Il termine aerofagia deriva da due parole della lingua greca antica, “aeros” e “phagia”, che significano rispettivamente “aria” e “mangiare”. L’aerofagia è un disturbo comune che, in effetti, si manifesta quando una persona ingerisce eccessive quantità di aria con conseguente eruttazione e gonfiore addominale. In molti casi questa condizione non viene percepita come patologia da chi ne è affetto. Il soggetto che ne soffre, pertanto, spesso non ricorre a cure mediche.

Si distinguono generalmente due forme di aerofagia:

  • l’aerofagia acuta, di breve durata
  • l’aerofagia cronica, che persiste nel tempo.

In entrambi i casi, si tratta di un problema di funzionamento del corpo che però non è legato a danni fisici agli organi o alle loro strutture.

Indice
  • 1 Quali sono le cause dell’aerofagia?
  • 2 Quali sono i sintomi dell’aerofagia?
  • 3 Come si esegue la diagnosi di aerofagia?
  • 4 Come si cura l’aerofagia?
  • 5 Quali sono le complicanze dell’aerofagia?
  • 6 Fonti

Quali sono le cause dell’aerofagia?

Tra le cause all’origine dell’aerofagia vi possono essere:

L’ansia può provocare un’esagerata ingestione di aria a causa di una masticazione rapida e approssimativa.

Le forme di aerofagia dovute alla Cpap sono spesso causate dal fisiologico rilassamento della muscolatura che avviene durante il sonno, a causa di un indebolimento della muscolatura esofagea. Pertanto, il flusso d’aria erogato dal macchinario Cpap può transitare più facilmente nel lume esofageo provocando un abnorme ingresso di aria nell’apparato digerente. La percentuale di soggetti sottoposti a ventilazione continua che soffrono di aerofagia varia dal 16 al 50%, indipendentemente dall’età.

Quali sono i sintomi dell’aerofagia?

La durata mediana dei sintomi è di circa 24 mesi. Tra le manifestazioni cliniche più frequenti vi sono:

  • eruttazione;
  • gonfiore addominale;
  • dolori al ventre;
  • nausea, vomito;
  • perdita di peso corporeo;
  • sintomi ansiosi;
  • sensazione precoce di sazietà.

Come si esegue la diagnosi di aerofagia?

L’aerofagia viene diagnosticata sulla base dei sintomi descritti dal paziente. Il medico può inoltre rilevare un certo grado di dilatazione dell’addome con opportune manovre semeiologiche (p. es. ispezione, palpazione, percussione). Inoltre, tramite l’auscultazione, si può verificare la presenza di particolari rumori intestinali, detti borborigmi, che in caso di aerofagia sono particolarmente marcati.

Per completare il quadro clinico, e anche per escludere l’esistenza di altri tipi di patologie, possono essere eseguiti:

  • radiografia dell’addome, utile ad accertare la presenza di elevati volumi d’aria nell’intestino;
  • endoscopia dell’apparato digerente, opportuna nei casi in cui è necessaria la diagnosi differenziale con altre malattie (come ad esempio la sindrome da reflusso gastroesofageo).

Come si cura l’aerofagia?

Il trattamento dell’aerofagia indotta dalla Cpap può comprendere:

  • la riduzione della quantità d’aria immessa dalla macchina nelle vie aeree. Tale intervento è solitamente efficace, ma comporta il rischio di ricomparsa delle apnee notturne;
  • l’utilizzo di un sistema automatico di regolazione della pressione d’aria durante il sonno (APAP), il quale modifica il flusso di aria a seconda delle esigenze e permette il miglioramento dei sintomi senza compromettere l’efficacia della cura delle apnee;
  • la regolazione o il cambiamento della maschera per l’erogazione dell’aria. Si ritiene che i dispositivi che non abbiano una tenuta perfetta causino più spesso aerofagia. La loro sostituzione con altri modelli o le opportune modifiche per una migliore aderenza al volto può risolvere il problema.

Le terapie per le forme di aerofagia non causate dalla Cpap comprendono:

  • la rinuncia o riduzione del consumo di bevande gassate;
  • l’uso di farmaci, come ad esempio ansiolitici;
  • gli esercizi di respirazione;
  • mangiare più lentamente, masticando con attenzione;
  • la logopedia, per imparare ad ingoiare quantità minori di aria.

Quali sono le complicanze dell’aerofagia?

È molto raro che venga inghiottita una quantità di aria talmente elevata da comportare problemi respiratori o alterazioni organiche. In questi casi, seppur rari, per risolvere la situazione può essere necessario aspirare l’aria tramite un sondino attraverso il naso, somministrando contemporaneamente farmaci sedativi.

Fonti