Broncografia
La broncografia è una tecnica diagnostica che permette di visualizzare l’albero bronchiale utilizzando i raggi X e una sostanza radiopaca. Era usata principalmente per la diagnosi delle bronchiectasie. L’introduzione di tecniche più sensibili, più accettabili da parte del paziente e con meno effetti collaterali ha reso la broncografia obsoleta. Trova ancora utilizzo nel campo della pneumologia interventistica.
- 1 Descrizione della broncografia
- 2 Quando si effettua la broncografia
- 3 Come si effettua la broncografia
- 4 Fonti
Descrizione della broncografia
La broncografia è un esame radiografico dei bronchi. Si utilizza un mezzo di contrasto, opaco ai raggi X, per rendere visibile l’albero respiratorio, incluse le ramificazioni più piccole.
Il pioniere della broncografia è stato Karl Springer che nel 1906 a Praga realizzò il primo broncogramma. Altre date che vengono ricordate nella storia della broncografia sono il 1918, quando Chevalier Jackson descrisse un metodo per studiare la distribuzione e il calibro delle ramificazioni dell’albero bronchiale insufflando attraverso un broncoscopio nella trachea e nei bronchi principali della polvere di bismuto, e il 1922, quando Jean-Athanase Sicard e Jacques Forestier introdussero l’olio di semi di papavero radiopaco per l’esplorazione del tratto respiratorio inferiore. Negli anni sono stati usati numerosi mezzi di contrasto per la broncografia. Un mezzo di contrasto radiopaco è una sostanza che assorbe le radiazioni, apparendo bianco sulla radiografia. La tecnica classica prevedeva l’utilizzo di olio iodato, generalmente introdotto mediante iniezione in trachea. Successivamente si è passati a introdurre il mezzo di contrasto inserendo un catetere nella trachea tramite tracheotomia (facendo un piccolo taglio nella parete della trachea) o usando un broncoscopio. Nella tecnica più recente, la broncografia selettiva, il catetere può essere direzionato dal medico per evidenziare i vari settori dell’albero bronchiale.
L’esame risulta sgradevole al paziente, perciò è sempre stato richiesto dal medico solo quando ritenuto strettamente necessario. L’introduzione del mezzo di contrasto nelle vie respiratorie può causare effetti collaterali quali collasso del settore bronchiale ostruito dal liquido, asfissia (impedimento alla respirazione) e ipossia (insufficiente ossigenazione dei tessuti) negli individui con limitata capacità polmonare, formazione di granulomi nel tessuto polmonare e scatenamento di episodi d’asma acuti.
Quando si effettua la broncografia
La broncografia è stata usata per la diagnosi di bronchiectasia, bronchite cronica, alterazioni dell’albero bronchiale e carcinoma broncogeno prima che venisse introdotta la fibrobroncoscopia (o fibroscopia). La broncografia può essere usata come strumento diagnostico aggiuntivo alla fibrobroncoscopia per evidenziare lesioni nelle vie aeree periferiche che non possono essere raggiunte con il broncoscopio flessibile. La combinazione delle due tecniche ha il vantaggio di permettere l’eliminazione delle secrezioni prima di instillare il mezzo di contrasto. Oggi la tomografia computerizzata (TC) ad alta risoluzione del torace ha sostanzialmente soppiantato la broncografia a scopo diagnostico.
La broncografia può essere utile nella diagnosi di tracheobroncomalacia, una malattia rara in cui la trachea e i bronchi collassano perché la cartilagine è flaccida. La broncografia consente di fare una valutazione dinamica, variando la pressione dell’aria all’interno delle vie aeree mediante CPAP (Continuous Positive Airway Pressure, pressione positiva continua delle vie aeree, utilizzando un sistema di ventilazione meccanica non invasiva che eroga aria) per stabilire la gravità della malattia.
La broncografia ha ritrovato una sua utilità in anni recenti, con la diffusione di tecniche interventistiche come la dilatazione con palloncino e stenting delle vie aeree tracheobronchiali, la crioterapia, la brachiterapia e la terapia fotodinamica. La broncografia fornisce importanti informazioni sullo stato delle vie aeree al di là dell’ostruzione ed è una tecnica semplice in un paziente che è già ventilato e anestetizzato per altri scopi.
Come si effettua la broncografia
Nella broncografia combinata alla broncoscopia si procede alla sedazione del paziente, al monitoraggio dei parametri vitali (pressione, ossimetria, ritmo cardiaco) ed alla somministrazione di ossigeno per mantenere un’adeguata ossigenazione del sangue. La superficie delle vie aeree è anestetizzata usando un anestetico locale, di solito la lidocaina. Si esegue la fibrobroncoscopia e, dopo avere localizzato la zona di interesse, si inserisce un catetere attraverso il broncoscopio, si inietta nel catetere il mezzo di contrasto e si ottiene l’immagine radiografica. Il mezzo di contrasto è poi aspirato tramite il catetere o il broncoscopio.
La broncografia è controindicata nei pazienti che hanno avuto reazioni avverse a mezzi di contrasto. Le reazioni allergiche ai mezzi di contrasto iodati sono più frequenti di quelle ai mezzi di contrasto che non contengono iodio.
Fonti
- Thomas AMK. The history of contrast media development in X-ray diagnostic radiology. The journal of the International Organization for Medical Physics. 2020;8(1):278-302;
- Banyai AL. Golden anniversary of bronchography by Sicard and Forestier. Chest. 1973;63(2):164;
Autore
Osmosia s.r.l.