Polisonnografia (PSG)
La polisonnografia (PSG) è un accertamento che permette di valutare la funzione cerebrale, cardiorespiratoria e muscolare durante il sonno.
Il sonno è contrassegnato da due fasi principali, note come fase REM o sonno paradosso, e fase Non-REM o sonno ortodosso, che si alternano tra loro fino a 4 o 5 volte, con una durata di 90 minuti ciascuna. Il susseguirsi corretto di questi due periodi permette al sonno di svolgere al meglio la sua funzione ristoratrice.
La fase Non-REM è caratterizzata da quattro periodi durante i quali il sonno diventa progressivamente più profondo. La fase REM, o sonno paradosso, è contrassegnata da movimenti rapidi degli occhi e da uno stato di rilassamento completo della muscolatura. La frequenza cardiaca e quella respiratoria aumentano, e compare un’attività onirica più o meno intensa.
L’apparecchio che permette l’esecuzione di questo semplice test, eseguibile anche a domicilio, è chiamato polisonnigrafo. Esso è in grado di rilevare la presenza di eventuali anomalie durante queste due fasi del sonno e di agevolare l’identificazione delle cause di questi disturbi. La polisonnografia viene condotta sotto la supervisione di un medico specialista nel campo delle malattie del sonno il quale, dopo aver valutato i risultati ottenuti dall’esame, prescrive il trattamento più opportuno.
- 1 Quali sono le indicazioni per la polisonnografia?
- 2 Come si esegue la polisonnografia?
- 3 Quali sono le controindicazioni e i rischi della polisonnografia?
- 4 Fonti
Quali sono le indicazioni per la polisonnografia?
La polisonnografia viene proposta al paziente quando si sospetta la presenza di determinati quadri patologici sulla base di alcuni sintomi, come ad esempio:
- narcolessia, un disturbo di natura neurologica che provoca sonnolenza durante il giorno e causa addormentamenti a volte improvvisi. Ciò può accadere anche durante le normali attività diurne, comprese quelle in cui è necessaria concentrazione e attenzione, come la guida di un veicolo;
- disturbi dei movimenti in relazione al sonno: in questo caso la persona colpita avverte, durante le ore di riposo, un irrefrenabile impulso a muovere gli arti inferiori, o, più raramente, quelli superiori. Questo avviene, per esempio, nell’ambito della cosiddetta ‘restless legs syndrome‘ (RLS), ossia la sindrome delle gambe senza riposo, un quadro clinico caratterizzato da un invincibile bisogno di muovere le gambe;
- disturbi comportamentali durante la fase NON-REM; tra questi uno dei più frequenti è rappresentato dal sonnambulismo;
- disturbi comportamentali durante la fase REM, caratterizzata da movimenti degli arti e da agitazione che si manifestano durante l’attività onirica;
- insonnia cronica, caratterizzata dalla difficoltà a prendere sonno o a dormire in modo continuo che si protrae per lungo tempo;
- apnee notturne, contraddistinte da un arresto temporaneo della respirazione che talvolta può verificarsi anche molte volte durante il sonno.
Come si esegue la polisonnografia?
La polisonnografia viene in genere condotta in un centro specializzato, presso il quale Il paziente deve dormire dopo essere stato collegato ad un polisonnigrafo. Questo strumento è in grado di misurare e rilevare i seguenti parametri del paziente:
- ossimetria, cioè la quantità di ossigeno nel sangue;
- frequenza cardiaca;
- russamento;
- apnee centrali, ostruttive e miste;
- movimenti degli arti;
- attività elettrica cerebrale;
- movimenti del torace e dell’addome;
- movimenti oculari.
L’apparecchiatura deve essere indossata per tutta la notte. Al mattino, una volta scollegata dallo strumento, la persona sottoposta all’esame può riprendere immediatamente le sue normali attività. L’esame può essere eseguito anche a domicilio. In questi casi, il polisonnigrafo viene installato sul paziente nel pomeriggio precedente alla notte dell’esame, ed il medico specialista provvede a fornire al paziente le istruzioni necessarie per l’uso corretto dell’apparecchiatura.
Quali sono le controindicazioni e i rischi della polisonnografia?
La polisonnografia non ha controindicazioni e non presenta rischi per la salute. In alcuni casi può accadere che il soggetto sottoposto all’esame non si trovi a suo agio in un ambiente estraneo e che quindi stenti a prendere sonno. Il collegamento all’apparecchio, inoltre, può comportare un certo fastidio che impedisce al paziente di assumere le posizioni più consuete per addormentarsi.
Tutto ciò però in genere non vanifica l’efficacia del test e non altera i risultati finali. È infatti sufficiente un sonno di qualche ora per poter registrare i dati necessari ed effettuare una diagnosi.