Con il termine diabete mellito, o più semplicemente diabete, si indica un gruppo di malattie croniche caratterizzate da un’eccessiva concentrazione di glucosio nel sangue (iperglicemia) dovuta a difetti nella secrezione e/o nell’azione dell’ormone insulina.

In Italia, dati ISTAT indicano che nel 2016 il 5,3% dell’intera popolazione italiana (3 milioni e 200 mila persone) era affetta da diabete.

Indice
  • 1 Le principali tipologie di diabete
  • 2 La diagnosi del diabete 
  • 3 I sintomi, i fattori di rischio e le complicanze del diabete 
  • 4 Gestione e trattamento del diabete 
  • 5 Approfondimenti sul diabete
  • 6 Fonti

Le principali tipologie di diabete

Esistono tre tipologie principali di diabete:

  • il diabete di tipo 1, noto come diabete giovanile perché tipicamente si manifesta già nell’infanzia e come diabete insulino-dipendente perché i pazienti devono assumere regolarmente insulina. Nel diabete di tipo 1, le cellule β (beta) del pancreas che hanno il compito di produrre insulina, l’ormone che regola i livelli del glucosio nel sangue, sono distrutte dai globuli bianchi del paziente stesso. Il diabete di tipo 1 è perciò una malattia autoimmune. L’assenza di cellule β comporta un deficit assoluto di insulina;
  • il diabete di tipo 2, si manifesta nell’età adulta e normalmente non richiede la terapia insulinica. Nel diabete di tipo 2, i tessuti periferici sono poco sensibili all’insulina e ciò provoca un minore assorbimento del glucosio nelle cellule muscolari e nel tessuto adiposo. Questo difetto metabolico è chiamato insulino-resistenza. Le cellule β inizialmente rispondono all’aumentata richiesta producendo più insulina, ma col tempo la loro funzionalità si deteriora e la secrezione di insulina risulta ridotta;
  • il diabete gestazionale è una forma di diabete che si manifesta durante la gravidanza e tende a risolversi dopo il parto.

La diagnosi del diabete 

La diagnosi di diabete viene fatta misurando i livelli di glucosio a digiuno ed effettuando un test di tolleranza orale al glucosio (si somministra glucosio e si misura come scende la glicemia nel tempo).

Per valutare la gravità del diabete e la risposta alle terapie si misurano i livelli di emoglobina glicata (HbA1c), ossia la percentuale dell’emoglobina presente nei globuli rossi a cui si è legato del glucosio.

Secondo le recenti raccomandazioni degli standard Italiani per la Cura del Diabete i valori di HbA1c, dosata con metodica standardizzata, sono:

  • valore di HbA1c < 6,0%: normoglicemia;
  • valore di HbA1c ≥ 6,0 < 6,5%: soggetto con probabile alto rischio di diabete;
  • valore di HbA1c ≥ 6,5%: diabete mellito.

I sintomi, i fattori di rischio e le complicanze del diabete 

Mentre il diabete di tipo 2 può rimanere a lungo asintomatico, il diabete di tipo 1 spesso ha un esordio acuto. I sintomi del diabete comprendono:

  • poliuria;
  • bisogno irrefrenabile di bere (polidipsia) e di mangiare (polifagia);
  • mancanza di energia;
  • improvvisa perdita di peso;
  • vista offuscata.

Nel diabete hanno un ruolo importante sia fattori genetici sia fattori ambientali. Per il diabete di tipo 1, come per altre malattie autoimmuni, sono stati identificati delle varianti di geni che rendono più suscettibili alla malattia. Sembrano coinvolti in particolare alcuni geni che hanno a che fare con l’attivazione dei linfociti e ciò è coerente col fatto che questi globuli bianchi hanno un ruolo cruciale nella distruzione delle cellule β. Quale sia l’elemento scatenante della reazione autoimmune non è ancora noto, potrebbero essere coinvolte delle infezioni virali.

Nel diabete di tipo 2, la predisposizione genetica sembra avere un peso minore. Questa forma di diabete invece è strettamente legata all’obesità e agli stili di vita. Vita sedentaria e abitudini alimentari scorrette aumentano il rischio di sviluppare la malattia.

Per approfondire: Vivere con il diabete: alimentazione e attività fisica

I pazienti con diabete possono andare incontro a numerose complicanze. Il diabete danneggia il sistema vascolare colpendo le arterie di grandi e di piccole dimensioni. Il processo di aterosclerosi è accelerato e ciò fa sì che l’infarto cardiaco sia la causa di morte più comune nei diabetici. La cattiva circolazione negli arti inferiori riduce l’apporto di sangue alle estremità, i cui tessuti possono persino andare incontro a morte (gangrena). I danni alle strutture vascolari dei reni possono provocare insufficienza renale (nefropatia diabetica). Lo scompenso metabolico e l’insufficienza vascolare possono danneggiare i nervi periferici (neuropatia diabetica), riducendo la sensibilità e le capacità motorie e causando sensazioni dolorose. L’occhio è molto sensibile ai danni causati dal diabete: la retinopatia diabetica può causare la perdita della vista.

Gestione e trattamento del diabete 

Per i pazienti diabetici è essenziale tenere monitorata la glicemia. Questo viene normalmente fatto utilizzando apposite strisce reattive su cui si deposita una goccia di sangue e inserendole in uno strumento chiamato glucometro. Il diabete non può essere curato, ma può essere controllato. Per questo motivo è fondamentale una corretta dieta per amministrare la patologia ed evitare peggioramenti delle condizioni.

I pazienti di tipo 1 devono assumere per tutta la vita insulina per fare fronte all’assenza di questo ormone. L’insulina viene iniettata sottocute più volte al giorno e la dose adattata al valore di glicemia, alla composizione del pasto che si sta per consumare e all’attività fisica. Negli ultimi anni si sono diffusi i microinfusori di insulina, le cosiddette pompe di insulina, dispositivi indossabili che monitorano costantemente la glicemia e somministrano insulina al bisogno.

La maggior parte dei pazienti con diabete di tipo 2 non richiede terapia insulinica, ma deve tenere sotto controllo la glicemia assumendo una terapia antidiabetica. Oggi sono disponibili numerosi antidiabetici orali che agiscono attraverso diversi meccanismi d’azione. Un buon livello di attività fisica e un’alimentazione adeguata migliorano il controllo della malattia.