• La sifilide è una malattia venerea causata da un batterio. Si trasmette tramite rapporti sessuali non protetti, da madre a feto, o attraverso trasfusioni di sangue infetto
  • La sifilide non sempre è sintomatica, per questo è facile trasmetterla in modo inconsapevole. Se non curata può causare gravi danni alla salute
  • La sifilide si cura con terapia antibiotica e si previene praticando sesso protetto.
Indice
  • 1 Che cos’è la sifilide
  • 2 Quali sono i sintomi della sifilide?
  • 3 Altri sintomi
  • 4 Come si trasmette la sifilide?
  • 5 Come si diagnostica la sifilide?
  • 6 Come si cura la sifilide?
  • 7 Ho la sifilide, posso avere rapporti sessuali?
  • 8 Sifilide e prevenzione: cosa fare?
  • 9 Fonti
  • 10 Articoli di approfondimento

Che cos’è la sifilide

La sifilide è una malattia infettiva a trasmissione sessuale (IST), causata dal batterio Treponema pallidum. È una malattia venerea molto diffusa perché spesso asintomatica e può aumentare il rischio di altre malattie veneree tra cui HIV, Herpes genitale, clamidia e gonorrea.

La sifilide è un’infezione prevenibile e curabile, ma potenzialmente molto grave. Se la sifilide non viene diagnosticata e trattata con tempestività può causare gravi danni alla salute generale e persino portare alla morte.

Quando contratta in gravidanza e non curata, la sifilide influisce negativamente sul parto e/o sulla salute del feto nel 50-80% dei casi.1

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che 7,1 milioni di persone tra i 14 e i 49 anni si siano ammalate di sifilide solo nel 2020.

Quali sono i sintomi della sifilide?

La sifilide non è sempre sintomatica, e per questa ragione può diffondersi nell’organismo e provocare danni importanti nel tempo. L’infezione ha una progressione lenta e si sviluppa in tre stadi principali.

Primo stadio (sifilide primaria)

La sifilide primaria si manifesta nei primi 21 giorni dopo il contagio con la comparsa di una lesione ulcerosa indolore, detta sifiloma su ano, genitali o bocca. Il sifiloma spesso passa inosservato e guarisce da solo in 3-10 giorni.

Secondo stadio (sifilide secondaria)

Nel secondo stadio della sifilide possono comparire sintomi cutanei che scompaiono da soli tra cui: eritemi non pruriginosi sui palmi delle mani o sulle piante dei piedi e lesioni bianco-grigiastre sulle mucose genitali o anali.

Altri sintomi non cutanei possono includere: dimagrimento, febbre, ingrossamento dei linfonodi, dolori osteo-articolari, mal di testa, mal di gola, stanchezza, caduta dei capelli.

Stadio di latenza e terzo stadio (sifilide terziaria)

Durante questa fase, che può durare anni, la persona continua ad avere l’infezione ma senza che si sviluppino sintomi di alcun tipo.

Si raggiunge poi la fase terminale dell’infezione, che può anche non manifestarsi mai. Tuttavia, quando la sifilide arriva a questo stadio, anche 20 o 30 anni dopo il contagio, le conseguenze sulla salute generale possono essere molto serie. In questi casi, infatti, l’infezione può danneggiare gli organi interni tra cui il sistema nervoso, il cuore e i vasi sanguigni, le ossa, il fegato, e portare alla morte se non si interviene in tempo.1,2

Altri sintomi

La sifilide in ogni fase può inoltre presentarsi con sintomi severi, e assumere una denominazione specifica a seconda dell’organo o dell’apparato colpiti dall’infezione, ad esempio:

  • neurosifilide, che si presenta con sintomi quali: mal di testa, dolori muscolari o difficoltà nella coordinazione dei movimenti, alterazione dello stato mentale fino alla demenza;
  • sifilide oculare, con sintomi quali: rossore e dolore oculare, disturbi visivi fino alla cecità;
  • oto sifilide, che comporta sintomi come: vertigini, acufene, perdita dell’udito.1,2

Quando la sifilide viene contratta in gravidanza, o una donna infetta resta incinta, se l’infezione non viene curata si trasmette al feto. In questi casi si parla di sifilide congenita, che può causare sintomi al/la neonato/a tra cui: meningite, convulsioni, deficit cognitivi, anemia, cecità. Spesso, però, la gravidanza si interrompe con un aborto o con morte del feto, o si verifica un parto pretermine.

La sifilide è infatti la seconda causa infettiva di morte in utero nel mondo.1,2

Come si trasmette la sifilide?

Nella maggior parte dei casi la sifilide si trasmette durante un atto sessuale orale, anale o genitale, non protetto. La persona infetta è in grado di trasmettere la sifilide soprattutto nello stadio iniziale della malattia, e fino a due anni dal contagio. Il batterio Treponema pallidum è inoltre in grado di superare la barriera placentare, pertanto il contagio può avvenire da madre a feto durante la gravidanza.1,2

E’ l’uomo o la donna che trasmette la sifilide?

Sia l’uomo che la donna, se ammalati di sifilide e non consapevoli di esserlo, possono contagiare un’altra persona durante una pratica sessuale non protetta. Sono a rischio di contrarre la sifilide tutte le persone sessualmente attive che cambiano frequentemente partner.

Sia gli uomini che le donne non trasmettono, invece, la sifilide scambiandosi indumenti, oggetti o abiti, né facendo il bagno insieme.1,2

Come si diagnostica la sifilide?

La diagnosi di sifilide è di tipo sierologico e consente di rilevare nel sangue la presenza di anticorpi che attestano una reazione immunitaria contro il batterio Treponema pallidum, che causa l’infezione.

Generalmente, i test sierologici vengono distinti in test treponemici e non treponemici.

I test treponemici si basano sulla ricerca degli anticorpi diretti contro antigeni specifici del Treponema pallidum, i secondi servono per esaminare l’evoluzione della malattia e si basano sulla ricerca di anticorpi prodotti contro sostanze liberate dai tessuti per azione patogena del treponema.

La combinazione di queste due tipologie di test è considerata la via diagnostica più facile e sicura.

Scopri di più sui test a disposizione nel nostro approfondimento “Test per sifilide: quando farlo e come interpretarlo?”.

Oltre ai test del sangue, in alcuni casi può essere utile procedere anche ad una visita obiettiva e/o ad esami strumentali per valutare l’entità dei danni agli organi interni o al sistema nervoso causati dalla sifilide.1,2,3

Come si cura la sifilide?

La cura d’elezione per la sifilide è di tipo antibiotico. L’infezione in stadio iniziale si tratta con iniezioni di penicillina, un medicinale che si può usare anche in gravidanza e che previene la trasmissione fetale dell’infezione.

La terapia con la penicillina in genere prevede una somministrazione a settimana per tre settimane di seguito. Si tratta di una cura molto efficace, ma non in grado di agire sugli eventuali danni già provocati dall’infezione in caso di un ritardo diagnostico. Inoltre, l’aver avuto la sifilide non immunizza da infezioni successive, pertanto ci si può ammalare di nuovo se si viene esposti al contagio.1,2

Altri antibiotici comunemente usati per il trattamento della sifilide sono: la doxiciclina, sconsigliata in gravidanza, il ceftriaxone e l’azitromicina.

Ho la sifilide, posso avere rapporti sessuali?

In caso di positività alla sifilide, per prima cosa bisogna curarsi. Durante tutta la durata della terapia occorre astenersi dai contatti sessuali di qualunque natura, finché non si ha la certezza della guarigione.

Sifilide e prevenzione: cosa fare?

Come per tutte le malattie sessualmente trasmissibili, anche in caso di sifilide, la prevenzione è fondamentale.

Questa può essere efficacemente raggiunta con l’utilizzo del preservativo in tutti i rapporti sessuali occasionali e con ogni partner di cui non si conosce lo stato di salute. Attenzione però. Le lesioni cutanee o a carico delle mucose intime, o della bocca, che sono i sintomi della sifilide nei primi stadi, non sempre sono visibili, o non sempre sono in punti del corpo che si possono proteggere con il preservativo.

Se l’altra persona entra in contatto con una di queste ulcere, può essere contagiata a sua volta, per questo è molto importante sottoporsi ai test ematici per lo screening della sifilide frequentemente, specialmente se si hanno partner diversi. Inoltre, per evitare la sifilide congenita, tutte le donne in gravidanza devono sottoporsi ai test sierologici prima del secondo trimestre.1,2,3

Fonti

  1. World Health Organization, Syphilis
  2. Centers for Disease Control and Prevention, Syphilis
  3. World Health Organization, Guidelines for the Treatment of Treponema pallidum (Syphilis).
  4. Geneva: World Health Organization; 2016.

Autore

Paola Perria

Paola Perria

Nasce in Sardegna, isola nella quale si è formata e felicemente vive e lavora. Dopo la maturità classica consegue la laurea in Lingue e Comunicazione, perfezionandola con un parallelo percorso giornalistico.  Per oltre dieci anni pubblica contenuti divulgativi per il...