangue. I test molecolari che misurano la carica virale (numero di copie dell’RNA dell’HIV per microlitro di plasma) servono sia per formulare la prognosi sia per valutare la risposta alla terapia (con le terapie disponibili la carica virale può scendere sotto il valore minimo misurabile con il test).
Come si cura l’AIDS
Per curare l’infezione da HIV si utilizza la terapia antiretrovirale (ART, dall’inglese AntiRetroviral Therapy, o HAART, Highly Active AntiRetroviral Treatment, quando riferita ai farmaci di ultima generazione). I farmaci impiegati agiscono bloccando il ciclo replicativo dell’HIV, inibendo l’ingresso del virus nella cellula (es. enfuvirtide), l’attività della trascrittasi inversa (es. lamivudina), l’integrazione dell’HIV nel genoma (es. dolutegravir) o l’attività della proteasi (es. darunavir). Per ottenere una maggiore efficacia si combinano più farmaci con meccanismi di azione diversi.
Usata in modo appropriato la terapia antiretrovirale è molto efficace e abbassa la carica virale fino a concentrazioni non misurabili. Questa terapia però non è curativa: se la si interrompe il virus, rimasto latente in alcune cellule, riprende a replicarsi, perciò va assunta per tutta la vita.
Prima dell’introduzione della terapia antiretrovirale un paziente sopravviveva in media 6-18 mesi dopo la diagnosi di AIDS; oggi un paziente con infezione da HIV che assume regolarmente la terapia antiretrovirale ha un’aspettativa di vita che si avvicina a quella della popolazione generale. Le linee guida raccomandano di iniziare la terapia il più precocemente possibile, sia per bloccare l’evoluzione dell’infezione sia per ridurre il rischio di trasmissione.
Fonti
- Simon V, Ho DD, et al. HIV/AIDS epidemiology, pathogenesis, prevention, and treatment. 2006;368(9534):489-504. doi:10.1016/S0140-6736(06)69157-5;
- Deeks SG, Overbaugh J, et al. HIV infection. Nat Rev Dis Primers. 2015 Oct 1;1:15035. doi:10.1038/nrdp.2015.35;
- Eisenger RW, Fauci AS. Ending the HIV/AIDS pandemic. Emerg Infect Dis. 2018;24(3):413-416. doi:10.3201/eid2403.171797;
- Ministero della Salute – Conoscere Hiv e AIDS;
- Istituto Superiore di Sanità – Infezione da Hiv e AIDS.