Il trapianto di fegato è un intervento chirurgico che si rende necessario quando l’organo non riesce a svolgere le proprie funzioni metaboliche, essenziali per la sopravvivenza dell’organismo. Viene eseguito in caso di epatiti fulminanti e patologie epatiche croniche, ma anche per curare malattie metaboliche e cancro. È possibile eseguire il trapianto da donatore vivente.

Indice
  • 1 A cosa serve il trapianto di fegato 
  • 2 A chi è utile il trapianto di fegato
  • 3 Come si esegue il trapianto di fegato 
  • 4 Fonti

A cosa serve il trapianto di fegato 

Nel trapianto di fegato, il fegato malato del paziente viene sostituito con il fegato sano di un donatore. Si tratta di un intervento chirurgico importante, ma è indispensabile per salvare la vita del paziente in tutte quelle situazioni in cui quest’organo non riesce più a svolgere le proprie funzioni.

Il fegato è la centrale metabolica del corpo umano: in quest’organo vengono elaborati gli aminoacidi, i carboidrati, i lipidi e le vitamine. Produce molte proteine plasmatiche, come l’albumina, e i fattori della coagulazione. Svolge una funzione di deposito di riserva di glucosio, vitamina B12, ferro e rame. Ha un ruolo cruciale nell’eliminazione delle tossine e nella detossificazione dei farmaci. Le funzioni del fegato sono essenziali alla vita.

A chi è utile il trapianto di fegato

Il trapianto di fegato viene eseguito principalmente su pazienti che presentano insufficienza epatica, ossia pazienti in cui l’organo ha perso la maggior parte della propria capacità funzionale. Il danno epatico può essere causato da un insulto acuto o più spesso da una condizione cronica. L’insufficienza epatica fulminante è il risultato di un’intossicazione da farmaci o tossine. Uno dei farmaci più frequentemente associati a epatite fulminante è il paracetamolo: dosi eccessive di paracetamolo causano la morte (necrosi) massiva delle cellule del fegato (epatociti) rendendo necessario il trapianto. Per questo è importante non superare mai il dosaggio massimo giornaliero. L’epatite fulminante può essere causata da un avvelenamento da sostanze chimiche (es. tetracloruro di carbonio) o da funghi. Il principale colpevole degli avvelenamenti da funghi è l’Amanita phalloides, un fungo velenoso grigio-verdastro (dello stesso genere della più nota Amanita muscaria, rossa con i puntini bianchi, che è tossica ma raramente mortale).

Il trapianto di fegato può essere necessario anche in caso di un’epatite fulminante scatenata dall’assunzione di droghe come l’ecstasy. L’insufficienza epatica è quasi sempre il risultato di una malattia cronica. L’epatite cronica, causata da infezioni virali, abuso di alcol o autoimmunità, può degenerare in cirrosi epatica che alla fine porta a insufficienza epatica.

Maggiori informazioni su queste malattie del fegato sono riportate nelle schede dedicate all’epatite cronica e alla cirrosi epatica. L’insufficienza epatica è anche il risultato finale di una malattia infiammatoria che colpisce i dotti biliari, la colangite sclerosante, anch’essa descritta in una scheda dedicata.

Il trapianto di fegato rappresenta un’opzione di cura per i pazienti affetti da carcinoma epatocellulare, il tipo più comune di tumore del fegato, quando non è possibile resecare il tumore, ma la malattia non si è ancora diffusa. I pazienti idonei vengono selezionati usando precisi criteri nazionali, chiamati “criteri di Milano”.

Si interviene con il trapianto anche in caso di epatoblastoma, un tumore del fegato che colpisce i bambini.  Infine, il trapianto di fegato può essere indicato per i pazienti il cui fegato è sano, ma che soffrono di particolari malattie metaboliche di origine genetica. Una di queste malattie è la leucinosi, una patologia ereditaria rara in cui una carenza enzimatica altera il metabolismo di alcuni amminoacidi che si accumulano danneggiando l’organismo.

Come si esegue il trapianto di fegato 

I trapianti d’organo vengono effettuati esclusivamente nei centri autorizzati. I pazienti che necessitano di un trapianto vengono inseriti in una lista d’attesa che stabilisce la priorità sulla base della gravità della malattia. È il Centro Nazionale Trapianti (CNT) a coordinare la lista d’attesa, il prelievo e il trapianto dell’organo. Il trapianto rientra nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) ed è quindi completamente gratuito.

Il requisito indispensabile perché un organo possa essere destinato a un paziente è che donatore e ricevente abbiano lo stesso gruppo sanguigno e che le prove di compatibilità tra le cellule del donatore e quelle del ricevente diano esito favorevole. Il fegato da trapiantare dovrà avere dimensioni compatibili con il ricevente. In anestesia generale, viene rimosso il fegato del paziente e inserito quello del donatore che viene connesso con la rete vascolare. Il paziente trapiantato dovrà assumere per tutta la vita farmaci immunosoppressori al fine di evitare il rigetto dell’organo.

Secondo i dati del CNT, nel 2019 in Italia sono stati eseguiti 1.302 trapianti di fegato. La lista di attesa è però in aumento. Per fronteggiare la carenza di organi da donatore cadavere è possibile ricorrere a un donatore vivente. Il fegato è un organo con proprietà rigenerative uniche, perciò è possibile prelevarne una parte senza che la persona abbia gravi conseguenze. Il donatore, solitamente un familiare, è un soggetto sano, di età compresa tra 18 e 55 anni. È consentita solo la donazione “altruistica”, cioè non condizionata da interessi economici o da pressioni di altra natura.