Indice
  • 1
  • 2 Le cause della meningite
  • 3 La meningite di origine batterica
  • 4 Come riconoscere la meningite: i sintomi
  • 5 Conseguenze della meningite
  • 6 La diagnosi della meningite
  • 7 Terapia, cura e profilassi per la meningite
  • 8 La prevenzione vaccinale
  • 9 Approfondimenti sulla meningite
  • 10 Fonti

La meningite è una malattia infettiva in cui si verifica l’infiammazione delle meningi, ossia delle membrane che rivestono il sistema nervoso centrale, proteggendo il cervello e il midollo spinale. Sono diversi gli agenti patogeni che causano la meningite: virus, batteri, funghi. La malattia di origine virale in genere è la più frequente e la meno pericolosa. Mentre la meningite causata da batteri può determinare conseguenze molto gravi, persino portare alla morte del paziente.

Il contagio avviene per via aerea e la meningite può colpire chiunque, indipendentemente dall’età. Tuttavia i bambini (in particolare i neonati), gli adolescenti, i giovani adulti ed i soggetti immunocompromessi sono tra i soggetti più a rischio. Conoscere e saper riconoscere tempestivamente i sintomi della meningite permette di intervenire con un adeguato trattamento per evitare quanto più possibile le complicazioni che possono essere anche gravi e permanenti.

Per approfondire: “Cos’è la meningite, come si prende, come diagnosticarla e prevenirla“.

Le cause della meningite

La meningite può essere causata da batteri, virus, funghi, protozoi (organismi unicellulari) e elminti (vermi). Esistono inoltre forme non infettive associate a tumori oppure determinate da reazioni a farmaci:

  • la meningite di origine virale (detta anche meningite asettica) è la più comune e, in genere, non comporta gravi conseguenze. Herpesvirus e enterovirus sono i principali responsabili di questa forma;
  • la meningite batterica, sebbene sia più rara, è più grave e, se non tempestivamente diagnosticata e trattata correttamente, può avere la prognosi peggiore e determinare danni neurologici permanenti;
  • la malattia causata da funghi si manifesta in particolare in soggetti con un sistema immunitario compromesso;
  • più rara è la meningite causata da protozoi ed elminti. Tuttavia, nel primo caso le speranze di sopravvivenza sono quasi nulle.

Il periodo di incubazione della meningite è variabile:

  • forma batterica: dai 2 ai 10 giorni;
  • forma virale: dai 3 ai 6 giorni.

La malattia è contagiosa solo nei giorni immediatamente precedenti la comparsa dei sintomi e durante la fase acuta dei sintomi stessi.

La meningite di origine batterica

I principali responsabili della meningite batterica sono: Neisseria meningitidis (meningococco), Haemophilus influenzae tipo b (emofilo di tipo b o Hib) e Streptococcus pneumoniae (pneumococco). Tali microrganismi, causano il 64% delle meningiti batteriche in Italia.

Esistono diversi sierogruppi (classificazione dei batteri in base all’antigene che presentano in superficie) di meningococco e i più diffusi sono: A, B, C, Y, W135, X. Il più aggressivo è il meningococco di sierogruppo C, che insieme al B è il più frequente in Italia e in Europa.

Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, nel 2015 e nel 2016 si sono verificati in Italia quasi 200 casi/anno di malattia invasiva da meningococco, la maggior parte dei quali causati dai sierogruppi B e C. In generale, la letalità riguarda il 10% dei casi.

Per approfondire: Meningococco C e meningite: cosa c’è sa sapere?

I bambini piccoli (al di sotto dei 5 anni di età) e gli adolescenti/giovani adulti hanno un rischio più elevato di contrarre l’infezione e sviluppare la malattia. Per quanto riguarda il sierogruppo B, la maggior parte dei casi si concentra fra i bambini più piccoli, al di sotto dell’anno di età.

Nei soggetti over 60, il batterio più comunemente responsabile della meningite è lo pneumococco (Streptococcus pneumoniae).

Contro i sierogruppi A, B, C, W e Y esistono specifici vaccini che rappresentano la strategia di prevenzione principale.

Come riconoscere la meningite: i sintomi

Riconoscere i sintomi della meningite è fondamentale per poter intervenire tempestivamente con il trattamento adeguato. Tuttavia, non è semplice identificare i disturbi riconducibili alla meningite, in quanto nelle prime fasi della malattia si possano manifestare sintomi sovrapponibili a quelli influenzali (mal di testa, sonnolenza, mancanza di appetito).

Si possono però identificare tre sintomi che caratterizzano la meningite, indipendentemente dall’agente patogeno che l’ha causata:

  • febbre alta improvvisa;
  • rigidità nucale;
  • vomito.

A questi si aggiungono:

  • mal di testa (cefalea);
  • fotofobia (eccessiva sensibilità alla luce);
  • alterazione dello stato mentale;
  • piccole macchie rosse sulla cute.

Va sottolineato che nel bambino molto piccolo, i sintomi possono essere molto aspecifici e più difficili da riconoscere. Il genitore deve porre attenzione anche in caso di elevata irritabilità, pianto continuo, rigidità del corpo, convulsioni e rigonfiamento delle fontanelle.

All’interno di questo approfondimento abbiamo analizzato nel dettaglio i vari sintomi della meningite per saperla riconoscere.

Conseguenze della meningite

Anche quando l’evento acuto si è risolto e la meningite è stata trattata, si possono presentare complicanze, tra cui:

  • perdita totale o parziale dell’udito e della vista;
  • disturbi neurologici (deficit cognitivi, problemi di concentrazione e memoria);
  • deficit motori.

Le forme batteriche di meningite possono richiedere una ospedalizzazione prolungata, ripetuti controlli medici o la riabilitazione del paziente. Nei casi più gravi, si può arrivare a subire interventi chirurgici con conseguenze invalidanti (ad esempio amputazione di un arto o di una parte di esso conseguentemente a gangrena della cute).

La diagnosi della meningite

Riconoscere precocemente la meningite è cruciale se si considera che, nonostante i continui progressi nei metodi diagnostici e nelle strategie di trattamento, la mortalità rimane elevata: il 30% nella meningite pneumococcica e il 5-10% nella meningite meningococcica.

Il medico formulerà una diagnosi iniziale di meningite sulla base dei sintomi del paziente. Per confermare la diagnosi e stabilire la specifica causa della meningite, viene eseguita una puntura lombare (rachicentesi) e il campione di liquido cerebrospinale raccolto viene inviato al laboratorio per essere esaminato e sottoposto a coltura in modo da identificare l’agente patogeno responsabile della malattia.

Terapia, cura e profilassi per la meningite

Il trattamento è specifico in funzione dell’agente patogeno che ha causato la meningite.

Nel caso di meningiti di origine virale, la malattia si risolve spontaneamente e i pazienti migliorano senza necessità di trattamenti specifici, a meno di farmaci che possano controllare e alleviare i sintomi.

Gli antimicotici vengono somministrati per le meningiti causate da funghi.

Per quanto riguarda le meningiti batteriche è necessario somministrare tempestivamente per via endovenosa specifici antibiotici (anche in combinazione). Dal momento che la meningite batterica ha una rapida evoluzione e può essere molto pericolosa, se le condizioni del paziente sono gravi e il sospetto di meningite è forte, il medico avvierà il trattamento senza attendere l’esito degli esami di laboratorio. In particolare, in caso di un paziente con meningite meningococcica si procede anche con la profilassi (terapia antibiotica preventiva) di tutti i soggetti che sono entrati in contatto con l’individuo infetto.

La prevenzione vaccinale

Oltre ad una diagnosi precoce, le vaccinazioni contro la meningiterappresentano oggi lo strumento di prevenzione più efficacie contro la meningite.

Attualmente sono a disposizione i seguenti vaccini:

  • contro l’Haemophilus influenzae b la vaccinazione è prevista dal Servizio Sanitario Nazionale, già per i nuovi nati;
  • contro lo pneumococco, in Italia, sono disponibili il vaccino coniugato 10 valente, il vaccino coniugato 13 valente e il vaccino 23 valente polisaccaridico;
  • contro il meningococco esistono: il vaccino coniugato contro il meningococco di sierogruppo C (MenC); il vaccino coniugato tetravalente che protegge dai sierogruppi A, C, W e Y; il vaccino contro il meningococco di sierogruppo B che protegge esclusivamente contro questo sierogruppo.

Approfondire tutti gli aspetti della prevenzione vaccinale con il proprio medico di famiglia o con il pediatra di riferimento è importante per fare poi una scelta consapevole.

Per approfondire: Vaccino per la meningite in gravidanza: cosa c’è da sapere?

Approfondimenti sulla meningite

Fonti

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