La flussimetria, detta anche Dopplerflussimetria o anche velocimetria Doppler,  è un esame ecografico eseguito per valutare il flusso sanguigno nei vasi materni e fetali. È eseguito solo nelle gravidanze a rischio, permette di individuare la tempistica migliore per fare nascere un feto che rischia la morte in utero o danni cerebrali. Non è un esame invasivo e può essere ripetuto più volte.

Descrizione della flussimetria

La flussimetria è un esame che consente di valutare il flusso sanguigno nelle arterie e nelle vene, mettendo in evidenza se c’è qualcosa che crea resistenza al passaggio del sangue. Viene utilizzata durante la gravidanza per valutare la circolazione materno-fetale; si possono esaminare vasi materni (arterie uterine) e vasi fetali (arteria ombelicale, arteria cerebrale media, dotto venoso e vena cava inferiore) che se alterati hanno importanti implicazioni per la salute della madre e del nascituro. Eseguita assieme ad altre tecniche per la valutazione del benessere materno-fetale, la flussimetria è utile per scegliere la tempistica del parto nei casi a rischio.

Come funziona la velocimetria doppler

La flussimetria è una tecnica che sfrutta l’effetto Doppler: quando il fascio di ultrasuoni emesso dallo strumento incontra il flusso sanguigno viene riflesso dai milioni di globuli rossi che passano nel vaso, ciò genera un cambiamento apparente nella frequenza delle onde sonore (Doppler shift) che è proporzionale alla velocità del flusso.

Le onde sonore riflesse registrate dallo strumento consentono di misurare il volume del flusso e misurare la resistenza al flusso. La misura quantitativa del flusso sanguigno mediante velocimetria Doppler richiede di conoscere con esattezza la sezione del vaso studiato, un parametro difficile da ricavare, perciò non è considerata veramente affidabile e non è utilizzata nella pratica clinica. L’analisi della forma delle onde sonore è invece molto informativa. Sono stati sviluppati i cosiddetti indici flussimetrici (indice di pulsatilità, indice di resistenza e rapporto sisto-diastolico) che consistono in rapporti tra diverse parti dell’onda flussimetrica; per calcolare gli indici flussimetrici non è necessario conoscere la sezione del vaso analizzato e quindi non si presentano problemi di imprecisione come per il volume del flusso.

Le diverse applicazioni della flussimetria

L’esame flussimetrico delle arterie uterine permette di accertare se la placenta si è formata correttamente o se ci sono difetti nei vasi sanguigni che la irrorano. Difetti nel processo di placentazione si associano all’ipertensione materna, inclusa la pre-eclampsia, e al ritardo di crescita intrauterino.

La pre-eclampsia (o gestosi) è una complicanza che compare verso la fine della gravidanza e mette in pericolo sia la madre che il feto; è più comune nelle donne che soffrono di diabete mellito e di obesità. Con ritardo di crescita intrauterino (IUGR, dall’inglese IntraUterine Growth Restriction) si intende una condizione in cui il feto non ha raggiunto il potenziale di crescita normale per una specifica epoca gestazionale; è spesso causato da un’insufficienza placentare dovuta a problemi nella circolazione materna, ma può dipendere anche da una gravidanza multipla.

La flussimetria ombelicale può fornire importanti informazioni sulla salute del feto: una grave alterazione della flussimetria può essere indice di una malformazione del feto.

La velocimetria Doppler dell’arteria cerebrale media può evidenziare un aumento della circolazione nel distretto cerebrale fetale conseguente a un carente apporto di ossigeno nei feti con ritardo di crescita intrauterino; si tratta di un meccanismo protettivo: il feto adatta la propria circolazione per garantire l’apporto di ossigeno e nutrienti al cervello (si parla di “brain sparing”, ossia “risparmio del cervello”). L’esame è utile anche in caso di idrope fetale, una condizione che si verifica in diverse malattie in cui si ha un accumulo eccessivo di liquidi fuori dai vasi e nelle cavità del corpo del feto; l’anemia che si associa all’idrope fetale grave può essere trattata con trasfusioni intrauterine.

La flussimetria venosa consente di valutare se il cuore del feto funziona bene; se gli scambi placentari diventano inefficienti il cuore si può indebolire e il feto può andare incontro a scompenso cardiaco. La flussimetria del dotto venoso a 11-14 settimane di gestazione può essere utile per predire anomalie cardiache, diverse cause di idrope fetale e la sindrome di Down.

Quando si effettua la dopplerflussimetria

La flussimetria viene effettuata come test di secondo livello solo in caso di gravidanza a rischio, se c’è il sospetto che il feto possa non ricevere un adeguato apporto di ossigeno (ipossia fetale), per prevenire la morte in utero e il danno cerebrale fetale anticipando il parto. Tale sospetto può derivare dall’ipertensione materna e/o da uno sviluppo del feto inferiore al normale evidenziato dall’ecografia ostetrica.

Tra le indicazioni per lo screening flussimetrico vi sono:

  • gravidanza complicata da ipertensione;
  • disturbi vascolari materni (per es. nel diabete mellito o nel lupus sistemico eritematoso);
  • precedente gestosi;
  • precedente gravidanza con ritardo di crescita intrauterino;
  • precedente morte intrauterina;
  • gravidanza gemellare;
  • sospetta anemia fetale;
  • sindrome malformativa fetale;
  • cardiopatia congenita.

Come si effettua la flussimetria

La flussimetria non richiede nessun tipo di preparazione da parte della paziente. Viene eseguita come una normale ecografia.

Fonti