Gastroplastica verticale
La gastroplastica verticale (VBG) è un intervento di chirurgia bariatrica che attraverso una riduzione della capienza dello stomaco permette il trattamento dell’obesità grave.
Cos’è e a cosa serve la gastroplastica verticale?
La gastroplastica verticale è una tecnica chirurgica utilizzata per perdere peso e quindi impiegata per il trattamento dell’obesità grave, una patologia sempre più diffusa in tutto il mondo e definita dall’Organizzazione Mondiale della sanità quella condizione nella quale il BMI, ossia l’indice di massa corporea, è pari o superiore a 30 kg/m2. Fino a una ventina di anni fa, questo tipo di intervento era quello più utilizzato per trattare il sovrappeso patologico ma in seguito altre tecniche chirurgiche hanno preso il sopravvento. Ha il vantaggio di essere abbastanza semplice da eseguire sia utilizzando la tecnica laparotomica che laparoscopica anche se in quest’ultimo caso l’operazione è un po’ più complicata. Non vengono modificati i processi digestivi e il rischio operatorio è contenuto. Le complicanze successive sono poco numerose e non sussiste il rischio di deficit di nutrizione o metabolici nel lungo periodo. Dal punto di vista dei risultati finali, la gastroplastica raggiunge in genere l’obiettivo voluto realizzando in media una diminuzione del peso corporeo del 50-60%.
Come si esegue la gastroplastica verticale?
L’intervento di gastroplastica verticale prevede che la parte superiore dello stomaco, quella più vicina all’esofago, venga cucita verticalmente per creare una piccola tasca lungo la curva interna dello stomaco. L’uscita dalla sacca neoformata, verso la parte rimanente di stomaco, è ridotta in ampiezza da una fascia avvolgente costituita da materiale sintetico che impedisce la sua dilatazione. Questo ‘manicotto’ ritarda lo svuotamento del cibo provocando una sensazione di sazietà e limitando quindi la quantità di alimenti ingerita. Il volume della neo-tasca è scarso, circa 20-30 cc, mentre l’orifizio di svuotamento nella restante parte dello stomaco ha un diametro di circa 1 cm. Per modificare in questo modo l’anatomia gastrica normale, il chirurgo si serve di particolari strumenti chiamati suturatrici meccaniche.
La gastroplastica viene eseguita impiegando, a seconda dei casi, o la tecnica laparotomica, ossia un’incisione della parete addominale della lunghezza di una ventina di centimetri che consente un ampio accesso al campo operatorio e offre al chirurgo la possibilità di lavorare con maggior agio, oppure la laparoscopia. In quest’ultima evenienza, l’operatore pratica alcune piccole incisioni cutanee, in genere 5 o 6 di lunghezza compresa tra 0,5 e 2 cm, attraverso le quali inserisce nella cavità addominale gli strumenti necessari all’esecuzione dell’intervento e una telecamera provvista di fonte di luce che gli permette di visualizzare con chiarezza le strutture anatomiche che deve modificare. Tale metodica presenta maggiori complessità per il chirurgo ma anche un vantaggio per il paziente perché i tempi di guarigione sono ridotti e il post-operatorio meno pesante.
Quali sono le Indicazioni alla gastroplastica verticale?
L’indicazione a questo tipo di intervento chirurgico si pone soprattutto per pazienti con BMI tra 35 e 50 Kg/m2 e con caratteristiche che lasciano prevedere un buon adattamento al nuovo regime alimentare che dovranno adottare dopo l’intervento chirurgico.
Quali sono le controindicazioni alla gastroplastica verticale?
Controindicazioni assolute all’esecuzione di una gastroplastica sono date dal consumo eccessivo e costante di dolci e da disturbi maggiori del comportamento alimentare. Controindicazione relativa è invece la condizione di super-obesità (BMI superiore a 50 Kg/m2).
Quali le complicazioni della gastroplastica verticale?
Gli effetti collaterali e le complicanze secondarie alla gastroplastica verticale possono essere:
- fallimento terapeutico precoce, la causa principale è costituita in genere dalla mancanza di collaborazione da parte del paziente con scarso adattamento alla nuova situazione alimentare;
- vomito, effetto collaterale comune dovuto al consumo di pasti troppo abbondanti o ingeriti troppo velocemente. Questo inconveniente si può correggere mediante un opportuno frazionamento quotidiano dell’alimentazione e masticando con cura il cibo prima di ingerirlo;
- cedimento della sutura che divide la neo tasca gastrica dalla rimanente parte dello stomaco, si tratta di una complicanza tardiva dovuta alla pressione esercitata per molto tempo dal cibo contenuto nella sacca fabbricata chirurgicamente contro le pareti della neo tasca;
- stenosi del manicotto collocato intorno al neo piloro, comporta la possibilità di insorgenza di una malattia da reflusso e/o di un’esofagite.