La scintigrafia è un esame di medicina nucleare che si basa sulla somministrazione di un tracciante radioattivo che si distribuisce nella zona di interesse. È usata in molti campi della medicina. Non è un esame invasivo o doloroso, ma può richiedere tempi di attesa anche lunghi.

Indice
  • 1 Descrizione della scintigrafia
  • 2 Cosa avviene durante una scintigrafia
  • 3 Quando si usa la scintigrafia
  • 4 Come si effettua la scintigrafia
  • 5 Fonti

Descrizione della scintigrafia

La scintigrafia, detta anche scintillografia, consente di ottenere informazioni sulle caratteristiche morfologiche e funzionali degli organi. Si basa sulla somministrazione di una piccola quantità di un radionuclide, un isotopo di un elemento chimico che emette energia sotto forma di radiazioni.

Si possono utilizzare diversi radionuclidi (chiamati anche radiofarmaci o traccianti radioattivi) in quanto ognuno di essi ha la propensione a distribuirsi in un particolare organo o tessuto. Il tracciante viene iniettato in vena, assunto per bocca o inalato e raggiunge l’organo bersaglio, per esempio il rene o il polmone. Le radiazioni emesse dal radiofarmaco (raggi gamma) vengono registrate da uno strumento chiamato gamma camera che, utilizzando complessi algoritmi, genera un’immagine dell’organo bersaglio (immagine scintigrafica). Una distribuzione non omogenea del tracciante mette in evidenza aree in cui c’è qualcosa che non va: l’immagine scintigrafica consente di individuare tumori, traumi, infezioni e altre patologie. Il tracciante si concentra dove il metabolismo cellulare è particolarmente attivo.

Cosa avviene durante una scintigrafia

Il termine “scintillografia” deriva dal fatto che la gamma camera contiene un rilevatore a scintillazione. Le radiazioni emesse dal tracciante vanno ad eccitare uno scintillatore (solitamente un cristallo di ioduro di sodio attivato al tallio) che, quando è colpito dai fotoni che compongono i raggi gamma, produce deboli flash di luce (“scintille”). Un sistema di fotomoltiplicatori consente di amplificare questi segnali che vengono poi convertiti in impulsi di corrente. Gli impulsi vengono elaborati da un computer che ricostruisce una mappa di distribuzione del radionuclide all’interno del corpo umano.

Le immagini bidimensionali (planari), acquisite dalla gamma camera, possono essere statiche o dinamiche. La metodica SPECT (Single Photon Emission Computed Tomography, ossia tomografia a emissione di fotone singolo) fornisce immagini tridimensionali.

Quando si usa la scintigrafia

La scintigrafia è una procedura che trova applicazioni diagnostiche in diversi campi medici, ne sono alcuni esempi la:

  • scintigrafia cardiaca, usata per diagnosticare un infarto del miocardio o una stenosi delle coronarie; i radionuclidi impiegati, tecnezio-99m (99mTc) o tallio-210 (210Tl) si distribuiscono nella parete del cuore in modo proporzionale all’irrorazione sanguigna che ricevono, di conseguenza regioni del cuore infartuate, meno perfuse delle regioni circostanti, appaiono “fredde” alla scintigrafia (ci sono meno impulsi perché sono state raggiunte da meno tracciante); eseguendo la scintigrafia dopo una prova da sforzo si osservano “zone fredde” in corrispondenza delle regioni perfuse da rami coronarici stenotici;
  • scintigrafia tiroidea, usata per distinguere tra loro vari tipi di malattie della tiroide; la tiroide capta selettivamente i radioisotopi dello iodio (131I, 125I, 124I, 123I) e il tecnezio-99m; la diversa distribuzione del tracciante, cioè la presenza di “zone calde” o di “zone fredde” è indicativa del tipo di malattia: malattie come la malattia di Graves-Basedow, la malattia di Plummer, il gozzo multinodulare tossico e la tiroidite silente si associano rispettivamente a ipercaptazione diffusa, ipercaptazione focale, ipercaptazione disomogenea e ridotta captazione;
  • scintigrafia ossea, viene utilizzata in ortopedia per la diagnosi di varie malattie, come la malattia di Paget o infezioni o danni alle ossa che causano un dolore di cui non è stato possibile identificare la causa con una radiografia – RX e in oncologia per individuare tumori ossei e metastasi alle ossa;
  • scintigrafia del transito gastro-intestinale, esistono diversi tipi di scintigrafia usati in gastroenterologia, tra cui: 1) la scintigrafia esofagea fornisce informazioni sulla motilità dell’esofago e sul reflusso utili per confermare o escludere una diagnosi di disturbi della motilità esofagea e di malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE); 2) la scintigrafia di svuotamento gastrico serve a stabilire la velocità di svuotamento dello stomaco; 3) la scintigrafia di Meckel è usata per la diagnosi di disturbi a carico dell’intestino tenue, come il diverticolo di Meckel;
  • scintigrafia polmonare, nella scintigrafia perfusionale il radiofarmaco viene iniettato in vena, mentre nella scintigrafia polmonare ventilatoria il radiofarmaco viene inalato, questa seconda metodica serve a distinguere l’embolia polmonare da altre patologie che alterano l’afflusso di sangue nei polmoni quando la scintigrafia perfusionale non è sufficiente.

Come si effettua la scintigrafia

La scintigrafia viene eseguita in regime ambulatoriale presso un reparto di Medicina Nucleare. Non è necessaria nessuna preparazione.

Viene chiesto al paziente di rimuovere oggetti metallici (orecchini, collane, piercing) che potrebbero interferire con l’acquisizione dell’immagine. Si somministra il tracciante, normalmente per via endovenosa, ma in casi specifici per via orale o per inalazione. Una volta somministrato il radiofarmaco occorre attendere che questo raggiunga e si accumuli nell’organo bersaglio; il periodo di attesa può variare da qualche minuto a diverse ore. Il paziente viene fatto stendere su un lettino e si posiziona il rilevatore della gamma camera in corrispondenza della parte del corpo da esaminare.

L’esame è indolore. Dopo l’esame è importante assumere molta acqua per accelerare l’eliminazione del tracciante radioattivo dall’organismo. Dopo avere urinato è bene fare scorrere abbondantemente l’acqua del WC. Nelle 48 ore successive alla scintigrafia è meglio evitare il contatto stretto con le donne in gravidanza e con i bambini piccoli: mantenendo una distanza di 1-2 metri si elimina il rischio di irradiare le persone vicine. L’esame non può essere eseguito in gravidanza.

Fonti