L’incontinenza cervicale, detta anche incompetenza cervicale, è rappresentata dall’incapacità della cervice uterina di trattenere il feto in assenza di contrazioni o di travaglio, a causa di un difetto funzionale o strutturale. Rappresenta raramente un’entità clinica distinta e ben definita, ma costituisce invece una parte della cosiddetta sindrome del parto spontaneo pretermine che esprime invece un quadro patologico più ampio e complicato.

 

Quali sono le cause dell’incontinenza cervicale?

L’incontinenza cervicale di solito si verifica durante la metà del secondo o all’inizio del terzo trimestre di gravidanza, a seconda della gravità di incompetenza dell’utero, e può essere congenita o acquisita. La causa congenita più comune è rappresentata da un difetto nello sviluppo embriologico dei dotti di Muller e dalla carenza di collagene che non permettono alla cervice di funzionare in modo adeguato.

La causa acquisita più frequente è invece costituita da infezioni/infiammazioni che provocano l’attivazione prematura del meccanismo del parto, e da traumi pregressi del collo dell’utero. Tra questi, ad esempio, ci sono quelli provocati da lacerazioni che si sono verificate durante un parto precedente, dalla conizzazione cervicale o dalla sua dilatazione forzata durante l’evacuazione uterina nel primo o secondo trimestre di gravidanza, determinata dall’interruzione volontaria della stessa. Per quanto riguarda la diffusione dell’incompetenza cervicale, gli studi epidemiologici suggeriscono un’incidenza generale dello 0,5% circa. Tale valore arriva fino all’8% nelle donne con precedenti aborti sopravvenuti nel secondo mese di gravidanza.

Quali sono i sintomi dell’incontinenza cervicale?

La maggior parte delle donne è asintomatica o paucisintomatica a partire dall’inizio del secondo trimestre. Le manifestazioni più frequenti sono:

  • crampi addominali;
  • mal di schiena;
  • senso di aumentata pressione pelvica;
  • perdite vaginali sempre più abbondanti dapprima trasparenti e successivamente tinteggiate di rosa.

Come si esegue la diagnosi di incontinenza cervicale?

L’incontinenza cervicale è una causa ben nota di aborto e la diagnosi viene spesso posta retrospettivamente perché la sua formulazione è difficile a causa della mancanza di elementi oggettivi e di chiari criteri di riferimento.

L’ecografia cervicale è risultata clinicamente utile come strumento diagnostico e di screening in popolazioni di donne ad alto rischio, selezionate sulla base di una storia ostetrica di un precedente parto spontaneo pretermine, mentre l’ecografia transvaginale mostra tipicamente una scarsa lunghezza cervicale che risulta inferiore o uguale a 25 mm. Solitamente, comunque, la diagnosi di incompetenza cervicale spesso è difficile anche per lo specialista e viene posta in tre situazioni diverse nelle quali una donna può presentare:

  • un esordio improvviso con sintomi e segni di incontinenza cervicale;
  • un’anamnesi di perdite vaginali comparse nel secondo trimestre di gestazione;
  • un risultato ecografico endovaginale coerente con un quadro clinico di incompetenza cervicale.

L’esame ginecologico evidenzia una cervice dilatata di 2 cm o più e il sacco amniotico può sporgere nel canale vaginale.

Come si cura l'incontinenza cervicale?

Nel tempo, molte sono state le modalità terapeutiche proposte per contrastare questa patologia, sia chirurgiche che non chirurgiche. Tra gli approcci di tipo conservativo si possono elencare:

  • restrizione delle attività quotidiane;
  • riposo a letto prolungato;
  • utilizzo di un pessario intravaginale (un dispositivo di contenimento in genere realizzato in silicone).

Queste opzioni si sono però rivelate scarsamente efficaci o comunque dall’impiego limitato, in particolari popolazioni di pazienti ad alto rischio. I trattamenti chirurgici comprendono invece:

  • il cerchiaggio cervicale transvaginale;
  • il cerchiaggio cervicale transaddominale.

Il cerchiaggio consiste essenzialmente in suture della cervice uterina con lo scopo di impedire la sua dilatazione e può essere eseguito anche in situazioni di emergenza. Quello transaddominale richiede il più delle volte una laparotomia sia per il posizionamento iniziale della sutura sia per la successiva laparotomia eseguita allo scopo di rimuovere la sutura, o per il parto, o per entrambe le situazioni.

Fonti