La risonanza magnetica è un accertamento diagnostico che permette la visualizzazione di numerose strutture anatomiche generando campi magnetici e utilizzando le proprietà magnetiche del corpo umano. L’impiego della risonanza magnetica consente di visualizzare, valutare ed esaminare singoli organi e apparati oppure anche l’intero corpo. Molto spesso questo esame agevola la diagnosi differenziale tra lesioni neoplastiche rispetto ad alterazioni di altra natura, che non altrimenti possibile utilizzando altri metodi di indagine diagnostica.

Quali sono le indicazioni per la risonanza magnetica?

Le indicazioni per una risonanza magnetica sono numerose perché, oltre ad essere affidabile, questa tecnica ha il vantaggio di non utilizzare radiazioni ionizzanti, inclusi i raggi X, che sono dannose per la salute. Il personale medico può pertanto ricorrere a questa tecnica per immagini più volte per lo stesso paziente, senza che questa causi problemi di alcun genere.

Questo tipo di accertamento è particolarmente efficace, ed è pertanto indicato nella diagnosi di patologieche interessano i tessuti molli. Cervello, midollo spinale, legamenti, tendini e muscoli vengono visualizzati con maggiore chiarezza rispetto a quanto facciano altri strumenti diagnostici per immagini come le radiografie standard e/o la tomografia computerizzata.

Come si esegue la risonanza magnetica?

La risonanza magnetica viene eseguita da personale tecnico qualificato sotto la supervisione di un medico radiologo, che è il responsabile dell’indagine diagnostica. Il paziente viene ricevuto presso il servizio di radiologia e viene accompagnato in uno spogliatoio dove indossa un camice da ospedale, a seguito della rimozione degli abiti e di ogni eventuale oggetto (anelli, bracciali, catenine ecc.) fatta eccezione per gli indumenti intimi se non contengono componenti metalliche.

Il paziente viene in seguito fatto accomodare sul lettino di esame, generalmente in posizione supina, con una cuffia che ha la duplice funzione di proteggerlo dal rumore del macchinario e di permettergli di ricevere le istruzioni del personale tecnico. Il paziente viene anche dotato di un campanello di allarme da utilizzare in caso di bisogno. Il lettino su cui è adagiata la persona da esaminare viene infine movimentato elettricamente all’interno del macchinario e l’accertamento può avere inizio. La durata dell’esame è variabile e dipende dall’apparato e/o dall’organo da visualizzare. Durante le varie fasi dell’indagine diagnostica il paziente potrebbe essere chiamato a collaborare trattenendo il respiro anche per diverse volte e una volta terminato l’esame, può riprendere le sue normali attività quotidiane.

Quali sono le controindicazioni e i rischi della risonanza magnetica?

La risonanza magnetica presenta alcune controindicazioni e tra queste si possono elencare:

  • la gravidanza nelle prime 12 settimane. Non si tratta di una controindicazione assoluta ma per prudenza è meglio rinunciare salvo casi di assoluta necessità;
  • presenza nel corpo di neurostimolatori o di pacemaker cardiaci. I campi magnetici generati dall’apparecchiatura potrebbero determinare infatti un malfunzionamento di questi dispositivi;
  • presenza nel corpo di strutture o frammenti di metallo quali esiti di pregressi interventi chirurgici o incidenti (ad esempio clips utilizzate nelle operazioni per aneurismi cerebrali, viti o chiodi ortopedici). I campi magnetici potrebbero infatti spostare o surriscaldare questi corpi estranei. Anche gli impianti di valvole cardiache realizzate in metallo rappresentano un motivo per non sottoporsi alla risonanza magnetica.

L’unico rischio in cui si può incorrere durante l’accertamento è quello di una reazione allergica nei confronti del mezzo di contrasto, il gadolinio. Le conseguenze, che possono essere da lievi a molto serie (sebbene rarissime, come nel caso dello shock anafilattico) possono essere facilmente gestite dal personale di assistenza, che è preparato e dotato dei mezzi necessari per far fronte con successo a questo genere di situazioni.

Le donne portatrici di dispositivi contraccettivi in metallo, come ad esempio la spirale, sono invitate a sottoporsi a un’ecografia dopo la risonanza per accertarsi che non vi siano stati cambiamenti di posizione che potrebbero inficiare l’effetto desiderato di evitare una gravidanza.

In generale, per la risonanza magnetica non sono segnalati effetti indesiderati o conseguenze negative per la salute a distanza di tempo.

Fonti