Rettoscopia
È un esame che viene effettuato tramite uno specifico apparecchio chiamato rettoscopio allo scopo di valutare lo stato del retto (parte terminale dell’intestino crasso), ed è eseguito dal gastroenterologo.
- 1 A cosa serve la rettoscopia?
- 2 Quando si fa la rettoscopia?
- 3 Come si fa la rettoscopia?
- 4 La rettoscopia fa male?
- 5 Quali sono le possibili complicanze legate alla rettoscopia?
- 6 A cosa bisogna prestare attenzione dopo la rettoscopia?
- 7 Fonti
A cosa serve la rettoscopia?
La rettoscopia è una indagine eseguita con vari obiettivi: ricerca di eventuali patologie che interessano il retto, valutazione della situazione generale della struttura anatomica, controllo dell’effetto di terapie eseguite precedentemente dopo una malattia pregressa e screening per la diagnosi precoce di tumori maligni, soprattutto a partire dai 50 anni di età. È infatti accertato che le possibilità di guarigione, quando viene posta precocemente una diagnosi di neoplasia maligna, sono nettamente maggiori.
La stragrande maggioranza dei cancri del retto è rappresentata dagli adenocarcinomi.
In Europa, negli Stati Uniti e, in genere nei Paesi a elevato benessere, il tumore maligno del retto è uno dei più diffusi, la possibilità di insorgenza tende ad aumentare rapidamente dopo i 40-50 anni di età e costituisce la seconda causa di morte per cancro. Negli Stati Uniti d’America sono oltre 140 mila le persone che contraggono annualmente questa forma tumorale e i morti sono più di 50.000 ogni anno. Gli uomini sono colpiti da questa neoplasia più frequentemente delle donne.
I principali fattori di rischio per questo tipo di tumore sono:
- rettocolite ulcerosa;
- morbo di Crohn;
- familiarità per la malattia;
- eccessivo consumo di grassi, proteine di origine animale, zuccheri raffinati;
- scarso introito alimentare di fibre.
Il medico specialista, durante l’ispezione attraverso il rettoscopio, può intervenire prelevando frammenti di tessuto che verranno poi inviati a un centro di anatomia patologica per essere sottoposti a esame istologico.
Quando si fa la rettoscopia?
L’esame viene in genere richiesto dal medico curante quando un paziente manifesta segni o sintomi che facciano sorgere il sospetto di una patologia presente a livello di questo segmento dell’intestino crasso. In questi casi il gastroenterologo si occuperà del paziente, e dopo aver fornito tutte le necessarie informazioni ed istruzioni, procederà ad eseguire la rettoscopia.
I principali segni e i sintomi che lasciano pensare a una malattia del retto sono:
- affaticamento cronico;
- perdita di peso senza spiegazioni apparenti;
- presenza di materiale ematico nelle feci (melena);
- algie in regione addominale;
- stitichezza o diarrea frequente;
- gonfiore dell’addome;
- materiale simile a muco osservabile nelle feci.
Le principali patologie rilevabili tramite rettoscopie nel canale rettale sono:
Come si fa la rettoscopia?
Per eseguire l’esame il gastroenterologo impiega uno strumento specifico detto rettoscopio (o proctoscopio)inserito attraverso l’ano. L’apparecchio è dotato di una fonte di luce e di una telecamera che permettono al medico esaminatore di ispezionare con chiarezza la mucosa. L’esame permette, inoltre, di eseguire prelievi di tessuto per l’esame istologico.
La rettoscopia viene di norma eseguita nello studio professionale dello specialista, in ospedale oppure in clinica, e non prevede una particolare preparazione del paziente, eccetto, in alcuni casi un clisma di pulizia. Generalmente, l’esame non prevede che vengano somministrati sedativi o farmaci contro il dolore, tuttavia, qualora fossero necessari, è opportuno che il paziente non si metta alla guida dopo l’esame.
La rettoscopia fa male?
Ci sono casi nei quali l’introduzione e l’utilizzo del rettoscopio può causare dolore. In questi casi verrà consigliato per qualche tempo l’utilizzo di farmaci analgesici che verranno prescritti dal medico.
Quali sono le possibili complicanze legate alla rettoscopia?
Complicanze serie legate all’accertamento rettoscopico sono rare.
In certi casi possono manifestarsi le seguenti complicazioni:
- dolori transitori (8%);
- perdite di sangue (3%);
- infezioni localizzate (meno dell’1%);
- stenosi del canale rettale oppure incontinenza che comunque si risolve in breve tempo.
A cosa bisogna prestare attenzione dopo la rettoscopia?
Dopo l’indagine endoscopica è necessario evitare spinte eccessive durante la defecazione per evitare di provocare lesioni nelle zone dove sono stati eseguiti i prelievi di tessuto per i successivi accertamenti istologici.
Inoltre, il paziente, nei giorni successivi all’indagine dovrebbe porre particolare attenzione all’aspetto delle feci in modo da verificare l’eventuale presenza di materiale ematico. Una minima quantità di sangue nelle feci è considerata normale, tuttavia, qualora compaia dolore addominale e le perdite ematiche dovessero protrarsi 24 ore dopo la rettoscopia o aumentare di quantità rispetto all’inizio dell’osservazione, è necessario consultare il medico.