Il diabete di tipo 1 è un disordine metabolico dovuto all’assenza di insulina, ormone indispensabile per mantenere costante la concentrazione del glucosio nel sangue. In Italia circa 3 milioni di soggetti soffrono di diabete e il 5% di questi è affetto da diabete mellito di tipo 1.

È causato da una reazione autoimmune contro le cellule β del pancreas. Può provocare diverse complicanze. La costante assunzione di insulina permette di controllare la malattia e condurre una vita pressoché normale.

Indice
  • 1 Descrizione del diabete mellito di tipo 1
  • 2 Come si presenta il diabete di tipo 1
  • 3 Come si diagnostica il diabete di tipo 1
  • 4 Come si cura il diabete di tipo 1
  • 5 Fonti

Descrizione del diabete mellito di tipo 1

Il diabete mellito di tipo 1 è, assieme al diabete di tipo 2 e al diabete gestazionale, una delle principali forme di diabete mellito, una malattia cronica caratterizzata da un’eccessiva concentrazione di glucosio nel sangue (iperglicemia). Il glucosio introdotto con l’alimentazione è la principale fonte di energia per le cellule del corpo. La sua concentrazione nel sangue (concentrazione ematica) è normalmente mantenuta entro un preciso intervallo di valori dall’azione di alcuni ormoni, tra cui l’insulina.

Per approfondire: Dietoterapia per il diabete: di cosa si tratta?

L’insulina, prodotta dalle cellule β del pancreas, fa sì che il glucosio venga catturato dalle cellule del tessuto muscolare e di quello adiposo e che venga immagazzinato nel fegato sotto forma di glicogeno se ne è presente più di quanto ne serva. Nel diabete di tipo 1 l’insulina è assente perché le cellule che la producono sono state distrutte dal sistema immunitario. Mancando l’insulina, l’organismo non riesce più a mantenere costante la concentrazione ematica del glucosio.

Ancora non si conosce la causa scatenante della reazione autoimmune che porta il sistema immunitario a riconoscere come estranee cellule β. Alcuni Esperti hanno ipotizzato che possa essere dovuto ad un’infezione virale. Sicuramente, esiste una predisposizione genetica al diabete di tipo 1: si è visto che i pazienti sono portatori di alcune varianti genetiche, in particolare di geni che hanno a che fare con l’attivazione del sistema immunitario. Anche se il diabete di tipo 1 può insorgere a qualunque età, di solito si manifesta nell’infanzia o nell’adolescenza, per questo in passato era chiamata “diabete giovanile”; si osservano due picchi di diagnosi: a 5-7 anni e attorno alla pubertà.

Come si presenta il diabete di tipo 1

Il diabete di tipo 1 spesso ha un esordio acuto. I sintomi comprendono l’eccessiva produzione di urine (poliuria), un bisogno irrefrenabile di bere (polidipsia) e di mangiare (polifagia). Altre manifestazioni del diabete sono mancanza di energia, un’improvvisa perdita di peso e l’offuscamento della vista.

Nel diabete non viene alterato solo il metabolismo degli zuccheri, ma anche quello delle proteine e dei grassi. Col tempo questo disordine metabolico può portare a complicanze anche gravi dovute a danni al sistema vascolare, sia alle arterie di grosso calibro (complicanze macrovascolari) sia a quelle di piccolo calibro (complicanze microvascolari). Il diabete accelera il processo di aterosclerosi e i pazienti con diabete di tipo 1 hanno un rischio 10 volte più alto di eventi cardiovascolari (infarto, ictus, angina) rispetto agli individui della stessa età non diabetici. L’insufficienza vascolare può danneggiare i nervi (neuropatia diabetica), riducendo la sensibilità, provocando sensazioni dolorose e ostacolando le capacità motorie.

I pazienti diabetici soffrono di cattiva circolazione nelle estremità. Il ridotto apporto di sangue e il danno ai nervi sono la causa del cosiddetto piede diabetico caratterizzato da formicolii e scarsa sensibilità, deformazioni dovute al cambiamento nel modo in cui si appoggia il piede, formazione di tagli che fanno fatica a rimarginarsi, infezioni batteriche e fungine; nei casi più gravi si formano ulcere e cancrena: può essere necessaria l’amputazione del piede. I danni alle strutture vascolari del rene portano all’insufficienza renale (nefropatia diabetica), mentre quelli alla microcircolazione della retina dell’occhio provocano la retinopatia diabetica da cui può derivare la perdita della vista.

I pazienti con diabete di tipo 1 spesso soffrono anche di altre malattie di origine autoimmune come la tiroidite autoimmune, la celiachia e la gastrite cronica autoimmune.

Come si diagnostica il diabete di tipo 1

La diagnosi di diabete di tipo 1 si basa sulla misurazione della glicemia a digiuno e/o sull’esecuzione di un test di tolleranza orale al glucosio (curva glicemica). Spesso i bambini presentano i sintomi caratteristici (poliuria, polidipsia e polifagia). Più del 90% pazienti con diabete di tipo 1 risultano positivi per alcuni autoanticorpi (IAA, GADA, IA2A, ZnT8A). Per valutare la gravità del diabete e la risposta alle terapie si misurano i livelli di emoglobina glicata (HbA1c), ossia la percentuale dell’emoglobina presente nei globuli rossi a cui si è legato del glucosio.

Come si cura il diabete di tipo 1

Non esiste nessuna terapia in grado di curare il diabete di tipo 1, che però può essere controllato con la terapia insulinica: si assume insulina esogena per far fronte alla carenza di insulina endogena. La terapia insulinica va proseguita per tutta la vita. L’insulina viene somministrata sottocute più volte al giorno. Esistono vari tipi di insulina e di analoghi dell’insulina che si differenziano per la velocità e la durata d’azione. In genere si usano insuline a lunga durata per mantenere la concentrazione basale di insulina e si usano insuline ad azione rapida in corrispondenza dei pasti. Un paziente con diabete di tipo 1 deve effettuare almeno 4 volte al giorno la misurazione della glicemia perché la dose di insulina va adattata al valore di glicemia, alla composizione del pasto che si sta per consumare e all’attività fisica svolta.

L’automisurazione della glicemia è essenziale per evitare episodi di ipoglicemia grave, potenzialmente fatali. Negli ultimi anni si sono diffusi i microinfusori di insulina, le cosiddette pompe di insulina, dispositivi indossabili che monitorano costantemente la glicemia e somministrano insulina al bisogno. Un buon controllo della glicemia riduce il rischio di complicanze, in particolare quelle microvascolari (nefropatia, neuropatia, retinopatia).