La sigmoidoscopia è un esame strumentale atto ad esaminare il sigma, cioè il segmento di intestino crasso collegato distalmente con il retto e prossimalmente con il colon discendente. L’esame viene di norma eseguito da un medico gastroenterologo.

Indice
  • 1 A cosa serve la sigmoidoscopia?
  • 2 Quando si fa la sigmoidoscopia?
  • 3 Come si fa la sigmoidoscopia?
  • 4 Preparazione alla sigmoidoscopia
  • 5 A cosa bisogna prestare attenzione dopo la sigmoidoscopia?
  • 6 Fonti

A cosa serve la sigmoidoscopia?

Lo scopo principale della sigmoidoscopia è quello di poter verificare, mediante osservazione diretta, lo stato di salute dell’ano, del retto e del sigma, e rilevare l’eventuale esistenza di patologie, come neoplasie, polipi, infiammazioni. La sigmoidoscopia rappresenta, inoltre, uno strumento molto utile per valutare l’effetto di terapie messe in atto per la cura di patologie diagnosticate in precedenza e per lo screening finalizzato alla diagnosi precoce del cancro, di solito in soggetti sopra i 50 anni di età. Il tumore maligno del colon-retto insorge, infatti,  nel 50% dei casi proprio nel sigma.

Nei Paesi industrializzati il cancro del colon-retto, nella maggior parte dei casi adenocarcinoma, rappresenta una delle forme tumorali più frequenti, che si colloca per incidenza al secondo posto tra i tumori della donna (dopo il carcinoma della mammella) e al terzo dell’uomo. Secondo i rapporti dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) e dell’Associazione Italiana Registri Tumori (AIRTUM) in Italia si ammalano di cancro del colon-retto 53.000 persone all’anno, con una maggiore insorgenza nei soggetti maschili tra i 60 e i 75 anni.

La sigmoidoscopia permette di rilevare alcune lesioni del sigma che vengono considerate un fattore dipredisposizione alla comparsa di tumori maligni del colon-retto, permettendo così di avviare tempestivamente la terapia più opportuna. Tra le lesioni della mucosa sigmoidea che possono degenerare in neoplasia maligna vi sono i polipi adenomatosi, per questi la probabilità di trasformazione aumenta con l’aumentare delle dimensioni, raggiungendo il 10% se le dimensioni della neoformazione polipoide sono maggiori di 2,5 cm.

Anche la rettocolite ulcerosa e il morbo di Crohn, due forme infiammatorie croniche intestinali, sono considerati fattori di rischio per il cancro del colon-retto, così come la familiarità e l’alimentazione troppo ricca in grassi, zuccheri raffinati e proteine animali accompagnata dal consumo di scarsi quantitativi di fibre.

Quando si fa la sigmoidoscopia?

L’esame di solito viene proposto dal medico che chiede il consulto dello specialista se sono presenti segni e sintomi che orientano verso il sospetto diagnostico di patologie del tratto finale dell’intestino. Tra questi vi sono:

  • affaticamento prolungato;
  • perdita di peso corporeo inspiegabile;
  • sangue nelle feci;
  • mal di pancia;
  • feci liquide (diarrea) o stitichezza persistente;
  • emorroidi;
  • pancia gonfia.

Come si fa la sigmoidoscopia?

Il gastroenterologo utilizza per l’esame uno specifico strumento, cioè una sonda flessibile munita di telecamera e sorgente luminosa che viene introdotta nel sigma attraverso l’orifizio anale. L’operatore è in grado in questo modo di visualizzare l’interno del segmento intestinale e anche di effettuare prelievi della mucosa del sigma che verranno poi sottoposti ad esame istologico per ottenere una diagnosi corretta.

L’esame dura solitamente 15-20 minuti e in genere viene condotta dopo somministrazione al paziente di farmaci sedativi, per cui risulta assolutamente indolore.

Preparazione alla sigmoidoscopia

Il paziente deve prepararsi alla sigmoidoscopia seguendo le istruzioni fornite dal gastroenterologo. Prima dell’indagine è indispensabile seguire una dieta specifica ed il giorno precedente all’esame bisogna assumere molti liquidi e dei preparati specifici reperibili in farmacia atti a svuotare completamente l’intestino.

Il medico operatore deve essere informato dell’esistenza di eventuali allergie, soprattutto nei confronti di farmaci, e deve essere messo al corrente della storia clinica del paziente e di un’eventuale terapia in atto. In casi particolari lo specialista potrebbe richiedere la sospensione di alcuni farmaci appartenenti soprattutto alla categoria degli anticoagulanti soprattutto se durante l’esame sono previsti prelievi di tessuto per l’esecuzione di biopsie. 

A cosa bisogna prestare attenzione dopo la sigmoidoscopia?

Dopo l’esame il paziente può riprendere le normali attività, anche se è possibile che vengano avvertiticrampi intestinali o sensazione di gonfiore addominale che tendono a scomparire entro breve tempo. È comunque necessario che il paziente ponga particolare attenzione alla possibile presenza di sangue nelle feci (melena), nonostante la presenza di minime quantità di materiale ematico sia da ritenersi normale.

Nel caso in cui il sanguinamento persista oltre 24 ore dalla sigmoidoscopia e si avverta dolore addominale, sensazione di debolezza, giramenti di testa o febbre oltre i 38 gradi, è necessario consultare il medico.