Diversione biliopancreatica (BPD)
La diversione biliopancreatica (BPD) è una tecnica chirurgica che riduce la digestione e quindi l’assorbimento dei cibi e viene utilizzata per la riduzione del peso corporeo nei casi di obesità grave.
Cos’è e a cosa serve la diversione biliopancreatica?
La diversione biliopancreatica è un intervento chirurgico che fa parte del ventaglio di opzioni terapeutiche disponibili per ridurre il peso corporeo nei casi di obesità grave. Questa condizione, sempre più diffusa e in crescita costante in tutto il mondo, viene ad instaurarsi, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, quando l’indice di massa corporea (BMI) è uguale o superiore a 30 kg/m2.
La diversione biliopancreatica è stata ideata ed eseguita per la prima volta nel 1976 in Italia, presso l’Università di Genova, questo tipo di operazione chirurgica è stata eseguita fino al 2000 utilizzando la tecnica laparotomica, più invasiva e più pesante da sopportare per il paziente. In seguito, con l’avvento della laparoscopia, tecnica che complica un po’ l’esecuzione dell’intervento ma che permette una guarigione più rapida, la diversione biliopancreatica e le sue varianti, proposte sulla base dei dati emersi nel corso della sua storia, si è affermata nel campo della chirurgia bariatrica grazie al basso numero di complicazioni che comporta la sua esecuzione e all’efficacia dimostrata nel ridurre il peso corporeo.
Come si fa la diversione biliopancreatica?
Tecnicamente la diversione biliopancreatica comprende tre manovre chirurgiche eseguite durante lo stesso atto operatorio:
- la rimozione di circa due terzi di stomaco, in particolare della porzione gastrica distale che comprende anche il piloro, ossia il tratto di passaggio tra lo stomaco e il duodeno, primo segmento dell’intestino tenue;
- la colecistectomia, ovvero l’asportazione della cistifellea, necessaria per prevenire l’eventuale formazione di calcoli biliari in futuro;
- la diversione biliopancreatica vera e propria, che consiste nel costruire un doppio canale intestinale che permetta di procrastinare il momento in cui i succhi gastrici e gli alimenti ingeriti vengono a contatto.
Per ottenere questo risultato, il tubo intestinale unico che costituisce l’intestino tenue viene diviso in due senza rimuovere definitivamente nessuna porzione anatomica di questo tratto. Così facendo, in uno dei canali neoformati, chiamato tratto alimentare, transiterà solo il cibo, mentre nell’altro, denominato tratto biliopancreatico, passeranno esclusivamente i liquidi digestivi prodotti dal fegato e dal pancreas.
L’incontro tra materiale alimentare e gli enzimi che permettono la digestione avverrà quindi solo a qualche decina di centimetri dall’origine del colon, il prolungamento naturale dell’intestino tenue, e l’assorbimento dei principi nutritivi sarà possibile quindi solo in modo molto limitato. Sostanze nutritive come carboidrati complessi e grassi, quelle che consumate in modo eccessivo determinano l’aumento ponderale, verranno quindi assorbite successivamente in misura molto ridotta consentendo di perdere peso ed evitando la necessità imperativa di seguire diete strette perché l’intervento chirurgico agisce sull’assorbimento dei nutrienti e non sulla quantità di cibo ingerita.
Per questo motivo, dopo l’operazione, è possibile mangiare liberamente di tutto, fatta eccezione per gli zuccheri semplici contenuti in certi tipi di alimenti (ad esempio dolci frutta, alcol, bibite), il cui consumo deve essere comunque controllato perché il loro assorbimento non viene modificato dall’intervento chirurgico di diversione biliopancreatica.
Quali sono le indicazioni alla diversione biliopancreatica?
I pazienti per i quali è indicata questo intervento chirurgico sono soprattutto:
- i super-obesi (soggetti con BMI superiore a 50);
- le persone con diabete di tipo II;
- le persone con ipertensione.
A questi si aggiungono i soggetti affetti da binge-eating, ossia da disturbo alimentare di tipo compulsivo che consiste nella voglia incoercibile di consumare cibo.
Quali sono le controindicazioni alla diversione biliopancreatica?
Come per gli altri interventi chirurgici che fanno parte della chirurgia bariatrica (ad esempio bypass gastrico o bendaggio gastrico), non vi sono controindicazioni assolute all’intervento di diversione biliopancreatica. Esistono tuttavia alcune situazioni che possono essere ritenute controindicazioni relative come:
- l’insufficienza cardiaca severa;
- l’ipertensione portale;
- le patologie coronariche instabili;
- la malattia polmonare allo stadio finale;
- una terapia oncologica in atto;
- la dipendenza da alcol, sostanze d’abuso e farmaci;
- le ridotte capacità cognitive.
Che complicazioni comporta la diversione biliopancreatica?
Le complicazioni possibili possono essere chirurgiche immediate, che si verificano entro le prime settimane dopo l’intervento, chirurgiche tardive, che compaiono più avanti nel tempo, oppure nutrizionali tardive.
Tra le prime, che nel loro insieme interessano circa il 4% dei pazienti operati, si possono annoverare:
- Infezione della ferita;
- embolia polmonare;
- broncopolmonite;
- emoperitoneo.
Le chirurgiche tardive sono:
- ulcera;
- occlusione intestinale da aderenze;
- ernia della ferita chirurgica, detta laparocele;
Le complicazioni nutrizionali tardive possono essere:
- anemia;
- carenze vitaminiche;
- malnutrizione proteica ricorrente;
- malnutrizione proteica episodica 1;
- osteoporosi.
Fonti
- SICOB;
- NHI;
- Conner J, Nottingham JM. Biliopancreatic Diversion With Duodenal Switch. 2020 Sep 23. In: StatPearls [Internet]. Treasure Island (FL): StatPearls Publishing; 2021 Jan–.