Il dermatofibroma è una lesione benigna della pelle. Spesso non dà sintomi, ma può causare prurito o dolore quando viene sollecitato. Per trattarlo, anche se non è sempre necessario, si può ricorrere alla chirurgia, alla crioterapia, al laser o ad un trattamento topico con steroidi.

Indice
  • 1 Cosa sono i dermatofibromi
  • 2 Come si presentano i dermatofibromi
  • 3 Come si diagnosticano i dermatofibromi
  • 4 Come si curano i dermatofibromi
  • 5 Fonti

Cosa sono i dermatofibromi

I dermatofibromi, spesso indicati anche come istiocitomi fibrosi benigni o anche istiocitomi fibrosi comuni, sono lesioni determinate da una crescita di tessuto fibroso a livello del derma, ovvero lo strato più profondo della pelle. Rappresentano circa il 3% di tutti i campioni di lesioni cutanee che arrivano ai laboratori di dermatologia.

Hanno l’aspetto di piccoli noduli (0,5-1 cm di diametro) ovali o tondeggianti, posizionati immediatamente sotto la superficie della pelle, in genere duri e fissi, e con colorazioni che possono variare dal rosso al rosa, anche se a volte possono apparire grigi o marroni.

In linea teorica si possono presentare in qualsiasi area del corpo, ma sono più frequenti a livello delle estremità, in particolare nelle gambe. Normalmente i dermatofibromi si presentano come noduli singoli, ma alcune persone possono sviluppare più di un dermatofibroma in un periodo di tempo ristretto: alla base di questa situazione potrebbe esserci un sistema immunitario indebolito da alcuni farmaci oppure da altre patologie; è opportuno in questi casi consultare un medico.

I dermatofibromi sono più comuni nelle donne che negli uomini e nei giovani rispetto agli anziani, tanto che la maggior parte dei casi si verifica in persone di età compresa tra 20 e 49 anni.

L’origine e lo sviluppo dei dermatofibromi non sono ancora stati chiariti in dettaglio. Le ipotesi più accreditate sono due: origine come reazione a un trauma e origine clonale (ovvero una proliferazione eccessiva delle cellule come nel caso delle neoplasie). Al momento esistono prove a sostegno di entrambe le ipotesi. Infatti, molti pazienti con dermatofibroma riferiscono di avere avuto un trauma nell’area interessata dalla lesione, per esempio una puntura di insetto o una spina conficcata nella pelle. Dall’altro lato, le analisi a livello cellulare mostrano la possibilità di un’origine clonale per i dermatofibromi.

Dal punto di vista istologico, l’osservazione dei tessuti ha permesso di descrivere molte diverse varianti di dermatofibromi, la cui conoscenza è fondamentale per evitare diagnosi non corrette. Tra le varianti più comuni si possono citare i dermatofibromi fibrocollagenosi, cellulari, istiocitici, lipidizzati, angiomatosi, a cellule chiare, mixoidi, cheloidi e osteoclastici.

Come si presentano i dermatofibromi

In genere i dermatofibromi sono asintomatici. In alcuni casi possono dare prurito o dolore se sollecitati meccanicamente.

Come si diagnosticano i dermatofibromi

Il dermatologo può giungere alla diagnosi di dermatofibroma semplicemente osservandone con attenzione l’aspetto, a volte con l’ausilio della dermatoscopia. All’analisi con il dermatoscopio, uno strumento che permette di ingrandire e illuminare la lesione, il dermatofibroma benigno mostra in genere un’area bianca centrale circondata da una zona pigmentata.

In caso di dubbi sulla diagnosi si procede con la rimozione chirurgica del dermatofibroma (una biopsia in anestesia locale) e la successiva osservazione del tessuto al microscopio. Così facendo è possibile escludere altre patologie che potrebbero essere confuse con il dermatofibroma (diagnosi differenziale), ma che sono invece più aggressive e pericolose e necessitano quindi di trattamenti specifici.

Come si curano i dermatofibromi

In alcuni casi i dermatofibromi possono scomparire spontaneamente con il tempo. Più comunemente le lesioni rimangono presenti per tutta la vita, senza causare particolari problemi di salute.

Essendo lesioni benigne, i dermatofibromi non richiedono specifici trattamenti e possono anche essere lasciati in sede. Possono però essere rimossi chirurgicamente, quando per esempio ci sono dubbi sulla diagnosi ed è necessaria un’analisi al microscopio, quando causano sintomi fastidiosi (prurito, dolore al tatto) o anche per ragioni estetiche.

Altre opzioni di trattamento prevedono iniezioni di steroidi nella lesione stessa per “appiattire” il dermatofibroma, crioablazione per distruggere la lesione con il freddo e infine alcuni tipi di laser. È però necessario sottolineare il fatto che crioterapia, laser e chirurgia possono comunque lasciare cicatrici, seppur non di grandi dimensioni, che potrebbero causare prurito o non risultare gradevoli a livello estetico.