L’uretrite è l’infiammazione dell’uretra, il condotto che trasporta l’urina dalla vescica all’esterno. In genere, l’infiammazione dell’uretra è dovuta a infezione da batteri (i più comuni sono Chlamydia trachomatis e Neisseria gonorrhoeae) o virus (come Herpes simplex e Citomegalovirus), e più raramente, è determinata da agenti chimico-fisici, ma anche in questo caso si può sviluppare una sovrainfezione batterica.

La fascia di popolazione più a rischio per questa patologia è rappresentata dalle donne in età fertile e dagli uomini tra i 20 e i 35 anni, soprattutto se hanno una storia clinica di malattie sessualmente trasmissibili e comportamenti sessuali a rischio (più partner sessuali o rapporti senza protezione).

Quali sono i sintomi dell’uretrite?

Non sempre le infezioni del tratto urinario sono sintomatiche, ma quando sono presenti, i sintomi dell’uretrite variano a seconda del sesso della persona che ne soffre. Nelle donne, possono essere presenti: febbre, brividi, dolore pelvico o addominale, minzione dolorosa, minzione frequente con sensazione di urgenza, rapporto sessuale doloroso, perdite vaginali. Negli uomini la febbre è rara e si possono invece riscontrare: presenza di sangue nelle urine (ematuria), dolore durante la minzione, minzione frequente con sensazione di urgenza, eiaculazione dolorosa, dolore durante il rapporto sessuale, secrezioni dal pene.

Tipi di uretrite

Esistono diversi tipi di uretrite, classificati in base alla causa dell’infiammazione. Si distingue essenzialmente tra uretrite gonococcica e uretrite non gonococcica. L’uretrite gonococcica è causata dallo stesso batterio che causa la gonorrea e rappresenta circa il 20% dei casi di uretrite. Tra le cause comuni di uretrite non gonococcica figura la clamidia.

È possibile, tuttavia, che si verifichi un’irritazione dell’uretra anche non correlata a malattie sessualmente trasmissibili. In questi casi, le cause possono includere lesioni, ad esempio da catetere, o altri tipi di trauma genitale. È possibile che un paziente soffra di uretrite dovuta a più cause che agiscono contemporaneamente.

Come si diagnostica l’uretrite?

La diagnosi di uretrite viene generalmente formulata attraverso la raccolta dell’anamnesi e sulla base dei sintomi. Una minzione dolorosa può far presumere la presenza di un’infezione che può essere confermata attraverso alcuni test:

  • esame fisico, inclusi genitali, addome e retto;
  • esami di laboratorio, tra cui analisi delle urine, urinocoltura e analisi dell’eventuale secrezione uretrale, attraverso l’uso di un tampone (esame di tampone uretrale);
  • gli esami del sangue che in genere non sono necessari per la diagnosi di uretrite, ma possono essere prescritti per verificare la presenza di altre malattie sessualmente trasmissibili, come l’HIV e la sifilide.

Come si tratta l’uretrite?

L’obiettivo principale del trattamento di uretrite è eliminare l’agente patogeno che ha causato l’infezione e prevenire la diffusione ad altre parti del sistema urinario, oltre a ridurre i sintomi. Per questo motivo verranno utilizzati antibiotici e farmaci antinfiammatori non steroidei se l’uretrite è di origine batterica o antivirali se è virale:

  • il ceftriaxone è il trattamento più efficace per la gonorrea, ma di solito viene aggiunta l’azitromicina per ridurre la possibilità che emerga una resistenza;
  • l’azitromicina è efficace per la clamidia ma fallisce e seleziona la resistenza in almeno il 10% di Mycoplasma genitalium, quindi la doxiciclina è spesso preferita per l’uretrite non gonococcica;
  • quando appare probabile che l’uretrite non sia gonococcica ma si preferisce anche trattare un potenziale caso di gonorrea, è ragionevole aggiungere al ceftriaxone la doxiciclina invece dell’azitromicina;
  • se i sintomi non si risolvono e in ogni caso è opportuno chiedere consiglio a uno specialista per la gestione dell’uretrite non gonococcica persistente.

Dopo il trattamento per l’uretrite da clamidia, il 10-20% dei pazienti mostra uretrite persistente o ricorrente.Nelle uretriti non gonococciche vengono riportate percentuali di fallimento anche superiori.

Si può definire persistente l’uretrite che non è sostanzialmente migliorata dopo una settimana dall’inizio della terapia per uretrite non gonococcica, in quanto nella maggior parte dei casi entro una settimana si manifesta una risposta positiva. 

L’uretrite si può considerare ricorrente quando si verifca entro sei settimane dal precedente episodio.
Quando un paziente ritorna con sintomi compatibili con l’uretrite dopo il trattamento, la malattia deve essere documentata oggettivamente; inoltre, è importante confermare l’aderenza alla terapia precedente e valutare la possibilità che il paziente sia stato re-infettato da un partner sessuale nuovo o non trattato.

In generale per evitare ulteriori contagi è utile fornire al paziente una scheda informativa o comunque informazioni sulla malattia. Si consiglia di non avere contatti sessuali almeno per i sette giorni successivi alla somministrazione del trattamento farmacologico. Se il paziente è in una relazione di coppia, è importante che anche il partner riceva lo stesso trattamento per evitare l’infezione, che la coppia si astenga dai rapporti o usi il preservativo fino alla scomparsa dell’infezione.

Quali sono le complicazioni dell’uretrite?

L’uretrite può avere complicazioni importanti, come l’estensione dell’infezione ad altre parti del sistema urinario o una stenosi uretrale dopo la formazione di cicatrici nell’uretra. La donna può anche sviluppare cervicite o malattia infiammatoria pelvica (un’infezione che può colpire l’endometrio, le tube di Falloppio e le ovaie e può compromettere la fertilità).

Fonti